30 Marzo 2016 - 11.19

TEATRO – Iacchetti e Covatta al Comunale

MATTI DA SLEGARE-or-IMG_2073-Photo Angelo redaelli_low

Comicità d’eccellenza al Teatro Comunale di Vicenza. Il 3 aprile alle 21:00, per il nono appuntamento con gli spettacoli fuori appuntamento, sul palco un duo comico di grande notorietà: si tratta di Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, che porteranno in scena “Matti da slegare” versione italiana della commedia norvegese “Elling & Kjell Bjarne” di Axel Hellstenius, regia di Gioele Dix. Lo spettacolo, una nuovissima produzione del Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano in coproduzione con Mismaonda, ha debuttato a fine gennaio al Teatro Goldoni di Bagnacavallo (RA); in scena con i due bravissimi comici ci sono le attrici Irene Serini e Gisella Szaniszlò; scene e costumi sono di Francesca Pedrotti, il disegno luci è di Carlo Signorini, le musiche di Ugo Gangheri. In tournée nelle città italiane, lo spettacolo ha ricevuto dappertutto una calda accoglienza, sia del pubblico che della critica.
“Matti da slegare” racconta il percorso tortuoso, complicato ed esaltante che conduce due inseparabili amici vissuti per tanti anni in una struttura psichiatrica, i due “matti”, a slegarsi dai tanti fantasmi che li hanno tormentati e resi infelici per gran parte della loro vita. Particolarmente azzeccata risulta la scelta di affidare a tre dei più apprezzati, simpatici, popolari e socialmente sensibili personaggi dello spettacolo italiano, un tema rilevante e delicato come quello della malattia mentale. Le caratteristiche attoriali per Covatta e Iacchetti, e quelle registiche per Gioele Dix, garantiscono un approccio ironico, acuto e sempre ricco di umanità a questo tema tanto attuale. La storia che i due attori portano in scena nella commedia è molto simile a quella che vivono migliaia di persone: Elia e Gianni sono due amici inseparabili vissuti per anni in una struttura psichiatrica protetta; ad un certo punto viene chiesto loro di andare a vivere da soli. Uno shock per i due che, con grande fatica e colpi di scena, riescono a trovare una strada personale per reinserirsi nel mondo.Si tratta di un esperimento e di una prova molto importante per loro: dovranno provare a inserirsi nella società civile e dimostrare di saper badare a se stessi. Elia, che non ha mai conosciuto il proprio padre, aveva vissuto sempre solo con la madre, imbastendo con lei un rapporto morboso ed esclusivo. Alla morte della donna, si era perciò rivelato totalmente incapace di prendersi cura di sé e il suo ricovero era stato inevitabile. Il lungo trattamento terapeutico non ha però fiaccato la sua profonda sensibilità e un senso innato dell’autoironia.
Giovanni, il compagno di avventura, è al contrario un omaccione dai modi ruvidi e spicci, fissato col cibo e soprattutto col sesso, che peraltro non ha ancora avuto modo di sperimentare. È un uomo generoso e impulsivo, la cui fragilità è segno del disperato tentativo di cancellare le ferite procurategli da una madre alcolista e un patrigno violento. Elia si salva grazie alla poesia (scrivendo versi su foglietti che inserisce nelle scatole dei corn flakes sugli scaffali dei supermercati), mentre Giovanni scopre l’amore. “La scommessa è quella di far ridere di fronte a un dramma profondo”, dice Giobbe Covatta, mentre per Enzo Iacchetti lo spettacolo ha forti legami anche con la sua vita personale, in particolare nel rapporto molto intenso con la madre, recentemente scomparsa.
L’approccio a questo tema sociale è fresco, a tratti spassoso e divertente: non c’è nessun tentativo di patetismo, né traccia di retorica in questo leggero e al tempo stesso intenso ritratto di vita e amicizia, di passioni e dolori, di fobie e scelte coraggiose. I due matti riusciranno a trovare una strada personale per il reinserimento nel mondo. Il “cocco di mamma” troverà nella poesia e nella forza comunicativa delle parole la propria ragione di vita, mentre lo “scimmione” si accorgerà di poter essere utile agli altri con il suo lavoro e il suo buon cuore.
Ed è questa l’intuizione forte del testo: l’arte e l’amore come strumenti di guarigione e riscossa, elementi imprescindibili per un’esistenza piena e felice.
Si tratta di due ore di spettacolo intense, in cui i ‘due “matti” risultano divertenti, ma anche credibili e a tratti persino commoventi grazie alle efficaci interpretazioni di Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti che ne fanno intravvedere le profondità, le amarezze, le paure, la forza’.
“Matti da slegare” versione italiana della commedia “Elling & Kjell Bjarne” che il norvegese Axel Hellstenius ha tratto alla fine degli anni ’90 dal romanzo «Fratelli di sangue» di Igvar Ambjørnsen, a sua volta poi diventata un film intitolato «Elling», diretto da Petter Naess (e che ha ottenuto la nomination agli Oscar come miglior film straniero nel 2002), è portata in scena nello spettacolo teatrale nella traduzione di Giovanna Paterniti che ha avuto la capacità di calare la vicenda nella realtà culturale italiana rendendola familiare e credibile.
Per “Matti da slegare” con Giobbe Covatta e Enzo Iacchetti, in programma domenica 3 aprile alle 21.00 al Teatro Comunale di Vicenza, restano ancora pochi biglietti.
I biglietti per gli spettacoli Fuori Abbonamento sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Comunale di Vicenza (viale Mazzini 39, biglietteria@tcvi.it, tel. 0444.324442), aperta dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15 e un’ora prima degli spettacoli senza diritto di prevendita; sono disponibili anche online sul sito del teatro www.tcvi.it e in tutti gli sportelli della Banca Popolare di Vicenza
I biglietti per “Matti da slegare” costano: 34,00 euro il biglietto intero, 24,00 euro il ridotto over 65 e 15,00 euro il ridotto under 30.

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