Vacanze al mare: perché non scegliere il Veneto?
di Umberto Baldo
In questi giorni leggendo le cronache quotidiane su giornali e media non ho potuto non pensare ai molti italiani “impegnati” godersi le vacanze nelle nostre località turistiche.
Solo che le cronache di luglio, soprattutto quelle degli ultimi giorni, assomigliavano a veri e propri bollettini di guerra.
A parte il caldo terrificante, che c’è stato in tutta Italia, ma nelle regioni meridionali ha raggiunto livelli da Sahel, abbiamo visto uragani al nord, e poi incendi a non finire al Sud.
Mi sono quindi messo nei panni di un turista che avesse scelto ad esempio la Sicilia per le proprie ferie.
Un incendio all’aeroporto di Catania ha rallentato, per non bloccato quasi del tutto, il traffico aereo da e per l’isola, tanto che qualche giornale ha parlato di turisti “prigionieri” in Sicilia.
Alle difficoltà dei trasporti si sono aggiunti gli incendi, problema endemico del meridione (le cui cause con l’autocombustione c’entrano come i cavoli a merenda eh!).
Ma per non essere da meno, un po’ tutti i piromani “sudisti”, in una sorta di delirio emulativo si sono scatenati nella corsa al fiammifero, con il bel risultato che il fuoco è divampato in Sardegna, in Puglia, in Calabria, bruciando parti del patrimonio boschivo e creando non pochi problemi ai turisti, costretti ad evacuazioni che in certe situazioni si sono trasformate vere e proprie fughe per non rischiare la pelle.
Ma anche chi è andato in Portogallo, in Grecia, in Turchia, od in Croazia, si è trovato di fronte ad incendi devastanti che gli hanno sicuramente rovinato le vacanze.
Passando poi ai prezzi dei voli, ormai dimenticati i fasti delle compagnie low cost, i cui biglietti si sono allineati a quelli dei vettori “normali”, non si può non rilevare che nei primi sei mesi di quest’anno le tariffe dei voli dall’Italia — nazionali e verso l’Europa — sono salite del 47,5%, con giugno che si è chiuso con +52%.
E’ chiaro che dal punto di vista organizzativo si tratta degli strascichi della stagione del Covid, ma balza agli occhi che c’è anche tanta speculazione, tanto che un Milano-Palermo è arrivato a costare più di un Milano-New York.
E, ciliegina sulla torta, come sempre accade in questi giorni di fine luglio/ inizio agosto, puntualmente si assiste ad una inspiegabile (ma in realtà spiegabilissima con l’ingordigia delle Compagnie petrolifere) impennata dei costi dei carburanti alla pompa, a tutto danno degli automobilisti, o “vacanzieri” come li definiscono i telegiornali (in autostrada anche 2,5 euro/litro il rifornimento “servito”).
Se a tutto questo aggiungiamo i disagi (dalle code in autostrada ed ai musei ecc.), che comunque si incontrano nei viaggi in questo periodo di spostamenti massivi, mi sono chiesto: ma perché non scegliere le nostre spiagge venete, facilmente raggiungibili, e tutto sommato con servizi di ottimo livello?
Poiché qualcuno, commentando i miei pezzi sulla Croazia dei giorni scorsi, chiedeva maliziosamente se per caso ricevessimo finanziamenti da Jesolo o da Sottomarina, a scanso equivoci dichiaro a chiare lettere che Tviweb non riceve alcunché, ed io sono un signore non più giovane che scrive unicamente per diletto.
Tornando alla domanda, lo so che molti di voi stanno già protestando dicendo: ma vuoi mettere Sottomarina con Peschici, o Rosolina con Sorrento?
Ragazzi, non sono mica cieco; nella mia vita ho avuto modo di girare un po’ tutta l’Italia e le sue coste, e non sono così ottuso da pensare che il panorama di Scilla o di Capri o di Taormina o di Amalfi o dell’Argentario sia paragonabile a quello di una qualsiasi delle nostre spiagge.
E non posso certo negare che sulle coste scogliose e con fondali più profondi l’acqua sia più trasparente rispetto a quella del nostro mare.
Ma se ci pensate bene noi veneti non siamo usi dire “andiamo al mare” bensì “andiamo in spiaggia”, perché la nostra costa è una spiaggia continua che da Bibione si snoda ininterrotta fino al delta del Po.
Spero sia chiaro che il mio invito a prendere in considerazione la nostra costa veneta deriva dalla sola constatazione che, al di là dei luoghi comuni, superando la sindrome dell’ ”erba del vicino è sempre più verde”, si tratta di una scelta che presenta indubbi vantaggi.
Innanzi tutto, come accennato, la distanza, dato che da qualunque città veneta al massimo in poco più di un’ora si raggiunge l’Adriatico, con una evidente riduzione dei costi dello spostamento.
E poi perché non si tratta di una scelta “di ripiego”, di “spiagge di serie B”, di “spiagge dei poveri” come ancora vengono considerate da molti.
Perché dai confini friulani a quelli emiliani parliamo di spiagge di sabbia pulita e sottile, di un litorale lunghissimo e larghissimo, e di un mare che non sarà quello delle Regioni del Sud o di località esotiche, ma che comunque da anni riceve la Bandiera Blu.
Ma quali spiagge?
Proprio per non darvi l’impressione che questo sia un articolo promozionale pagato dagli operatori turistici, mi limito a dire che io ho sempre percepito il nostro litorale veneto come un continuum diviso a metà da Venezia e dalla sua laguna.
A voler essere pignoli si può quindi parlare di un litorale Nord, che va da Bibione a Cavallino, e di un litorale Sud che parte da Chioggia e arriva alle foci del Po.
Logico che la parte Nord, per questioni di prossimità, sia più frequentata ad esempio dai trevigiani, mentre la parte meridionale da padovani, vicentini, veronesi, rodigini.
Essendo padovano mi è sempre stato più comodo accedere alle spiagge “meridionali”, per cui pur non tralasciando località accoglienti come Bibione con le sue pinete, Caorle e la sua laguna, Eraclea, Jesolo, Cavallino, il Lido di Venezia, Pellestina, ecc. , di cui magari parlerò in un’altra occasione, oggi mi limito alle spiagge del litorale Sud.
Partendo da Chioggia e dalla sua spiaggia, Sottomarina, che quando ero piccolo ricordo era particolarmente consigliata dai pediatri per l’aria ricca di iodio.
Chi ha una certa età ha potuto vedere la crescita di Sottomarina, che è diventata una vera e propria città delle vacanze, anche se a mio avviso con qualche “sbavatura”.
Ad esempio ricordo che tanti anni fa si percorreva in auto o a piedi o in bici la strada che costeggia la spiaggia, godendo continuamente della vista del mare.
Adesso le istallazioni fisse di cui si sono dotati gli stabilimenti balneari hanno progressivamente ridotto la “vista mare”, mare che adesso è quasi invisibile, e ciò almeno per quanto mi riguarda costituisce un elemento negativo.
Resta comunque affascinante la zona vecchia e soprattutto la passeggiata sulla diga.
In ogni caso di tratta della realtà turistica più comoda da raggiungere dalla maggior parte delle località venete, sicuramente fra le più attrezzate per il turismo familiare, ma che offre comunque occasioni di divertimento anche ai giovani.
Un modello nettamente diverso è invece quello di Rosolina Mare, e non poteva essere diversamente visto che la località ricade in pieno nel territorio del Parco del Delta del Po, con tutte le limitazioni relative.
Rosolina si caratterizza per essere una penisola che si protende fra il mare e le valli da pesca, per la pineta che copre la maggior parte del territorio, per il suo sviluppo urbanistico incentrato più sulle casette singole che sui condomini.
Essendo il litorale tutto in mano al demanio pubblico, non si è potuto costruire in prossimità della spiaggia, ed il mare è fruibile percorrendo una splendida passeggiata ciclo-pedonale lunga un paio di chilometri, con una vista incomparabile.
Logica che questa località sia preferita da un turismo amante della natura (vedi foci dell’Adige e la spiaggia selvaggia di Caleri con il suo giardino botanico), attratto da una vacanza rilassante specie se con i bambini, più che da eventi mondani e discoteche.
Sempre in Comune di Rosolina si trova l’isola di Albarella. Peccato che, a differenza delle altre località di mare venete, si tratti di un’isola privata, esclusiva. Per potervi accedere e soggiornare è infatti necessario richiedere uno speciale permesso d’entrata, “giustificato” dalla necessità di preservare l’habitat dell’isola, con la sua vegetazione rigogliosa, e la fauna di daini, lepri, aironi e molte altre specie animali.
Da segnalare che da qualche anno sono sempre più frequentate spiagge immerse in un eco-sistema ancora piuttosto incontaminato quali Boccasette, Barricata e Scano Boa, tutte in Comune di Porto Tolle, inserite in un ambiente naturale unico qual è il delta del Po, che vi assicuro non ha niente da invidiare alla Camargue.
Alla fine di questi ragionamenti, quello che volevo trasmettervi è che magari non saranno le spiagge più spettacolari del mondo, magari non godranno del mare più limpido e trasparente d’Italia, ma di questi tempi di prezzi alle stelle forse vale la pena di considerare che le coste venete possono costituire una valida scelta alternativa, adeguata a chi cerca una vacanza a ritmo lento, a contatto con la natura.
Magari andare a Sottomarina o a Rosolina non farà figo come recarsi alle Maldive o a Mauritius, ma alla fin fine cosa si cerca in una vacanza se non il relax, qualche mangiata di buon pesce, e magari qualche puntatina verso Venezia e le altre splendide città venete?
Provate a pensarci, se magari dovete ancora decidere dove andare nelle prossime settimane.
Umberto Baldo