22 Febbraio 2014 - 14.37

Trappolone per Tosi che poi affonda la corazzata Report

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di Alessandro Ambrosini (Notte Criminale)

Quante volte abbiamo visto svelare retroscena inquietanti dai giornalisti di Report? Quante volte abbiamo sentito Milena Gabanelli parlare di etica, di equidistanza politica, di bisogno di rigore nell’informazione? Tante, mai abbastanza. Vero è, che lo stesso rigore, alcuni dei suoi giornalisti non sempre l’hanno usato, non sempre hanno tenuto comportamenti corretti nei confronti dei loro colleghi, che erano anche fonti. Il confine tra l’eticamente corretto e la scorrettezza è una linea di demarcazione che spostano volentieri a seconda del bisogno,a seconda dell’occasione.

Oggi non ci sono colletti bianchi o politici corrotti sul banco degli imputati. Oggi, come migliaia di altre volte, sul banco degli imputati finisce proprio la trasmissione della Gabanelli e uno dei loro giornalisti: Sigfrido Ranucci. Oggi, non è la solita querela. Il film che viene trasmesso lascia poco all’immaginazione.
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Nelle prime ore del pomeriggio, il sindaco di Verona Flavio Tosi ha portato la querela per diffamazione al Procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia, allegando registrazioni di file audio video di una certa gravità. Queste provano il tentativo del giornalista di Report di costruire delle notizie false e diffamatorie a scapito del sindaco scaligero, cercando di acquisire il materiale necessario con metodi illeciti e con l’uso di denaro pubblico.
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Andiamo nel dettaglio:
Da giorni, Sigfrido Ranucci, si trovava nella città scaligera per fare un servizio sull’amministrazione locale e i presunti scandali in cui è stata investita ultimamente. Alla ricerca di un punto debole, o di qualcuno che volesse togliersi qualche sasso dalla scarpa, contattò Sergio Borsato, ex leghista dell’ala bossiana. Il giornalista chiese del materiale. Informazioni che potessero mettere in difficoltà il sindaco veronese ma, vista la finalità della richiesta, l’ex militante padano avvertì Tosi.
Dopo aver concordato il video- bluff, Borsato si incontrò due volte con Ranucci, a Roma e Padova. Con una microtelecamera. Durante questi briefing, l’ex leghista, affermò di essere in possesso di un video che avrebbe provato i rapporti di Tosi con la ‘ndrangheta, festini hard e tutto quello che poteva far cadere l’amministrazione .
Esca succulenta che, proprio nella microtelecamera troverà l’amo più letale. Queste registrazioni audio-video con microtelecamere, come ben sapete, sono una delle armi più usate da molti giornalisti per riuscire a “rubare” qualche indiscrezione lontano dai microfoni. Cose che si vedono spesso nei servizi in tv e che molte volte hanno generato buoni risultati. Ma questa volta, a finire nella rete, è finito Sigfrido. Con tutte le scarpe.
Nel video il giornalista di Report cercò di acquisire il materiale che gli poteva permettere di confezionare lo scoop nei confronti del sindaco:«L’obiettivo è Flavio», questo era il target da colpire. Il colloquio toccò molti punti delicati. Presunte relazioni pericolose con la ‘Ndrangheta, presunti ricatti nei confronti del sindaco, incontri hard e relative foto compromettenti. Infine, la richiesta e la trattativa per la consegna del presunto filmato hard in cambio di 15 mila euro. La costruzione di un finto scoop su un finto-video, esilarante.
In queste registrazioni sono poi svelate, dallo stesso Ranucci, i rapporti con tre Procure venete ( Venezia, Verona e Padova) e di avere fonti investigative di primissimo livello. Più volte parlò esplicitamente del comandante del Ros del Veneto e dei servizi segreti. Affermazioni di una gravità inaudita per ruolo e implicazioni.
Un fiume calmo ma in piena, questo è il sindaco Tosi che ha continuato dicendo: “Ha fatto affermazioni gravissime, dichiarando che la ‘ndrangheta mi avrebbe regalato Rolex d’oro, organizzato festini hard, raccolto fondi per la campagna elettorale. Per questo era alla caccia di questo fantomatico filmino con il quale la ‘ndrangheta mi ricatterebbe”.
Un suicidio quasi in diretta per il coautore della Gabanelli con cui dichiarò di avere un rapporto paritario all’interno della redazione, almeno a quanto afferma. Parlò di una “repubblica a parte”quando spiegò la struttura della trasmissione. Struttura che possiede fondi “paralleli” la cui provenienza è data da distrazioni all’interno del servizio pubblico televisivo.
Un bluff? Un momento di mitomania? Fatto sta che quel video-esca era pronto a comprarlo. E’ un fatto.
Report non ha fatto attendere molto la sua replica, anche se la difesa è un po’ debole. Un comunicato della stessa conduttrice all’Ansa ribatte:« Non è la prima volta che ci arriva una querela preventiva. Mi preme chiarire che in 17 anni di vita di Report non abbiamo mai speso un solo euro per pagare un informatore. Ci è stato proposto un video nel quale si parla di appalti pubblici, e che in passato sarebbe stato oggetto di ricatto. Per questo video ci sono stati chiesti soldi. Si è fatto intendere, come normalmente avviene in questi casi, una eventuale disponibilità, al solo fine di poter vedere i contenuti di questa registrazione. Nessun acquisto comunque – aggiunge Gabanelli – avrebbe in ogni caso avuto seguito. Sta di fatto che il video non lo abbiamo visto e nulla abbiamo mai comprato. Gli incontri-trappola organizzati da Tosi, li abbiamo registrati anche noi e se sarà necessario a tempo debito verranno trasmessi, ma integralmente. Al contrario di ciò che sostiene Tosi, Report non è una trasmissione politica e non ha simpatie o antipatie politiche, noi facciamo il nostro lavoro investigativo, le verifiche, e alla fine ciò che viene trasmesso sono solo le evidenze».
Più decisa la controreplica di Tosi che sempre tramite l’agenzia stampa ribatte « La documentazione audio e video allegata alla denuncia che ho presentato oggi al Procuratore della Repubblica di Verona e che ho diffuso alla stampa è integralmente quella che ci è stata fornita. Da essa risulta chiaramente e in modo inconfutabile che è vero esattamente il contrario di ciò che la signora Gabanelli afferma – aggiunge Tosi – che il video dal contenuto diffamatorio non è stato proposto al giornalista di ’Report’ Sigfrido Ranucci ma che è stato lui a cercare di chiedere insistentemente di acquistarlo con fondi Rai che sarebbero stati utilizzati in maniera irregolare come lui stesso descrive. Invitiamo la signora Gabanelli – conclude Tosi – a presentarsi domani alla Procura della Repubblica e a fornire immediatamente alla stampa la documentazione in suo possesso».
Una brutta storia per la trasmissione d’inchiesta più seguita e più pungente della televisione italiana. Una vicenda che rischia seriamente di minare la credibilità acquisita negli anni. Anni che hanno visto Report essere l’innesco per fare affiorare malaffare e corruzione nel nostro Paese. Sarà la magistratura a chiarire il tutto. Sarà un vaso di Pandora che si aprirà dopo questo scandalo o ci sarà un capro espiatorio ? Passerà tutto per un bluff o tutto rimarrà soffocato tra il nuovo Governo Renzi e il Festival di Sanremo?

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