Touch screen in auto. Sono pericolosi, meglio pulsanti e leve
Umberto Baldo
Prima di mettermi a scrivere questo pezzo ho tentennato un po’, perché mi rendevo conto che, dato l’argomento, mi avrebbe inevitabilmente esposto a qualche considerazione tipo “ma guarda un po’ sto vecchio bacucco”, oppure “è tempo di appendere il volante al chiodo”, ed altre simili amenità.
Ma leggendo la notizia di cui vi riferirò più aventi mi sono reso conto di non essere il solo a pormi questi problemi.
Lo so che non va mai bene iniziare con una premessa: ma in questo caso mi sembra doveroso informarvi che io sono titolare di patente di guida dal 1970 (non è l’anno della presa di Porta Pia eh!), e le auto della mia gioventù, ed in realtà anche per molti anni a seguire, avevano tutte la caratteristica di essere prive di elettronica, e di utilizzare quindi levette, pulsanti ed interruttori.
Qualche erudito direbbe, con il senno dell’oggi, che si trattava di veicoli analogici e non digitali.
Immagino che molti di voi avranno già capito dove intendo andare a parare.
Sono sempre stato appassionato di auto, e ne ho cambiate tante nel corso della mia vita; di conseguenza ho potuto seguire tutta l’evoluzione tecnologica di questo mezzo di trasporto che ha contribuito a cambiare il mondo.
E non temo di esser smentito se affermo che le auto di oggi sono tutt’altra cosa rispetto a quelle solo di alcune decine di anni fa.
Certo se ti limiti alle ruote, alla carrozzeria, al volante, ai sedili ecc. queste cose ci sono anche nelle vetture di oggi; ma è quello che c’è sotto la scocca, e nel cruscotto, che cambia completamente il prodotto.
Oggi mi limito a parlare del posto di guida, del cruscotto, che ti trovi davanti quando entri in un’auto.
A questo punto mi piacerebbe proprio interrogare qualcuno di voi chiedendogli di spiegare il significato di tutte le spie multicolori che compaiono prima di schiacciare il pulsante di accensione (la mitica chiave è ormai preistoria), e rendono il cruscotto sempre più simile ad una consolle di un aereo.
Non escludo che ci sia qualche genio fra voi, ma io non sono fra questi, e di fronte a tutte quelle lucine “mi dichiaro prigioniero politico”.
Ma a dirvela tutta, il problema non è solo mio, che sono ormai anziano, perché una volta chiesi al giovane addetto che mi stava consegnando un’auto nuova come si facesse una certa cosa; mi rispose che non lo sapeva e di leggere il manuale (ovviamente pensato e scritto in inglese, e tradotto in un italiano a volte incomprensibile dai traduttori automatici).
Morale della favola, non ditemi di no, ma credo che la maggior parte degli automobilisti “normali” se ne freghino, e guardino al massimo poche spie, quelle più comuni e più “comprensibili”.
Oltre alla crescita esponenziale delle spie e dei cicalini che spesso le accompagnano, le auto moderne si caratterizzano per la presenza di display sempre più grandi, sui quali vengono concentrate quasi tutte la funzionalità dell’auto.
I touchscreen sono sempre più comuni, e tra i costruttori si sta diffondendo prepotentemente la tendenza a offrire queste soluzioni “all in one” anche sulle vetture di fascia bassa (un recente sondaggio, citato da Bloomberg, stima che quasi il 97% le nuove auto rilasciate dopo il 2023 hanno almeno un touch screen incastonato in cabina).
E’ evidente che l’obiettivo è duplice: da una parte, gli schermi consentono di eliminare i tasti fisici e quindi di ridurre i costi; dall’altra, si propongono come una soluzione “familiare”, in sintonia con strumenti che permeano ormai la nostra vita quotidiana (in primis gli smartphone).
Va quindi preso atto che i touch screen, apparentemente più tecnologici, in realtà, producendoli su larga scala, alle Case automobilistiche costano meno rispetto alle alternative analogiche (pulsanti o leve).
A scanso equivoci non vorrei darvi l’impressione di una persona con lo sguardo rivolto al “bel tempo che fu”.
Io so apprezzare le novità che sono state introdotte dai costruttori a livello di sicurezza. So apprezzare la telecamera che mi aiuta nelle retro marce, che mi avvisa se faccio il salto di corsia, se mi avvicino troppo ad un veicolo che mi precede, se del caso attivando la frenata automatica, come so apprezzare tanti altri dispositivi che rendono la guida più sicura.
Ma sul display permettetemi invece di avere qualche serio dubbio.
Perché lo capisco bene che sono soprattutto i conducenti più giovani ad apprezzare queste interfacce sempre più simili ad un tablet piazzato sul cruscotto, tanto che ormai sono perfettamente integrati con il mondo Android o iOs.
Come mi rendo conto che, digitalizzare sempre più elementi della funzionalità del veicolo, consente ad alcune Case automobilistiche di correggere bug o spedire aggiornamenti via Internet, e risparmiare così ai conducenti una visita presso l’officina.
Ma poiché le funzionalità vengono attivate dal conducente prima guardando lo schermo, e poi sfiorando il vetro del touch screen, me la possono addolcire fin che vogliono la pillola, ma ciò comporta il dover distogliere, spesso per molti secondi, gli occhi dalla strada, aumentando così la pericolosità della guida.
Se a pensarla così fossi solo io, forse mi chiederei se fosse arrivato il momento di girare solo in bicicletta, ma a pensarla così è invece niente meno che l’European New Car Assessment Programme (Euro NCAP), che è un’organizzazione senza scopo di lucro che provvede a certificare la sicurezza delle auto con i suoi crash test.
Ma Euro NCAP non è l’unica organizzazione ad aver lanciato un allarme sulla proliferazione dei touch screen.
Anche l’American Automobile Association ha rilevato la pericolosità dei display di nuova generazione nelle auto, mentre un anno fa l’amministratore delegato della BMW, Oliver Zipse, si è detto “assolutamente convinto” che nel giro di 10 anni i touchscreen verranno vietati a causa proprio dei rischi di distrazione per gli automobilisti.
Badate bene che le case automobilistiche non sono obbligate a testare i loro modelli prima di metterli in vendita.
Ma il rispetto, o meno, delle linee guida Euro NCAP, è vero che non incide sul processo di omologazione di un veicolo ma, di fatto, nessun produttore di auto oggi si può permettere di non passare dai test Euro NCAP prima di portare un’auto in concessionaria: il danno d’immagine sarebbe enorme.
E poiché l’NCAP ritiene, ed ha scritto senza mezzi termini, che gli schermi, in particolare i grandi touch screen centrali, siano una grande fonte di distrazione per i guidatori, che sta causando l’aumento degli incidenti stradali, ha reso noto che a partire dal 2026 (bisogna dare un po’ di tempo ai costruttori per gli adeguamenti) non darà più 5 stelle a nessun modello di nuova immatricolazione che non abbia almeno i comandi principali in forma fisica.
Immagino che questa decisione faccia inorridire i cultori del touch screen, fra cui Elon Musk, che ha fatto del touch screen centrale della sua Tesla Model 3 il “cuore” di ogni interazione uomo-macchina: la vettura non ha alcuna leva al piantone, e funzioni come la selezione della marcia e della retromarcia, la regolazione degli specchietti retrovisori esterni, e del flusso d’aria del climatizzatore, vengono gestiti tramite lo schermo, dove sono visualizzati anche il tachimetro e il quadro strumenti.
Ma poiché la Case produttrici le auto le costruiscono per venderle, non ricevere le 5 stelle sarebbe un grosso problema di marketing soprattutto per i modelli più costosi perché, grazie al cielo, ormai la sicurezza la diamo tutti per scontata almeno sulla gamma alta.
Di conseguenza se Euro NCAP manterrà questa decisione, è quasi certo che almeno i comandi principali resteranno, o torneranno, di tipo analogico, e quindi azionabili da un interruttore fisico.
Un ritorno al passato, che vuol dire maggiore sicurezza.
Umberto Baldo