THINK! Chi detta l’agenda politica a Vicenza?
Molto difficile per un lettore comprendere quello che è successo sabato in Fiera a Vicenza, se ci si affida alla cronaca cittadina. Speriamo che i social raccontino meglio della narrazione a senso unico a cui abbiamo assistito: Rucco si candida o non si candida. La noia mortale della riduzione al minimo del pensiero.
Di THINK!, l’evento organizzato da Francesco Rucco e correttamente illustrato dalla giornalista Alessandra Viero, dallo stesso Rucco e dai nove relatori che si sono succeduti sul palco della Sala Palladio – per un giorno tornata vicentina dopo anni di colonialismo riminese – rimane poco, tutto sacrificato alla cronaca ed alle tifoserie. Peccato, perché in teoria l’agenda politica la dovrebbe dettare, appunto, la politica.
Proviamo allora, semplicemente, a mettere un po’ di ordine.
Per la prima volta, dopo decenni, si mette a terra un evento che ha l’obiettivo dichiarato di costruire un pensiero sulla città di Vicenza. Una scelta che non c’entra niente con le candidature ma che ha l’ambizione di generare una riflessione dopo che in questi anni tutti i paradigmi della politica delle città sono stati sconvolti. Per farlo vengono chiamati in città intellettuali, giornalisti, sociologi, imprenditori, analisti politici, un’umanità varia di intelligenze ed esperienze che diano un contributo per disegnare una progettualità nuova per il futuro di Vicenza. Insomma, con Rucco che apre l’evento citando Martin Heidegger sull’importanza del pensare, per poi perimetrare quello che succederà in seguito, sembra tutto chiaro.
Con gli speech che parlano di quello che serve a Vicenza da adesso in poi, è altrettanto palese. Con la road map tracciata dal sindaco nelle conclusioni in cui dichiara l’apertura del cantiere OPEN THINK!, sembra semplice. Con il chiarimento che gli eventi straordinari di questi anni, covid e guerra in Ucraina su tutti, siamo di fronte a nuove emergenze e nuovi bisogni, non c’è molto da aggiungere.
Se si rimane nel merito di quello che succede in Sala Palladio.
Ed invece, purtroppo, la cronaca decide di concentrarsi sulle candidature, forse perché non si accetta di raccontare quello che succede, ma si preferisce provare a dimostrare quello che ci interessa. “Si vabbè le idee, ok le riflessioni ed il pensiero, ma alla fine Rucco si candida o no?”. E magari tra qualche giorno ci toccherà leggere sulle stesse pagine che il sindaco non ha visione, non ha un pensiero strategico, non mette in campo intelligenze che “pensino” la città. Noi, al contrario, riteniamo ancora che le scelte di Possamai e Rucco sul calendario della loro discesa in campo, così come per qualunque altro candidato, vadano rispettate, non intimate o suggerite. Giusto perché ognuno deve fare il suo mestiere.
Detto questo, cos’è successo sabato in Fiera, alla fine?
Una Sala Palladio piena, un linguaggio nuovo, una formula inedita. Non un’assemblea di partito dove applaudire supinamente il leader, non l’adunanza della Curva Sud del rucchismo o dei Meloneskin. Un’occasione per ascoltare e riflettere. In modo laico, “senza censure”, dice Rucco. E infatti, in sala, non ci sono solo aficionados di Idea Vicenza, la civica di Rucco, o militanti e dirigenti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. C’è il Direttore della Fondazione del Teatro Comunale, il fascistissimo Piergiacomo Cirella, c’è l’ultrasovranista ex Presidente di Confindustria Giuseppe Zigliotto, il populista Lino Dainese, il radicale ex DG della Camera di Commercio Giuliano Campanella, giusto per citare alcune significative presenze fuori sacco che testimoniano l’interesse per un’occasione utile a riflettere su Vicenza che, forse perché inaspettata, può sembrare più difficile da decifrare, ecco allora che è più facile ridurla al dibattito da bar sulle candidature.
In realtà spunti notevoli sono arrivati dagli speech, anche se va detto che su tutti si staccano per spessore ed originalità quelli di Luca Romano, che si affida ad un punto di vista intelligente ed originale sul tema delle grandi opere, paragonando quello che è capitato al MOSE alla vicenda tutta vicentina dell’Alta Velocità. Christian Greco, che parla di umanesimo digitale, Alessandro Giuli con una lectio magistralis su identità, tradizione e valore del genius loci dell’imprenditoria che deve essere lasciata libera di produrre ed inventare, infine Pietrangelo Buttafuoco che chiude raccontando il passaggio a Vicenza di Herbert Von Karajan e le sue considerazioni su quello che siamo e che non dobbiamo dimenticare di essere.
Francesco Rucco con THINK! sfida, con gli strumenti di una nuova formula politica, chi gli ha sempre addebitato un deficit di visione e di pensiero strategico. Lo fa mettendo a terra un contenitore nuovo, che ricorda la partenza di Matteo Renzi dalla Leopolda, magari un po’ meno autocelebrativo, ma segnando i punti con chiarezza. E questo dovrebbe essere raccontato prima della campagna elettorale, ma, per fare questo, bisogna – appunto – pensare.