30 Luglio 2024 - 9.38

Trans d’Havet: in tre sul gradino più alto del podio






Solo qualche nuvola sul Carega e poi sole splendente hanno letteralmente baciato la 13esima edizione dell’ormai tradizionale 50 Miglia delle Piccole Dolomiti, gara segnata da un nuovo record di presenze, ben 830 quelli che si sono assicurati un pettorale per i tre parterre.
Immancabile lo spettacolo, di paesaggio e di agonismo, lungo tutti gli 80 km in cui si snoda questa corsa che ogni anno richiama tanti appassionati di trail da ogni angolo d’Italia, non senza disdegnare una nutrita presenza di stranieri.

TRANS D’HAVET ULTRA
La gara Ultra sulla lunghezza di 80 km e 5.500mD+ parte come sempre alla mezzanotte da Piovene e subito vede scattare in avanti Simone Vigolo, tra i favoriti alla vigilia della gara, seguito da Mark Penna e da un gruppetto di pazienti addetti alle retrovie con Affollati, Ferretto, Bassi e Basso che passano in questo ordine al Passo Xomo. Le Gallerie del Pasubio e le prime pendenze verso Campogrosso fanno però la prima selezione con Vigolo che prima rallenta e poi ammaina bandiera per lasciare il passo agli arrembanti Nicola Bassi ed Enrico Basso. Alessandro Affollati, ancora non nel pieno mood riesce però a tallonarli da vicino, ancora con i Ganassi Spallanzani e Ferretto. Ma è sul Boale dei Fondi che Affollati trova la giusta marcia, sale bene e si fa sotto e al Rifugio Fraccaroli è il primo a suonare la campanella della “Cima Coppi” davanti a Bassi e Basso. E con quest’ultimo che perdeva un po’ il passo, davanti Affollati e Bassi decidono di suonarsele a ripetizione in un testa a testa a dir poco mozzafiato. Giunti alla fine dei saliscendi che portano a Marana i due decidono allora di viaggiare insieme senza troppo infastidirsi e così, lanciate le discese ardite su Valdagno, un po’ a ripetere la chiusa del 2013 firmata da Luis Alberto Hernando e Kilian Jornet, i due si presentano affiancati sul traguardo per prendersi a pari merito il gradino più alto del podio. Dietro di loro, a poco più di 9 minuti e mezzo chiude Enrico Basso.

Nella gara femminile l’azzurra dello scialpinismo Martina Valmassoi era senza dubbio la prescelta dai pronostici e non ha deluso le attese tenendo testa a due dirette sfidanti del calibro di Irene Saggin e Nicol Guidolin. La bellunese non ha mai ceduto la testa della corsa, con la Saggin decisa a far sentire il fiato sul collo. Le due hanno appena 3’ di stacco al Passo Xomo, 5’ a Campogrosso, ma a quel punto la Valmassoi accelera e all’ultimo check point di Montefalcone il minutaggio era salito a 25’ di divario, quel tanto che è bastato alla portacolori della ASD S.S. Limonese di prendere con una certa tranquillità la via della finish line. Seconda una soddisfatta Irene Saggin e terza la triestina Nicol Guidolin.

«Abbiamo continuato a tastarci su tutta la parte in salita – spiegano all’arrivo i due vincitori Affollati e Bassi – poi ad un certo punto ci siamo guardati e ci siamo messi d’accordo. Non potevamo andare avanti così e abbiamo iniziato a scendere insieme per arrivare fianco a fianco all’arrivo. Percorso caldo ma come sempre bellissimo e tecnico.»

«Per me è stata la prima volta in gara qui sulle Piccole Dolomiti – è invece il commento di una trionfante Martina Valmassoi  – quindi ci stava un bel giro tutto d’un colpo. Prima di partire non sapevo ancora bene che sensazioni avere, sono rientrata da poco dall’America e forse ho ancora un po’ di jet lag. Il percorso è bello, vedere l’alba sulle 52 Gallerie è stato uno spettacolo. Nell’ultima discesa c’è troppa salita – scherza poi la bellunese – ma nel complesso non si può che fare i complimenti per la perfetta organizzazione e il bel tifo lungo tutto il percorso. Penso proprio che tornerò.»

RECOARO MARATHON
Sembrava invece scritta in partenza la gara sulla lunghezza di 42 km e 2.700 mD+ con un Diego Angella in gran spolvero che fin dalla partenza ha messo lo sguardo ben dritto davanti a sé e con buona probabilità non si è più voltato a guardarsi le spalle. Accelera subito e si mette in testa per fare l’andatura, per la serie “chi mi ama, mi segua”, a cui solo Andrea Pozzer e Daniele Di Ceglie sembrano voler provare a rispondere. I due, tuttavia, non riescono ad impensierire il bresciano di casa La Sportiva che si invola sul traguarda per segnare la sua quarta vittoria consecutiva in questa competizione. Dietro chiudono nell’ordine Di Ceglie e poi Pozzer.
Nella gara femminile è Sabrina Roncaglia a dare l’impressione di volersi prendere il titolo 2024, ma non fa i conti con Maddalena Carolo e l’olandese Marjelle Coppers. La Carolo spinge sul vertical che sale allo Chalet Montefalcone e si mette davanti e lì ci resta fino in fondo, per prendersi la medaglia d’oro davanti proprio alla Roncaglia e ad una più arretrata Coppers.

MONTEFALCONE HALF MARATHON
La “corta” di casa Trans d’Havet è una bella corsa energica, con i giusti dislivelli, 1.500mD+, spalmati nei suoi 24 km che da Recoaro Terme salgono a Recoaro Mille, al Passo di Rodecche per poi intercettare nel finale anche gli altri due tracciati maggiori. Qui è il veronese Mirko Zancarli a fare da regista, facendo vedere i fanali di coda al francese Girard Gregory Renaud e a Fabio Mocellin sulle pendenze del Rodecche. Nelle retrovie però scaldano nel frattempo i motori anche Giosuè De Franceschi e Mirko Marchi che sotto i cui contraccolpi a cedere è proprio il transalpino Girard che chiude quinto. Zancarli tiene duro e si presenta davanti a tutti al taglio del traguardo, con Mocellin che agguanta un secondo posto e Giosuè De Franceschi che chiude e sigilla il podio maschile.
Tentativi di testa a testa, invece, nella gara rosa con la triade di vicentine decise a darsi battaglia: Gaia Signorini, Veronica Maran e Martina Rigoni. La Signorini però sembra avere quel giusto boost in più che le permette di stare là davanti a sollevare la polvere. Le tre chiudono nell’esatto ordine, con la Maran ad appena 2 minuti, mentre per la Rigoni il divario finale sarà di 25 minuti.

Come di consueto, la sfilata degli arrivi non si è arrestata neppure nel pomeriggio e così proseguirà fino a sera inoltrata aspettando fino all’ultimo concorrente, accolto dai sorrisi e dagli applausi di un nutrito pubblico che affolla il rettilineo finale valdagnese.

PATROCINI
La gara gode dei patrocini delle Amministrazioni interessate dal percorso (Piovene Rocchette, Santorso, Schio, Posina, Valli del Pasubio, Vallarsa, Ala, Crespadoro, Recoaro Terme, Valdagno, Selva di Progno e Altissimo), e del fondamentale sostegno della Squadra Trasmissioni Protezione Civile A.N.A. di Vicenza, della Croce Rossa Italiana con i comitati di Schio e Valdagno, del C.N.S.A.S. con le stazioni di Schio, Arsiero, Rovereto, Ala, Verona, Recoaro Terme e Valdagno, delle Squadre Protezione Civile A.N.A. di Vicenza, dei Gruppi Alpini delle sezioni di Vicenza e Valdagno e delle Sezioni C.A.I. di Valdagno, Recoaro Terme e Arzignano.

SPONSOR E PARTNER
Trans d’Havet è resa possibile grazie alle centinaia di volontari che ad ogni edizione si danno appuntamento sulle Piccole Dolomiti per assicurare il migliore svolgimento possibile della manifestazione in ogni sua sfaccettatura. Impossibile dimenticare poi il prezioso sostegno degli sponsor con AGSM AIM, Oliviero Toyota, Masters, Why Sport, Wild Tee, Sambo Servizi, Manaly, Elleerre, Hotel Trettenero, Tutto Sport e Fattoria il Pomodoro. Sette i rifugi toccati: Malga Davanti Novegno, Rifugio Passo Xomo, Rifugio Papa, Rifugio Campogrosso, Rifugio Fraccaroli, Rifugio Scalorbi, Chalet Montefalcone.

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