Sui Pfas la Regione Veneto c’è: numerose le indagini condotte!
Sui Pfas la Regione Veneto c’è. In una nota sostiene di non aver omesso di condurre sufficienti studi epidemiologici per valutare gli effetti sulla salute dell’esposizione a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS). La Direzione Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione evidenza e ribadisce che sono numerose le indagini epidemiologiche promosse dalla Regione, in uno sforzo importante e sinergico anche con le massime autorità in ambito sanitario del Paese, oltre che con i rappresentanti della comunità scientifica.
“Sin dalle prive evidenze dell’inquinamento la Regione ha avviato una serie di azioni, – molte delle quali per rigore e tempestività mai intraprese in Italia con modalità paragonabili – per dare risposte all’emergenza; contestualmente sono stati richiesti dalla Regione numerosi approfondimenti scientifici di alto profilo, molti dei quali tutt’ora continuano. Parte di queste ricerche sono state svolte direttamente dalle strutture regionali competenti, altre invece sono state condotte da autorevoli istituti di ricerca, come l’Istituto Superiore di Sanità e l’Università degli Studi di Padova, grazie a finanziamenti regionali. Un panel di esperti di assoluto rilievo”.
Il confronto con l’Istituto superiore di sanità è continuo: sono state avviate tutte le attività di valutazione epidemiologica e di valutazione di esposizione del rischio ritenute necessarie dalla comunità scientifica e dalle strutture della sanità nazionale. I risultati, man mano, sono stati divulgati e resi disponibili alla popolazione. L’impegno della Regione Veneto è proiettato anche al futuro: saranno portati avanti tutti gli ulteriori approfondimenti epidemiologici che si dovessero ritenere da attuare, su indicazione dall’ISS o del Ministero della Salute.
“È inoltre palesemente falsa l’affermazione riportata da alcuni quotidiani secondo cui lo “screening di massa” sulla popolazione esposta non sarebbe mai decollato. Infatti, come ampiamente noto, a gennaio 2017 ha preso avvio il Piano di sorveglianza sanitaria a cui si è già accennato sopra, con uno sforzo organizzativo ingente da parte della Regione e delle Aziende sanitarie. La prima tornata di inviti si è conclusa a giugno 2023 con più di 64.000 persone sottoposte a screening. Attualmente, è in corso la seconda tornata di inviti (più di 16.000 persone esaminate finora).”.
Risulta pertanto evidente l’intensa attività di approfondimento e ricerca epidemiologica sui PFAS svolta dalla Regione Veneto negli ultimi 10 anni, anche attraverso il coinvolgimento di autorevoli Istituti di ricerca, attività che ha consentito di comprendere l’impatto dell’inquinamento da PFAS sulla popolazione esposta, contribuendo anche ad arricchire le conoscenze scientifiche che sono alla base delle valutazioni degli Enti regolatori europei.
I DIVERSI FILONI DI SCREENING E RICERCA
• Brevemente, le attività di approfondimento epidemiologico si sono dipanate lungo diversi filoni:
• Biomonitoraggio umano: studio coordinato dall’Istituto superiore di Sanità negli anni 2015-2016; Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta (DGR 2133/2016 e ss.mm.ii.) e sui lavoratori della ditta RIMAR-MITENI (DGR 1191/2017, DGR 1495/2019); studio di biomonitoraggio sul comune di Trissino (DGR 801/2021)
• Studi sul profilo di salute della popolazione esposta in relazione a mortalità, prevalenza di patologie cronico-degenerative, incidenza di tumori, esiti materno-infantili
• Studio di coorte occupazionale sui lavoratori della ditta RIMAR-MITENI
• Studio sull’associazione tra concentrazioni sieriche di PFAS e biomarcatori, basato sui dati raccolti attraverso il Piano di sorveglianza sanitaria regionale.