Si denuda, picchia e oppone resistenza agli agenti: denunciato e arrestato
Nella notte del 19 luglio scorso gli Agenti della Squadra “Volanti” hanno arrestato M.Y., 40enne cittadino magrebino, residente in città.
Alle 3.50 di notte, la Centrale Operativa della Questura ha inviato un equipaggio delle volanti, in aiuto a una pattuglia della Polizia Stradale, all’uscita del casello autostradale di Vicenza Ovest, dove era stata individuata un’auto per controllarne i passeggeri.
A bordo vi erano tre persone, due uomini e una donna, ma appena l’auto si è fermata, due dei tre passeggeri hanno tentato di scappare a piedi.
Gli agenti di Polizia, con l’aiuto della seconda pattuglia, sono riusciti a bloccare la donna, che aveva tentato la fuga, e il terzo passeggero.
Quest’ultimo, palesemente alterato, si denudava mostrando i genitali in forma di sfregio ai poliziotti.
Riportato alla calma, si rivestiva ma tentava anche lui la fuga, attraversando la tangenziale mettendo in pericolo la propria vita e quella degli agenti stessi.
Anche in questo caso gli Agenti riuscivano a bloccarne la fuga e a contenerlo, anche se con molta difficoltà a causa dei calci e pugni che M.Y. sferrava per tentare di divincolarsi.
Per tale comportamento M.Y. è stato fatto salire nell’auto dei pattuglianti per portarlo presso gli Uffici della Questura dove sarebbe stato compiutamente identificato, ma durante il tragitto, continuando a sferrare calci e pugni, rompeva il lunotto posteriore dell’auto di servizio e tentava di raccoglierne i vetri procurandosi dei tagli. La fase aggressiva continuava ancora in Questura dove si avventava irosamente contro i poliziotti.
Giunti in questura, gli Agenti provvedevano a fare intervenire personale sanitario del SUEM per le medicazioni del caso, e al termine degli atti giudiziari dichiararlo in arresto per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale e indagato per lesioni personali e danneggiamento. Dell’accompagnamento in Questura e dell’arresto veniva immediatamente informato il Pubblico Ministero che disponeva il rito direttissimo al termine del quale veniva condannato a 9 mesi di reclusione con sospensione della pena.