Social scatenati contro la norma anti-Key Locker del Governo Meloni: “Italia, Closed to Merviglia”
La nuova norma del governo Meloni che vieta l’uso dei key locker per gli affitti brevi ha scatenato una tempesta di proteste sui social, da TikTok a Facebook, passando per Instagram. Affittuari, turisti e influencer si sono scagliati contro la decisione, accusando l’Italia di fare un passo indietro nel tempo e rendere ancora più complicata l’esperienza turistica nel Bel Paese.
Ha fatto la sua comparsa anche la felice espressione ironica “Italia, closed to Merviglia”, un gioco di parole che sottolinea come la bellezza e l’ospitalità del Bel Paese siano ormai ostacolate da una burocrazia che non tiene conto delle esigenze moderne. Il riferimento è alla celebre e stucchevole campagna “Open to Meraviglia” e ironizza sulla chiusura della nazione a esperienze e soluzioni pratiche che potrebbero migliorare il soggiorno dei turisti. Viaggiano spesso da paesi lontani, con arrivi a qualsiasi ora del giorno o della notte, e devono fare i conti con treni in ritardo, collegamenti pubblici incerti e la cronica scarsità di taxi. Sempre più spesso, nei filtri di ricerca, inseriscono come requisito la presenza del key locker. Non potersi appoggiare a un sistema così semplice ed immediato rischia di complicare ulteriormente la loro esperienza, rendendo l’Italia meno attrattiva come destinazione turistica.
La guerra ai key locker era già stata innescata, nei mesi scorsi. A promuoverla un fronte eterogeneo nel quale si sono inseriti i soliti noti gruppi ideologizzati, sempre pronti ad aderire a proteste su ‘la qualsiasi’ in nome della ‘libertah’. Una battaglia iniziata contro l’overtourism (al troppo turismo), in un Paese, come l’Italia, che vive di turismo.
Fatto sta che su TikTok, dove l’hashtag #KeyLockerBan è diventato virale, centinaia di video ironizzano e criticano la norma, mostrando turisti confusi e arrabbiati che si trovano davanti a cancelli chiusi o alla ricerca di un contatto per ritirare le chiavi. “Se pensiamo di poter attirare turisti facendo chiudere a chiave i loro sogni, abbiamo un problema serio,” scrive un utente. Innumerevoli i video di affittuari contro la norma.
Su Instagram, influencer e blogger di viaggio si sono uniti al coro di proteste, con post che esprimono il loro disappunto per una norma che va contro la comodità e l’autonomia tanto apprezzata dai turisti di tutto il mondo. “Siamo nel 2024, le soluzioni digitali come i key locker sono fondamentali per un’esperienza turistica fluida,” scrive un noto travel blogger, mostrando immagini di luoghi affollati di turisti arrabbiati e confusi.
Esultano gli albergatori che vedono sferrare sulla concorrenza un colpo non da poco. Anche questa un’ironia, considerando che anche gli alberghi usano i key locker.
Molti turisti, soprattutto quelli provenienti da paesi fuori Europa, sono abituati a utilizzare i key locker per gestire in autonomia l’ingresso nelle case vacanza, evitando di dover aspettare ore per una persona che consegni le chiavi.
Gli esperti del settore turistico sottolineano inoltre che la norma potrebbe non risolvere il problema della sicurezza. “Un turista potrebbe sempre presentarsi con documenti falsi o cedere le chiavi a qualcun altro. Il divieto dei key locker non cambia nulla,” affermano, aggiungendo che la norma rischia solo di creare disagi. Il sistema dei key locker è stato concepito per facilitare l’ingresso autonomo degli ospiti, evitando lunghe attese e migliorando la gestione logistica per i proprietari. Proprietari che, suggerisce qualcuno, dovranno qualche volta ricorrere ad una persona in loco per il riconoscimento… e questo solleva un altro problema. Quale sicurezza è garantita se il riconoscimento è fatto dalla signora Ida, amica del proprietario, che sta nel palazzo vicino.
In un settore che già soffre di difficoltà legate alla burocrazia e ai trasporti, l’adozione di soluzioni moderne come i key locker sembrava essere una risposta pratica, tanto più in un paese come l’Italia, dove la competitività turistica è sempre più stretta.
Questa decisione non fa che alimentare il malcontento tra gli imprenditori e le piccole strutture ricettive e sembra un passo indietro nella competizione globale. “L’Italia è già un passo indietro rispetto ad altre nazioni che si sono adattate velocemente al mondo digitale. Questo divieto non fa che aumentare le difficoltà,” scrive un affittuario di case vacanza in un post che è stato ripubblicato in numerosi gruppi di discussione online.
Le proteste sui social continuano, con migliaia di persone che chiedono al governo di rivedere questa norma. La speranza è che l’opinione pubblica possa influenzare una revisione delle politiche turistiche in Italia, per evitare che il Bel Paese finisca davvero con l’essere “closed to Merviglia”.