Spoil system alla scaligera
E’ sicuramente stato un brutto pomeriggio quello che si è consumato ieri a Vicenza, nella vecchia sede di AIM, ora in capo alla multiutility più calda d’Italia, AGSM-AIM. Tutti presenti tranne il consigliere delegato Stefano Quaglino e Francesca Vanzo, per il duello finale. Dopo i tentativi del sindaco di Verona di non consentire lo svolgimento del cda, prima chiedendo ai consiglieri di non farlo prima dell’assemblea dei soci prevista per il 7 dicembre, poi chiedendo a Rucco di far saltare il numero legale, il cda alla fine si è svolto ed ha deliberato.
Nonostante la difesa del manager da parte di Tommasi, la governance in parte sfiduciata decide di concludere quello che ha iniziato, per dimostrare che la gestione del consigliere delegato, Stefano Quaglino, è disallineata con gli indirizzi del consiglio di amministrazione. Per avere i dettagli delle ragioni delle parti dovremo attendere che i Compago Paper vengano resi pubblici, se mai succederà, ma basta mettere insieme quello che c’è ed unire i puntini per farsi un’idea sul political drama che si sta consumando da mesi in AGSM-AIM. L’ultimo atto è il consiglio di ieri, che finisce con la presentazione della relazione degli advisor sulla congruità di prezzo e di procedure dell’operazione Compago, ma di questo non si parla nelle comunicazioni ufficiali, l’unica certezza è scritta nero su bianco con il Cda che chiede ai soci la revoca per giusta causa di Stefano Quaglino, come conseguenza della relazione sull’acquisizione della società milanese, e di intraprendere un’azione di responsabilità nei confronti del manager, probabilmente per la stessa ragione. Due provvedimenti pesantissimi che, evidentemente, saranno supportati da numeri e dati oggettivi, che si aggiungono alla sfiducia da parte dell’azionista Damiano Tommasi nei confronti degli altri due rappresentanti di nomina veronese, Stefano Casali e Francesca Vanzo.
E’ di ieri mattina l’ultimo assalto del sindaco calciatore al fortino presidiato dall’attuale board, e si è risolto con un nulla di fatto dopo che Tommasi aveva mandato una mail all’altro azionista, Francesco Rucco, raccomandandogli di far stare a casa i tre vicentini, Fabio Sebastiano, Gianfranco Vivian e Anna Massaro, in modo da far saltare il numero legale utile a dare valore alla seduta e, cosa ancora più grave, anche il Presidente del collegio sindacale, Gaetano Terrin, nonostante stiamo parlando dell’organo controllo, che è sempre indipendente, come dovrebbe essere noto. Un atteggiamento quantomeno irrituale. Rucco sente i suoi consiglieri, ci pensa un po’, e poi risponde che non ritiene corretto interferire con l’attività del Cda nè tantomeno del collegio sindacale, perchè sarebbe un’ingerenza sotto tanti e pericolosi profili.
Ad oggi quindi abbiamo Quaglino sfiduciato dal Cda, Casali e Vanzo sfiduciati da Tommasi ed i vicentini confermati da Rucco. Un quadretto ben mescolato che non porterà nulla di buono all’azienda. Ma partendo da questo sorgono molte, moltissime domande. I veronesi furono tutti nominati da Federico Sboarina, ora i movimenti del sindaco scaligero di centrosinistra lasciano intendere che si voglia cogliere l’occasione della vicenda Compago per applicare una sorta di spoil system che consenta la sostituzione di Casali e Vanzo – centrodestra – con due consiglieri di area opposta essendo Tommasi sostenuto dal centrosinistra. Ma è uno spoil system anomalo perchè Tommasi ha deciso di salvare Stefano Quaglino.
Nonostante la relazione degli advisor? Pare proprio di sì.
Nonostante pare ci sia un altro filone di contestazione da parte del board sulle milionate di consulenze decise da Quaglino in questi anni, rilevate già da Flavio Tosi in campagna elettorale e, pare, anche dal collegio sindacale di AGSM-AIM presieduto da Gaetano Terrin? Pare di sì.
La domanda che sorge spontanea è: se Tommasi ha letto le Compago Papers ed i rilievi del collegio sindacale sulle consulenze, perchè ha blindato il manager?
Delle due l’una, o i rilievi di Terrin e le relazioni degli advisor sono carta straccia, e questo prima o poi qualcuno lo deciderà, o c’è una regia politica dietro le mosse così determinate del sindaco di Verona. E la regia consentirebbe, per esempio, al PD di bilanciare con una presidenza pesante come la Multiutility lo scarso rilievo che il primo cittadino scaligero ha finora dato ai dem.
Insomma solo una questione di careghe? E il sindaco-calciatore appiattito alle logiche da manuale Cencelli dopo sei mesi di narrazione che parla di uomo libero dai condizionamenti dei partiti?
Se guardiamo la tattica di Tommasi, il pensiero che dietro di lui ci sia una manina, abituata alle logiche di potere, che lo sta accompagnando, sorge spontaneo. Il PD è diventato un partito molto forte negli apparati del sistema pubblico ed è una delle critiche che spesso arriva proprio dal loro interno, e quindi cosa c’è di più appetibile dell’occupazione della multiutility cittadina, rappresentazione plastica e fisica dell’apparato pubblico? Forse poco altro. Quella stessa manina potrebbe anche sacrificare Stefano Quaglino, nel caso si appurasse che ha sbagliato su Compago o sulle già citate consulenze, perchè Cencelli probabilmente è arrivato all’ombra dell’Arena e potrebbe aver acceso la mutazione del libero sindaco calciatore in attaccante della squadra Dem. Consapevole o no lo scopriremo nelle prossime settimane.