Serve reintrodurre il servizio miliare obbligatorio?

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Umberto Baldo
Chi mi conosce personalmente sa che da parecchi anni quando giovani genitori (rispetto a me ovviamente) mi raccontavano: “Sai i miei ragazzi fanno tennis, fanno basket, suonano il piano, e quant’altro”, io con un mezzo sorriso dicevo loro “Bravi, ma vedete, io fossi in voi farei frequentare ai pargoli anche un poligono di tiro, perché ho la ragionevole certezza che nel corso della vita ci sarà qualcuno che metterà loro in mano un fucile o un mitra imponendogli di usarlo”.
Non vi nascondo che mi sembra ancora di vedere le facce di queste persone che chiaramente esprimevano concetti tipo “la vecchiaia è una brutta bestia” oppure “magari si tratta di un principio di demenza senile”.
Ebbene nei giorni scorsi qualcuno di questi amici mi ha telefonato dicendomi “Cazzo Umberto, avevi ragione tu, le cose stanno prendendo la piega che tu profetizzavi”.
Non ho la sindrome della “Cassandra soddisfatta”, ma credo non ci volesse poi molto a capire che dopo la presa della Crimea da parte della Russia, senza alcuna seria reazione da parte dell’Europa e degli Usa, la storia avrebbe voltato pagina.
E guarda caso, dopo decenni in cui nessuno, ma proprio nessuno, veniva sfiorato dal pensiero che la “pace per sempre” non è mai stata la norma per l’Umanità, con la fretta imposta del precipitare degli eventi siamo qui a ragionare di riarmo dell’Europa, e di centinaia di miliardi necessari per rimettere in sesto un apparato bellico ormai strutturato al più per le missioni di paece-keeping.
Gli Stati più previdenti, o forse più terrorizzati perché confinano con la Russia di Putin come la Polonia, si sono già mossi da tempo. Ed infatti il premier Tusk ha detto al Parlamento che la Polonia “deve prendere in considerazione l’acquisizione di armi nucleari, e si assicurerà anche che ogni uomo segua un addestramento militare come parte di uno sforzo per costruire un esercito di 500.000 uomini per affrontare la minaccia russa”.
Si avete capito bene, il premier polacco ha annunciato un piano che prevede l’introduzione dell’addestramento militare obbligatorio per tutti gli uomini adulti del Paese, nell’ambito di un piano volto a rafforzare la difesa nazionale, e ad aumentare il numero di riservisti: “Cercheremo di avere un modello pronto entro la fine dell’anno, in modo che ogni uomo adulto in Polonia sia addestrato in caso di guerra, così da garantire che le nostre forze di riserva siano adeguate e proporzionate alle potenziali minacce”.
Tanto per dire, la Polonia ha già stanziato per la difesa il 4,7% del Pil, la percentuale più alta tra i Paesi membri della Nato, e conta di arrivare a breve al 5%.
Ma anche la piccola Danimarca, seguendo il modello svedese e norvegese, ha già annunciato l’introduzione della coscrizione femminile a partire dal 2026, e l’estensione del servizio di leva da 4 a 11 mesi sia per gli uomini che per le donne.
Nonostante l’abolizione in molti Paesi, la leva militare obbligatoria è ancora in vigore in diverse nazioni. Tra questi troviamo Armenia, Austria, Brasile, Cina, Cipro, Corea del Nord, Corea del Sud, Danimarca, Finlandia, Grecia, Israele, Norvegia, Russia, Svezia, Svizzera, Tunisa, Turchia e Ucraina.
In Corea del Sud, tutti gli uomini devono prestare servizio militare per 18 mesi, senza alternative per gli obiettori di coscienza. Israele richiede il servizio militare a tutti i cittadini, uomini e donne, con una durata di 32 mesi per gli uomini e 24 mesi per le donne.
Tra i Paesi che hanno invece scelto il servizio militare su base volontaria ci sono Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia, Giappone, India, Irlanda, Italia e molti altri.
Guardate, benché Putin continui a definirla come un’«operazione speciale», il conflitto in atto in Ucraina può essere considerato la prima guerra convenzionale combattuta su vasta scala in Europa dalle ultime offensive alleate contro la Germania nazista nei primi mesi del 1945.
E questa guerra ha impietosamente evidenziato tutte le carenze degli apparati difensivi dei Paesi europei.
Basta che andiate in rete per trovare ottimi approfondimenti, ma riassumendo in poche parole, credo si possa dire che, in un conflitto simile a quello combattuto nel Donbass, la capacità operativa dei maggiori eserciti europei sarebbe limitata a poche settimane
Con i ritmi di perdite e usura riscontrati, le unità corazzate e meccanizzate europee cesserebbero probabilmente di esistere nel giro di due settimane.
Tanto per dire,andando a rileggere il “Military Balance” 1989-90, si vede che in quell’anno l’Italia schierava 1.750 tank tra Leopard 1, M-60 e M-47, con 800 pezzi d’artiglieria da 105 e 155 mm.
Certo allora c’era la Guerra Fredda, ma con i 150 carri armati Ariete che abbiamo adesso disponibili, fra l’altro rimodernati, e i circa 200 cingolati da combattimento Dardo, l’ Esercito Italiano al massimo potrebbe andare ad arare i campi in Ucraina.
Non fatevi fuorviare o stupire dalle parate tipo quella del 2 giugno: il nostro esercito in generale è male armato, e palesemente inadeguato a resistere a qualsiasi serio attacco di un nemico esterno.
Non lo dico io eh! Lo dicono i vertici delle nostre Forze Armate, che da anni chiedono maggiore attenzione e maggiori investimenti.
Gia nel novembre 2020 l’allora Capo di Stato Maggiore della Difesa italiano, generale Enzo Vecciarelli evidenziò in un’audizione l’inadeguatezza di mezzi, sistemi e organizzazione, già nel caso di scenari militari a bassa intensità.
All’epoca la relazione dello stesso generale Vecciarelli mise in luce come le nostre Forze armate (e con esse molte europee) non sarebbero state in grado di affrontare con efficacia un conflitto come quello tra azeri e armeni nel Nagorno-Karabakh nel secondo semestre del 2020, una guerra caratterizzata da un elevato impiego di missili balistici, munizioni e droni armati.
Badate bene che si tratta di una situazione comune a tutta Europa, ai cui vertici da mesi si ragiona sul fatto che nessuna forza armata europea sembrerebbe oggi in grado di sostenere sul piano militare, e neppure su quello politico e sociale, un conflitto come quello in atto in Ucraina.
Tanto per fare un solo esempio, il senatore francese Christian Cambon. ha affermato che il numero di munizioni impiegate dall’esercito russo in un solo giorno di guerra in Ucraina equivale alle munizioni impiegate in un anno dall’Armée de Terre.
Basta fare due più due per calcolare che le scorte disponibili consentirebbero all’esercito francese di sostenere solo per tre o quattro giorni un conflitto come quello in Ucraina.
E badate bene che l’Armée è uno degli eserciti meglio armati ed equipaggiati dell’intera Europa.
Capite ora perché tutti i leader della Ue si stanno affannando per correre ai ripari, superando fra l’altro tutti gli ostacoli finora considerati insormontabili, come il patto di stabilità?
E a chi obietta che 800 miliardi per l’intera Ue sono un’enormità, mi permetto di ricordare che, tanto per fare un raffronto, per lo Stato italiano il conto del Superbonus 110% sarà di 122 miliardi.
E’ chiaro che unitamente alle armi, un altro elemento di cui si parla è la consistenza numerica delle forze armate presenti nel Vecchio continente, i cui organici sono stati progressivamente ridotti negli ultimi decenni per risparmiare risorse.
Al riguardo non temano le mamme italiche.
I nostri Demostene sanno bene che il solo prospettare nuovamente il servizio di leva obbligatoria provocherebbe la rivolta delle mamme e dei papà del BelPaese.
Non entrerò nella diatriba fra i contrari, e chi invece sostiene che la leva sarebbe utile per ripristinare certi valori, e soprattutto il principio dell’autorità, nei nostri ragazzi (Salvini presento l’anno scorso una proposta di legge in tal senso)
Mi limito a prendere atto che lo Stato Maggiore delle Forze Armate avrebbe iniziato, su indicazione della Premier e del Ministro della Difesa Crosetto, uno studio su un nuovo modello di sicurezza nazionale, che prevede fra l’altro l’addestramento fra i 30 ed i 40mila militari in più rispetto a quelli attualmente in servizio.
Non parliamo di riservisti, ma di “effettivi” pronti nel giro di qualche anno.
Ma Stati Maggiori e Ministero concordano anche per la creazione di una “Riserva operativa”, in grado di supportare le forze regolari in caso di crisi prolungate.
Aspetto a stretto giro di posta le proteste veementi dei nostri “pacifisti” della domenica!
Umberto Baldo
PS: Lenin, nel suo brutale pragmatismo, diceva: «Si sonda con le baionette: se trovi mollezza, spingi. Se trovi acciaio, ti fermi. Putin, da ex Kgb, quella lezione la sta applicando, alzando il livello di scontro ogni volta che le democrazie occidentali tentennano.