Springfield nel caos: la comunità haitiana bersaglio di minacce dopo le fake news di Trump
La vita per gli haitiani di Springfield, Ohio, è diventata un incubo dopo la diffusione di una fake news che ha sconvolto la comunità (leggi sotto come è nata la fake news). L’ex presidente Donald Trump, il suo vice JD Vance e alcuni esponenti del Partito Repubblicano hanno diffuso una teoria priva di fondamento, sostenendo che i migranti attacchino anatre e gatti per cibarsene. Da quel momento, la cittadina è in subbuglio, e la comunità haitiana vive nel terrore, tra minacce costanti e la paura di violenze.
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Minacce di bombe e scuole evacuate
La tensione è esplosa quando, in pochi giorni, Springfield ha ricevuto 33 minacce di bombe, come confermato dal governatore dell’Ohio, Mike DeWine. Le scuole e il municipio sono stati evacuati, e il sindaco Rob Rue ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte. Per ristabilire l’ordine e garantire la sicurezza, DeWine ha annunciato l’invio di 36 agenti di polizia nelle scuole della città.
Cresce l’odio
Nelle strade, la tensione è palpabile. Gruppi suprematisti bianchi, come i Proud Boys, hanno organizzato marce, e volantini diffusi da affiliati al Ku Klux Klan hanno etichettato gli immigrati haitiani come “malati e sporchi”. La paura di ulteriori disordini ha spinto il municipio a cancellare l’annuale festival delle arti e della cultura, un evento molto amato. “La sicurezza dei residenti e dei visitatori è la nostra priorità”, hanno dichiarato le autorità.
L’esodo haitiano
Il clima ostile ha portato molti haitiani a lasciare Springfield. Romane Pierre, direttore di un ristorante haitiano, ha raccontato che diversi migranti hanno già abbandonato la città, mentre altri stanno pensando di fare lo stesso. Questo nonostante gli haitiani abbiano contribuito alla rinascita economica di Springfield, una città che ha vissuto un declino demografico nel nord postindustriale degli Stati Uniti. L’immigrazione, tra il 2020 e il 2023, ha portato tra i 10.000 e i 15.000 haitiani a stabilirsi qui, attratti dalle opportunità di lavoro create dai piani del municipio per attrarre nuove imprese.
Tuttavia, l’espansione economica non è stata accompagnata da politiche per affrontare le problematiche strutturali della città, come la povertà e la carenza di infrastrutture. Le tensioni sociali, specialmente sul mercato immobiliare e nei servizi sanitari ed educativi, si sono intensificate, alimentando malcontento e frustrazione.
Risonanza nazionale e fake news
In una campagna presidenziale sempre più accesa, queste tensioni locali sono diventate terreno fertile per la diffusione di false informazioni e razzismo. Gli haitiani sono stati accusati di essere arrivati a Springfield su autobus finanziati dal governo federale e di vivere a spese dell’assistenza pubblica, mentre la popolazione locale soffre.
Intervistato dalla CBS, il candidato alla presidenza JD Vance ha aggiunto benzina sul fuoco, dichiarando: “Ho sentito testimonianze da elettori di Springfield che possono essere confermate. Alcuni migranti sono stati visti macellare oche nei parchi per mangiarle”. Queste affermazioni, tuttavia, non hanno alcuna base concreta, ma hanno contribuito a incrementare il clima di odio e paura che grava sulla comunità haitiana.
Springfield, una volta simbolo di integrazione e ripresa, rischia ora di trasformarsi in un epicentro di divisioni sociali alimentate da bugie e pregiudizi.
Come è nata la fake news sugli haitiani di Springfield: la ricostruzione
La diffusione della fake news sui cani e i gatti è stata ricostruita da NewsGuard, un’organizzazione che monitora la disinformazione online. Tutto ha avuto inizio con un post su Facebook di Erika Lee, una residente della città, pubblicato in un gruppo privato chiamato Springfield Ohio Crime and Information. Lee ha raccontato di aver appreso da una vicina, Kimberly Newton, che “la figlia di un’amica aveva perso il suo gatto. Un giorno, tornando dal lavoro, ha visto il gatto appeso a un ramo nella casa dei vicini haitiani, pronto per essere macellato e mangiato”.
Intervistata successivamente da NewsGuard, Newton ha ammesso di non avere prove concrete per sostenere il racconto. Ha chiarito di non conoscere direttamente né la persona che avrebbe perso il gatto, né quella che avrebbe visto la scena. Il racconto sarebbe arrivato a lei di quarta mano, passando da una “conoscente di un’amica”, senza alcun riscontro verificabile.
La diffusione virale
Nonostante la mancanza di prove, il post di Lee è rapidamente sfuggito al controllo. Il 5 settembre, uno screenshot del messaggio, con il nome dell’autrice oscurato, è stato condiviso su X (ex Twitter) da un utente conservatore noto come @BuckeyeGirrl. Da quel momento, la disinformazione ha iniziato a diffondersi come un’epidemia.
Il 21 agosto, un altro profilo di destra su X aveva già postato un video relativo all’arresto di una donna accusata di aver ucciso e mangiato un gatto. Il video, sebbene privo di connessioni dirette con la comunità haitiana di Springfield, ha raggiunto milioni di persone, alimentando ulteriormente il clima di sospetto e odio. Questo profilo contava quasi tre milioni di follower, amplificando l’impatto della notizia falsa.
La disinformazione è riuscita così a insinuarsi nel dibattito pubblico, scatenando conseguenze drammatiche per la comunità haitiana di Springfield, che da allora vive sotto minaccia costante. La vicenda dimostra quanto velocemente una storia non verificata possa degenerare in una pericolosa fake news, con ripercussioni tangibili sulla vita reale di chi ne è vittima.