15 Aprile 2024 - 11.25

Serie TV – Cosa vedere e cosa no

di Alessandro Cammarano

Sì, lo so, il discorso è ricorrente, ma siccome di serie tv ne escono in continuazione e molte valgono davvero una maratona da fine settimana, allora di tanto in tanto dare qualche segnalazione non è del tutto fuori luogo.

Insieme a qualcosa da vedere assolutamente magari si contrapporrà dell’altro da evitare accuratamente.

Bando alle ciance e cominciamo!

Ovviamente le segnalazioni, oltre che su valori oggettivi, rispecchiano il mio gusto personale e la solita scorrettezza politica che in epoca di omologazione costane è sempre più necessaria.

Tra le serie che più mi hanno catturato in questo periodo è “Shōgun” – il mio debole per le narrazioni storiche è noto a molti – in onda su Disney+ in un meraviglioso 4K UltraHD e che è il remake di quella omonima, sempre basata sul best seller di James Clavell, realizzata nel 1980 con protagonisti Toshiro Mifune e Richard Chamberlain.

Il Giappone del 1600, lacerato da lotte per il potere tra nobili famiglie, è tratteggiato con meticolosa precisione pur senza mai scadere in un calligrafismo da cartolina e il naufrago inglese capitano John Blackthorne si trova suo malgrado coinvolto in intrighi di palazzo e trame politiche che vedono al centro il potente Toranaga.

La cultura samurai, l’amore impossibile per Mariko, le manovre degli orrendi gesuiti portoghesi, le battaglie non sono che la punta dell’iceberg di una narrazione volutamente scandita – qualcuno direbbe lenta – che diventa un vero viaggio alla scoperta dell’altro.

Davvero un prodotto confezionato benissimo con un cast perfetto nel quale spiccano il Toranaga interpretato da Hiroyuki Sanada e Cosmo Jarvis nei panni del capitano Blackthorne.

Altra miniserie – oramai la tendenza è quella di non prolungarsi, tranne casi eccezionali, in troppe stagioni – strepitosa è “Bodies”, reperibile su Netflix.

Se amate i racconti distopici e l’intreccio di linee temporali allora è decisamente quello che fa per voi.

Ovviamente qualche critico con un filo di puzza sotto il naso ha scritto che gli otto episodi tratti dall’omonima graphic novel DC Vertigo del 2015, scritta da Si Spencer e illustrata da Dean Ormston, Tula Lotay, Meghan Hetrick e Phil Winslade sono scontati e “mainstream”.

Chi scrive la pensa in maniera diametralmente opposta: l’idea dello stesso corpo ritrovato in epoche diverse – 1891, 1941, 2023, 2053 – in una strada di Londra e con quattro detective della polizia che si trovano ad indagare sul morto e vincente.

Il finale è tutt’altro che scontato e gli attori sono tutti davvero bravissimi. Da incorniciare la fotografia che varia in luce e definizione dell’immagine a secondo dell’epoca in cu si svolge l’azione.

Le linee temporali si intrecciano con fluidità e tutto risulta sempre perfettamente comprensiblie.

Mi è piaciuta? Tantissimo, compreso il tormentone “Sappi che sei amato”.

Terza serie “must see” è sicuramente “The Gentlemen”, che Guy Ritchie ha tratto dal suo film omonimo.

Mentre è in missione in Siria, sul confine con la Turchia come militare ONU, Edward Horniman inaspettatamente eredita una tenuta di sconfinata ed il titolo di Duca di Halstead, dopo la morte del padre di cui è in realtà il secondogenito.

Viene così a sapere che la proprietà è diventata parte di un impero criminale, basato sulla coltivazione di marijuana, gestito da Susie Glass. Dovrà sopravvivere in un mondo pieno di strani e pericolosi personaggi, cercando di proteggere la sua proprietà ed i suoi bizzarri parenti.

Ironica come una commedia sofisticata ma con punte alla “Transpotting” la serie vede protagonista il bel Theo James che si confronta con la madre Lady Sabrina intepretata da una Joely Richardson in stato di grazia e Kaya Scodelario che interpreta la “capobanda” Susie Glass.

Dopo tre “consigli su cosa vedere eccone uno su una serie da evitare a meno che non si abbiano quindici anni o si voglia perdere tempo.

Stiamo parlando di “Renegade Nell”, ambientata nell’Inghilterra del 1705 durante le congiure giacobite.

La trama è presto detta: Nell Jackson, una giovane donna scaltra e coraggiosa, si ritrova incastrata per un omicidio e diventa inaspettatamente la più famosa fuorilegge dell’Inghilterra del XVIII secolo. Ma quando appare uno spirito magico chiamato Billy Blind, Nell capisce che il suo destino è più grande di quanto avesse mai immaginato.

Peccato che i personaggi non siano in realtà macchiette _ prrimo tra tutti Frank Dillane che fa la parodia Johnny Depp in “Pirati dei Caraibi” – in salsa wok, in una corte multietnica che in “Bridgerton” funziona e qui no.

Se poi si vuole fare politicamente corretto a tutti i costi e l’arcicattivo e nero allora qualcosa non torna.

Peccato, perché il regista Ben Taylor ci aveva davvero convinto con le prime due stagioni di “Sex education”.

Buona visione.

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