26 Marzo 2024 - 12.53

Truffe on-line in tutto il Vicentino per oltre 50mila euro: 2 fratelli arrestati



Ieri mattina un’operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Vicenza, collaborati in fase esecutiva dai Carabinieri della Compagnia di Bagnoli (NA), ha portato all’arresto di due fratelli D.A. e D.A., di 33 e 35 anni, in esecuzione di una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Vicenza, su richiesta della Procura della Repubblica, nell’ambito di una complessa attività investigativa condotta dai Carabinieri della Stazione Piovene Rocchette per oltre venti truffe/utilizzi illecite di carte di pagamento consumate nella provincia berica, tra il gennaio e maggio 2023.
L’indagine dei carabinieri di Piovene Rocchette nasce da una truffa denunciata presso quel
Comando, da parte di un giovane di Santorso che, il 24 maggio 2023, aveva ricevuto diversi
messaggi dal mittente “PosteInfo” con i quali veniva informato che sulle carte prepagate a lui
intestate erano state registrate delle movimentazioni anomale, a cui conseguiva una telefonata da
parte di un sedicente operatore che anticipava l’arrivo di un corriere, incaricato del ritiro delle carte
bloccate e la contestuale consegna delle nuove. Il giorno successivo la vittima poteva constatare che
dalle proprie carte erano state eseguite operazioni di prelievo per 3.000 euro.
Le stesse modalità di truffa, venivano utilizzate quello stesso giorno in danno di un giovane di
Monte di Malo, a cui veniva truffati complessivamente 8.000 euro circa.
Analoghe truffe venivano consumate anche in altri comuni del vicentino (Thiene, Creazzo,
Cartigliano, Breganze, Fara Vicentino, Vicenza, Santorso, Zanè, Malo, Monticello Conte Otto,
Camisano Vicentino, Pozzoleone e Chiuppano), nel periodo dal gennaio 2023 al maggio 2023, per
un danno complessivo stimato in oltre 50.000 euro.
Le indagini consentivano di accertare che le truffe denunciate si sviluppavano con due modalità.
Prima modalità:

  • la vittima di turno riceveva un messaggio di testo da un mittente “PosteInfo” con il quale
    veniva informato che era stata registrata una anomalia sul conto corrente (il più delle volte
    veniva segnalato del movimento di denaro in uscita) con un collegamento ipertestuale che
    una volta cliccato consentiva di aprire una pagina internet fake di “poste italiane”;
  • seguivano la ricezione di ulteriori messaggi di testo con cui al correntista veniva anticipato
    un contatto telefonico con un operatore di poste italiane;
  • la vittima, in rapida successione, veniva contattato da un sedicente operatore di poste italiane
    informato dell’anomalia registrata dai sistemi sul conto, invitando la vittima di turno a
    seguire le istruzioni, che il più delle volte si concretizzavano in movimenti di denaro su altri
    conti/carte.

Seconda modalità:

  • la vittima di turno riceveva un messaggio di testo da un mittente “PosteInfo” con il quale
    veniva informato che era stata registrata una anomalia su carte prepagate (il più delle volte
    veniva segnalato del movimento di denaro in uscita);
  • seguivano la ricezione di ulteriori messaggi di testo con cui al correntista veniva anticipato
    l’arrivo di un corriere, incaricato da poste italiane, che si sarebbe occupato del ritiro delle
    carte bloccate, con la consegna di nuove carte;
  • effettivamente, presso le abitazioni delle vittime o luoghi di lavoro, giungeva il sedicente
    corriere incaricato da poste italiane, che in alcuni casi indossava anche indumenti
    riconducibili ad operatori di poste italiane.
    L’indagine dei carabinieri, sviluppata in modo tradizionale con escussioni testimoniali, attività di
    controllo del territorio nonché acquisizioni di immagini di videosorveglianza pubbliche e private,
    consentiva di raccogliere elementi di reità in capo ai due fratelli campani a carico dei quali la
    Procura della Repubblica di Vicenza richiedeva ed otteneva dal Giudice Per Le indagini Preliminari
    del Tribunale le misure cautelari custodiali degli arresti domiciliari.
    Nell’indagine veniva rimessa all’A.G. la posizione di ulteriori undici soggetti, per le ipotesi di reato
    di favoreggiamento, tutti intestatari di carte sulle quali venivano confluite le somme di denaro
    provento del raggiro.
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