7 Novembre 2023 - 11.54

Tragedia di Mestre: l’autista sarebbe stato in pronto soccorso qualche giorno prima dell’incidente, ma arriva anche la smentita del legale di famiglia

Alberto Rizzotto, l’autista trevigiano coinvolto nell’incidente del bus precipitato dal cavalcavia di Mestre il 3 ottobre scorso, sembrerebbe aver fatto diversi ricoveri al pronto soccorso nelle settimane precedenti all’incidente, lamentando problemi cardiaci. Questa informazione è emersa dalla revisione della sua cartella clinica, che ha suscitato l’interesse della Procura.

Come riportato dal quotidiano “Il Gazzettino” di Treviso, questa scoperta ha spinto la Procura a ordinare un ulteriore esame medico sul cuore di Rizzotto, la cui cerimonia funebre si è svolta il 17 ottobre. L’obiettivo dell’indagine è stabilire se un problema cardiaco possa essere stato la causa dell’incidente in cui sono morte 21 persone. La prima autopsia sulla salma di Rizzotto non aveva rilevato segni di arresto cardiaco, ma gli accessi ripetuti al pronto soccorso per motivi cardiaci poche settimane prima dell’incidente hanno sollevato sospetti tra gli investigatori, portando alla decisione di effettuare un ulteriore esame.

Arriva però la smentita del legale della famiglia

In attesa degli esiti della nuova perizia disposta ieri sul cuore di Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus precipitato a Mestre, il legale che difende la famiglia del deceduto rileva che, prima della tragedia, “nessun accesso ospedaliero era stato necessario per Rizzotto a causa di ipotetici problemi cardiovascolari”.
    “Alberto – spiega l’avvocato Francesco Stilo – è stato in ospedale nel giugno scorso per motivi che restano riservati ma che nulla hanno a che fare con problemi al cuore e, negli anni precedenti, gli ingressi ospedalieri erano avvenuti per motivi di routine, o per controlli legati alla professione”.
    “Tutta la documentazione sanitaria – sottolinea Stilo – è a disposizione della Procura e fa a parte del materiale dell’autopsia che entrerà anche nel nuovo esame al cuore”.
    “L’unica certezza in attesa degli esami autoptici – ribadisce – è che Alberto è morto per la frattura del cranio che si è verificata con lo schianto dell’autobus al suolo”.

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