VICENZA – Scuole superiori alla Fantozzi: carta igienica, riscaldamento, registro elettronico
di Anna Van Der Woodsen (studentessa)
Ciò che uno studente deve affrontare a scuola va ben oltre quello che i genitori pensano: professori lunatici, personale ATA disponibile o poco collaborativo, compagni di classe simpatici o antipatici non si scelgono, è tutta questione di fortuna a prescindere dalla scuola che si frequenta. A Vicenza, però, c’è qualcosa di malvagio, degli ostacoli quotidiani che legano la sorte comune a tutti, o quasi, gli studenti degli istituti superiori. Questi problemi vanno oltre al fato e prescindono dall’arretratezza o dagli anni in cui sono stati costruiti gli edifici scolastici.
Un esempio classico, lamentato da tutti gli studenti e che diventa ogni anno un punto forte del programma dei candidati alla carica di rappresentante d’istituto, è niente meno che la carta igienica nei bagni. Una cosa così semplice e scontata è uno dei problemi più diffusi nelle scuole vicentine: dal Montagna al Pigafetta, passando per Boscardin, Lampertico e Quadri, nessun istituto sembra salvarsi da questa apocalisse senza carta, che diventa un serio problema soprattutto quando dimentichi in classe anche i fazzoletti. Per salvarsi c’è chi si è fatto come migliore amica la bidella, in modo che gli passi, senza essere vista da nessuno, un rotolo nuovo di carta igienica che ha praticamente lo stesso valore dell’oro.
La dura vita degli studenti continua anche all’interno delle classi tra pezzi di carta piegati sotto le gambe del banco per riuscire a scrivere senza che questo continui a muoversi e termosifoni impazziti. Infatti, per una qualche strana legge fisica, d’inverno i termosifoni funzionano a pieno regime durante la prima e seconda ora, per poi spegnersi durante il resto della giornata, creando un clima africano e la liquefazione degli studenti seduti vicino ai termosifoni seguita dalla trasformazione del vicino di banco in un pezzo di ghiaccio. Il peggio però avviene in primavera, stagione in cui già di per se’ vestirsi è un terno al lotto vista l’escursione termica che c’è tra le 7 di mattina e le 2 di pomeriggio, ma aggravata del fatto che i termosifoni continuano a funzionare creando dentro alla classi un profumo che, misto ai primi sudori degli studenti, è un’arma letale per chiunque entri nella stanza. Il problema sembra facilmente risolvibile aprendo le finestre e facendo cambiare l’aria. Soluzione semplice ed efficace ma non applicabile in tutte le classi. In alcune aule, soprattutto del Fogazzaro e del Quadri, le finestre e le tapparelle sono rotte ormai da anni creando non poche difficoltà.
Per dimenticare tutte queste disgrazie e il troppo studio gli studenti si buttano a capofitto sul cibo, creando file infinite davanti ai distributori automatici delle scuole. Croccantelle, Fiesta, Twix, Mars, M&M’s: va bene tutto, basta magiare qualcosa per superare al meglio le ore. Sfortunatamente, molte volte, le macchinette sono fuori servizio, non danno resto oppure, dopo aver selezionato il prodotto, questo si incastra e non scende aprendo scommesse per il combattimento uomo VS macchina nel disperato tentativo di recuperare la merendina. Non solo, ogni tanto i ragazzi, convinti di prendere un buon caffè per aiutare il risveglio mattutino, si ritrovano a bere acqua sporca perché i tecnici si sono dimenticati di cambiare le polveri del distributore provocando un brusco peggioramento alla giornata degli studenti.
Per fortuna queste insidie e le infinite ore di lezione sono alleggerite dai potenti mezzi tecnologici in dotazione nelle scuole. Grazie al registro elettronico che abbrevia i tempi dell’appello e facilita la comunicazione tra insegnati, genitori e studenti, le LIM nelle aule, laboratori informatici si potrebbe pensare che imparare è diventato più semplice e divertente. Diciamo pure che l’intenzione era questa ma, come molte volte succede in Italia, il risultato concreto è un altro. Il registro elettronico, tralasciando i professori che ancora non hanno ben compreso come si utilizza, è, per la gioia degli studenti, uno dei principali motivi per cui si perde tempo: una volta non funziona il sito, un’altra il computer si blocca, altre il w-fi della scuola non prende costringendo i professori a girovagare per le aule e i corridoi in cerca della tacchetta perduta. A causa del Wi-Fi non sempre ben funzionante gli insegnanti hanno rinunciato anche a rendere le lezioni interattive e multimediali pur di non perdere altro tempo che, per inciso, non è mai abbastanza per finire il programma scolastico.
Una sorte comune lega, incredibilmente, gli studenti delle scuole vicentine così apparentemente distanti e diverse fra loro ma vicine nei problemi concreti quotidiani.