Sos ghiacciai italiani: ridotti del 70% negli ultimi 30 anni
di Anna Roscini
Entro il 2050 quasi tutti i ghiacciai al di sotto dei 3.500 metri nelle Alpi molto probabilmente scompariranno. Le temperature medie degli ultimi 15 anni non ne permetteranno infatti la sopravvivenza. È quanto denunciano Legambiente e il Comitato Glaciologico Italiano che anche quest’anno, nell’ambito della campagna itinerante Carovana dei ghiacciai, si uniscono contro la crisi climatica. Nel corso di ogni tappa, saranno realizzati dei monitoraggi scientifici ad alta quota per osservare le variazioni storiche dei ghiacciai, indicatori sensibilissimi del cambiamento climatico, e per monitorare le trasformazioni glaciali. Tra i primi ad essere monitorati i ghiacciai dell’Adamello (Lombardia e Trentino) per proseguire in Alto Adige con quelli della Val Martello nel Parco dello Stelvio e quindi il ghiacciaio del Canin in Friuli Venezia Giulia. Scenderanno poi sull’Appennino, per osservare il glacionevato del Calderone, in Abruzzo, tra i più meridionali d’Europa per poi risalire nel nord-ovest alpino con i ghiacciai del massiccio del Gran Paradiso (Piemonte e Valle D’Aosta) e concludere la campagna il 13 settembre presso il Forte di Bard (AO). Dai primi rilievi compiuti arrivano purtroppo cattive notizie: ogni anno sull’Adamello, il ghiacciaio più esteso d’Italia, spariscono 14 milioni di metri cubi d’acqua; mentre lo spessore del ghiacciaio della Vedretta lunga è diminuito di 1,2 metri l’anno per un totale di circa 20 metri negli ultimi 17 anni.
Il monitoraggio in questione, oltre a permettere di documentare l’impatto della crisi climatica, consentirà anche di valutarne gli effetti sul territorio. La deglaciazione, infatti, coinvolge il deflusso delle acque e il suo stoccaggio così come gli ecosistemi alpini nella loro globalità. Già adesso si osservano i primi effetti concreti su acqua potabile, raccolti, irrigazione, servizi igienico-sanitari, energia idroelettrica e stazioni sciistiche. Di tappa in tappa, nel corso della Carovana dei ghiacciai verranno organizzati anche incontri, mostre, escursioni per conoscere il territorio montano e riflettere insieme sul futuro delle nostre montagne e del pianeta.
Nell’ultimo secolo i ghiacciai alpini hanno perso il 50% della loro area. Di questo 50%, il 70% è sparito negli ultimi 30 anni. Preoccupa anche lo stato di salute del Calderone, un ghiacciaio appenninico quasi del tutto scomparso e declassato a “glacionevato”, cioè un accumulo di ghiaccio di ridotta superficie, di limitato spessore e senza un moto di deflusso verso valle del ghiaccio. La campagna glaciologica 2020, coordinata dal Comitato Glaciologico Italiano, ha confermato la tendenza trentennale di marcata contrazione delle masse glaciali del nostro paese. Una tendenza che appare in accelerazione negli ultimi 15 anni, seppure con modalità e velocità differenziate nei vari settori alpini monitorati.