8 Marzo 2024 - 17.57

Svolta nella storia del crimine: terrorista della RAF trovata dopo 35 anni grazie all’intelligenza artificiale (pubblicava fiori su Facebook)

“Un avvenimento di rilievo nella storia criminale tedesca.” Così ha definito Daniela Behrens, ministro dell’Interno della Bassa Sassonia, l’arresto di Daniela Klette. E non a torto: a 65 anni, questa figura emblematica dell’ex organizzazione violenta Frazione dell’Armata Rossa (RAF) è stata in fuga per circa trent’anni. Tuttavia, bastarono solo una trentina di minuti per trovare la sua traccia.

Dopo essere stata in stallo dagli anni ’90, l’indagine è stata riavviata lo scorso autunno grazie a un podcast per la radio pubblica tedesca, curato da giornalisti. Quest’ultimo, desideroso di delineare il profilo di questo presunto terrorista di estrema sinistra, ha coinvolto Michael Colborne. Esperto nella verifica delle immagini, a Colborne è stata affidata una missione: confermare l’identità di una donna che si è presentata come Daniela Klette. Ha rapidamente confermato che tale profilo non corrispondeva.

Ritrovate armi da guerra nella sua residenza

Nonostante l’utilizzo del software di riconoscimento facciale Pimeyes da parte di Michael Colborne, il quale continua comunque la sua ricerca, riesce a rintracciare il vero nome di Daniela Klette. Ciò grazie a questo software, il quale, al costo di circa trenta euro al mese, consente di trovare tutte le immagini di una persona diffuse su Internet a partire da una foto. In effetti, riesce a individuare il filo che porta alla vera identità di Daniela Klette, o meglio, al suo pseudonimo. L’attivista si fa infatti chiamare “Claudia Ivone” e pubblica su Facebook immagini di fiori o funghi, oltre a mettere in risalto le sue lezioni di capoeira, secondo quanto riportato da Libération. Sorprendentemente, colui che faceva parte della “banda Baader” non è fuggitivo all’estero, ma risiede a Berlino.

Secondo quanto riportato da Reuters, i giornalisti hanno denunciato le proprie indagini alla polizia. Quest’ultima non ha mai confermato di essere stata messa sulle tracce di Daniela Klette grazie a loro, limitandosi a specificare ai media che è bastato un “indizio decisivo da parte della popolazione” per trovarla in un appartamento a Kreuzberg, nel centro di Berlino. Da almeno vent’anni, viveva in un monolocale al quinto piano di un palazzo nel quartiere borghese e bohémien di Kreuzberg, insieme a un compagno e un cane. Pur avendo un passaporto italiano, non ha cambiato aspetto nonostante i molteplici avvisi di perquisizione della polizia. Secondo i vicini intervistati, in particolare dal quotidiano Bild, era gentile e cordiale e “salutava sempre”.

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