29 Maggio 2023 - 8.41

Spezzatino di orso!

Venerdì scorso ho iniziato il mio pezzo sull’alluvione vista da complottisti e negazionisti, partendo da una telefonata di una signorina trevigiana alla trasmissione di Radio 24 “La Zanzara”.

Credetemi che si tratta di un puro caso, ma anche oggi inizio dal conduttore-giornalista Giuseppe Cruciani, che non ha trovato di meglio per “rasserenare gli animi” che postare sul suo profilo Instagram un video in cui mangia uno spezzatino di orso, commentando il tutto così: “Amo gli animali da vivi, e anche nel piatto. Per questo ho sperimentato la carne di orso. Morbida, tenera, gustosa: voto 10. Ma non vi agitate: prodotto acquistato in Slovenia, paese civile, certificato e poi consumato in Friuli. Tutto regolare. Viva la libertà”.

Non mi spingo certo a fare l’ermeneuta del Cruciani-pensiero, ma credo che il video che lo ritrae mentre gusta lo spezzatino d’orso non sia altro che la  riposta provocatoria alle sue continue polemiche con il “fronte animalista”, che lo attacca definendolo “amico dei cacciatori e nemico degli animali”.

Se qualcuno nutre il dubbio che Cruciani e gli altri commensali che hanno condiviso con lui lo spezzatino in questione abbiano commesso qualche reato è fuori strada; in Italia è vietata la caccia all’orso in quanto specie protetta, ma la carne può essere consumata qualora se ne dimostri l’importazione da un Paese in cui la caccia è permessa, come nel caso del ristorante friulano che la importa dalla Slovenia, con tanto di bolle e documenti controllati dalle autorità competenti.

Resta ovviamente aperta la questione morale, che è comunque relativa e personale. 

Guardate, sgombro subito il campo da equivoci; non amo particolarmente Giuseppe Cruciani ed il suo modo di fare radio, troppo sparato, troppo provocatorio, troppo sboccato, troppo di troppo. 

Per di più gli consiglierei di indulgere un po’ più con lo shampoo, visto che i suoi capelli sembrano perennemente unti.

Ma fatti questi distinguo, va preso atto che se l’editore Radio 24 trasmette “la Zanzara” dal 2005 vuol dire che incontra comunque il gradimento di un certo pubblico.  E comunque viviamo in un regime che garantisce la libertà di espressione, ed entro i limiti della legge (io aggiungerei anche del buon gusto, ma capisco che forse è volere troppo) uno può dire ciò che più gli aggrada. 

Comunque, tornando al filmato della cena a base di plantigrado, immagino che Cruciani avesse messo in conto che, postandolo, si sarebbe scatenato l’inferno.

Ed infatti così è stato, con gli animalisti scatenati a lanciargli ogni tipo di improperio.

A solo titolo di esempio, ve ne riposto alcuni, che ho scelto fra una vera e propria cornucopia di florilegi: 

“Perché non t’infili quella forchetta su per il c….?

Povero disagiato, peccato che non le sia andato di traverso. Che essere viscido

Cruciani R.i.p.

Un mese di dissenteria acuta ti servirebbe, essere lordo sporco fai ribrezzo impara a lavarti più spesso….

Che ti venga una cacarella tale da affogarti nella tua merda

Che ti venga un cagotto a vita

Che cretino. E’ proprio un deficiente”

Come potete vedere molti messaggi si concentrano sull’equilibrio gastro intestinale del nostro Giuseppe, augurandogli ogni sorta di disturbo.

Ma al di là di questo episodio che mi piacerebbe poter confinare nel folklore, anche se so bene che così non è, il tema è serio, e ci riporta inevitabilmente al problema degli orsi in Trentino, ancora ben lungi dell’essere risolto.

Vi avevo anticipato nel mio pezzo del 14 aprile scorso dal titolo “L’orso ed il runner -Non esistono soluzioni facili a problemi complessi” che dovevamo prepararci ad una lunga e defatigante battaglia avanti ai Tribunali fra la Provincia di Trento, fautrice degli abbattimenti, e le associazioni animaliste, ovviamente contrarie.

Il tira e molla è infatti in corso, con il Tar che sembra voler dare un colpo al secchio ed uno alla botte, fra sospensioni e rinvii, e chissà se e quando ne vedremo la fine. 

Ma io credo che al di là degli “Azzeccarbugli”, che già il Manzoni avvertiva che  i problemi veri non sono mai in grado di risolverli, il vero nodo cui ci troviamo di fronte è quello della progressiva estremizzazione dei due fronti, quello degli animalisti che sono contrari a tutto quel che a loro parere rappresenta un danno per gli animali, e coloro invece che sono convinti che debba esistere una netta differenza fra l’uomo e appunto gli animali, mettendo la sicurezza degli umani prima di tutto.

Ormai siamo in presenza di vere e proprie “fazioni”, se così vogliamo chiamarle, con tutti gli estremismi che ne conseguono. 

Credo sia giusto sottolineare che in verità non tutti gli animalisti prendono posizioni estreme, e lo stesso vale anche per chi è scontento della gestione degli orsi in Trentino. 

Tuttavia, gli estremismi ci sono sempre, in qualsiasi situazione, specie laddove il dialogo sembra essere più difficile.

Perché l’assurdità è che ormai sembra mancare davvero la capacità di dialogare, di ascoltarsi, di ricercare un contemperamento fra posizioni antitetiche 

“Chiudersi” dietro al muro delle proprie convinzioni senza voler nemmeno provare a vestire i panni di coloro che hanno un pensiero opposto, porta quando va bene a feroci scontri verbali o davanti ai Tribunali,  e quando va male ad atti di intimidazione, o a vere e proprie azioni violente che possono anche rasentare il terrorismo.

La Rete, che io considero comunque una grande conquista per l’umanità, in questi casi diventa il luogo in cui questo scontro fra opposti viene sublimato, anche perché quello che non manca nella nostra Italia sono i “leoni da tastiera”.

E così, restando agli orsi, su Facebook gli animalisti hanno creato un gruppo fra i più in voga del momento, chiamato “E noi boicottiamo il Trentino”, in cui, nonostante i lodevoli tentativi di tenere toni pacati, scivolare nell’aggressività e nella provocazione è sempre possibile. 

Al riguardo mi è venuto da pensare che se gli animalisti propongono di boicottare il Trentino per una presunta “persecuzione” della fauna e degli orsi, c’è da tenere in conto che anche il turista normale, quello che vorrebbe magari passeggiare per i boschi con i figli, potrebbe decidere, vista la presenza dei plantigradi, di cambiare aria, andando a villeggiare in altre zone montane. 

Ed in ogni caso a pagare il conto sarebbero alla fine solo quei trentini che vivono di turismo!

Allargando l’orizzonte oltre l’attualità e gli orsi, io pur considerandomi una persona rispettosa ed anche amante degli animali, debbo confessare che mi lascia alquanto perplesso la tendenza ad assegnare caratteristiche umane ai propri animali domestici, fenomeno che ha un nome preciso: antropomorfizzazione.

Per spiegarmi meglio, quando mi capita di incontrare persone che si rivolgono ai propri cani pronunciando frasi come “il mio bambino”, “non fai quello che ti dico”, ed altre simili amenità, o portano a spasso le bestiole in passeggino da bambini o nei carelli del supermercato, francamente mi viene da storcere il naso.

Ed ho sempre più l’impressione che qualcuno, magari inconsapevolmente,  cominci a credere che pensieri, ragionamenti ed emozioni, di Fido o Micio siano identici a quelli umani.

Oggi sempre più raramente si sente qualcuno affermare di essere il “padrone“ del cane o del gatto, bensì di essere il suo “genitore”, quasi si trattasse di un figlio biologico.

Pur non credendo che ciò sia un bene, mi limito ad osservare  che fino a dieci-quindici anni fa il confine fra umanità ed “animalità”  era molto più netto. 

E mi conforta constatare che come me sembra pensarla anche Papa Francesco che, quando durante un’udienza una signora gli si è avvicinata chiedendogli “Lo benedice il mio bambino?”, tirando fuori dalla borsa un cane, ha perso la pazienza dicendole “tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino”.

Nonostante le critiche che sono piovute sul Pontefice per queste parole, le stesse mi sembrano dettate da grande saggezza, e dovrebbero consigliare un po’ a tutti che, come in tutte le cose, l’estremizzazione delle idee e dei comportamenti non è mai appropriata.

Umberto Baldo

PS: francamente, diversamente da Cruciani, non mi passerebbe mai per la testa di mangiare carne di orso.  Ma dobbiamo laicamente prendere atto che ci sono fattori culturali che condizionano i comportamenti dei popoli, e così cacciare la carne d’orso è legale in Croazia, Bulgaria, Russia, Svezia, Finlandia, Estonia (dove è uno dei piatti nazionali) ed in Slovenia. E da quelle parti i Tar non ci sono!

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