4 Luglio 2024 - 16.51

Vacanze all’estero? Troppo insicure: state in Italia!

di Alessandro Cammarano

Sono 38 milioni gli italiani che nell’estate 2024 trascorreranno almeno un giorno di vacanza in Italia o all’estero, mezzo milione in più rispetto al 2023, per una spesa media di 746 euro a persona, con un aumento del 12% nel confronto con lo scorso anno.

La modalità della vacanza più gettonata è quella dei tradizionali sette giorni, prediletta dal 28% di coloro che vanno in ferie, e un altro 25% si permetterà ferie fino a due settimane, mentre un 14% di benestanti si concederà fino a tre settimane fuori.

Ma c’è anche un 7% di nababbi che può permettersi un mese di vacanza e un 3% di multimilionari anche di più. Meno fortunato un 18% che non andrà oltre i tre giorni.

Il mare si conferma la località di vacanza per eccellenza, davanti a campagna e parchi naturali, con la vacanza green che è ormai entrata nelle abitudini dei vacanzieri. La montagna è al terzo posto davanti alle località d’arte.

Un italiano su tre passerà le vacanze nella sua regione di residenza, ma c’è anche un 29% che viaggerà all’estero, con una netta preferenza per l’Europa.

E da questi dati parte la nostra disamina sulle preferenze di nostri connazionali e sulla sicurezza, più percepita che reale, in vacanza.

L’italiano medio è ancora quello raccontato da Age e Scarpelli nelle commedie all’italiana, quello che al mare si porta i contenitori con l’insalata di riso – che al Sud diventa pasta al forno o parmigiana di melanzane – e impedisce ai figli di fare il bagno per tre ore dopo aver mangiato.

Siamo abitudinari, pantofolai, comodoni, poco portati alla novità e dunque caratterialmente propensi a giustificare qualsiasi nostra azione dando agli altri la colpa delle nostre scelte.

La vacanza all’estero è ancora per molti una sorta di tabù che però non si esprime attraverso argomentazioni fondate, limitandosi a biascicare luoghi comuni inascoltabili.

Il primo, e il più odioso, è “Ehhhh come si mangia in Italia, da nessun’altra parte”, dimostrando una chiusura mentale assoluta verso tutto ciò che esula dalla nostra zona di conforto.

Tra l’altro basterebbe provare la cucina giapponese autentica, o la varietà di sapori di quella libanese, tanto per citarne un paio, per convincersi del contrario.

Per la cronaca in Italia si mangia bene, non dappertutto, da non più di mezzo secolo, perché prima la trattoria media serviva pietanze di dubbia qualità e solo recentemente – imitando i nostri detestati cugini d’Oltralpe – abbiamo cominciato a lavorare sui “giochi di consistenze” e sulle “eccellenze del territorio”.

Che il nostro patrimonio artistico sia il primo al mondo è realtà assodata, ma generalmente chi ne parla con orgoglio tronfio non sa neppure in che regione sia il palazzo di Venarìa o l’isola di Ortigia.

Per la cronaca non è che il Louvre sia esattamente un sottoscala o il Sans-Souci di Potsdam una baracca, eh.

Tra i pretesti maggiormente in voga per dare giustificazione alla scelta di passare quindici giorni alla Pensione Cesira di Gatteo Mare – pensione completa e dolce la domenica, quest’ultimo sottoforma di un cucchiaio di marmellata di pesche a testa – invece che prendere un aereo o un treno c’è quello dell’“insicurezza”.

Ecco, dunque, una serie di scuse accampate dopo essersi “documentati” ovviamente su internet o citando come verità assolute i racconti del cugino della cognata del fratello di uno zio acquisito che siccome faceva il commesso viaggiatore e una volta aveva sconfinato in Francia dopo aver sbagliato strada a Bardonecchia, allora Bruce Chatwin gli fa un baffo.

In Spagna non si va perché a Barcellona sulle Ramblas ti rapinano di sicuro; vero in parte, soprattutto se sei un babbeo che gira con lo zainetto sulle spalle e magari pure mezzo aperto.

Stati Uniti? Non se ne parla! Ti sparano ovunque, anche a Times Square in pieno giorno! Come sue New York fosse Tombstone o il set di un qualsiasi Crime Scene Investigation.

Se giri per Lower Manhattan l’unico che rapina è il titolare della Steak-House acchiappaturisti dove hai incautamente deciso di mangiare.

Del Messico neppure parliamo, perché lì ti rapiscono proprio! Magari potrebbe pure capitare, se vai a fare una gara di shottini di tequila in una bettola della periferia di Tijuana, molto meno di frequente se opti per un resoti a cinque stelle ad Acapulco e le escursioni le vai a fare in gruppo e con la guida.

Non parliamo della Francia, la cui unica colpa è quella di non avere il bidet, ma che nell’immaginario popolare è quel paese dove potresti trovarti in mezzo ad una manifestazione di protesta e dunque a rischio di essere malmenato e calpestato.

In India non si va perché ti prendi brutte malattie, come anche in Africa: basta bere acqua imbottigliata e non mangiare per strada …

Dunque, al sushi autentico si preferisce la pasta al ragù, alla Bouillabaisse i bastoncini di pesce, al piacere della scoperta il lettino in decima fila al Bagno Giuseppone di Ladispoli: che tristezza.

Comunque, buone vacanze a tutti.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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