24 Marzo 2022 - 9.44

Vagina, prostata, ascelle, water e molto altro nelle pubblicità sfacciate e… inguardabili!

di Umberto Baldo

Non rimpiango certo il tempo in cui un evento naturale, connaturato alla fecondità femminile, e parlo ovviamente delle mestruazioni, era circondato da imbarazzi, e in certi casi anche da superstizioni.
Alle ragazze d’oggi sembrerà forse impossibile, ma non occorre certo tornare agli egizi o ai sumeri.
Basta semplicemente riandare al primo dopoguerra, quindi anni 50 del secolo scorso, per scoprire che gli assorbenti igienici di allora erano delle pezze di cotone o di lino che le donne lavavano dopo l’uso, ma quasi con vergogna, appendendole per asciugare al di fuori degli sguardi maschili.
Già perchè quelli che adesso si chiamano “quei giorni” erano una sorta di tabù, di cui si poteva accennare solo fra donne, e rigorosamente a bassa voce.
E quando sono arrivati sul mercato i primi assorbenti igienici femminili, gli antesignani di quelli attualmente in uso, ricordo che non solo non erano assolutamente esposti nei negozi, ma quando le donne andavano ad acquistarli li chiedevano con cenni od ammiccamenti o frasi d’intesa, e sicuramente mai davanti ad un rappresentante del sesso maschile.
Inutile dire che il prodotto veniva sempre celato in una borsa, o in un sacchetto, al riparo da sguardi indiscreti.
Questi amarcord mi sono ritornati in mente quando una di queste sere, mentre stavo cenando con mia moglie, in uno dei tanti intervalli pubblicitari è partito uno spot in cui si vede una bella e giovane ragazza bionda, seduta a gambe nude sul water che ci informa di “avere piccole perdite urinarie, niente di cui vergognarsi”, e chiede “perchè se la perdita è di sola pipì si usano ancora gli assorbenti per il ciclo?”.
Poi prende in mano un assorbente, lo innaffia con l’acqua di un vaso da fiori, e ci informa che con quel prodotto si è protette da perdite, odori e sensazione di bagnato”.
La conclusione è, testuali parole, “così rimane asciutta per tutta la giornata”, innescando inevitabilmente nel telespettatore un’associazione di idee legate alla domanda su “cosa” rimanga asciutta con quel particolare assorbente.
Immagino vi stiate chiedendo: ma perchè tutta questa meraviglia? Sono ormai anni che la pubblicità spiattella ormai tutte le problematiche legate a incontinenza urinaria, flatulenza, gonfiori addominali, problemi di pannolini e pannoloni, pruriti vaginali, sindromi isteriche in «quei giorni lì».
Indimenticabile uno spot in cui una giovane donna si rivolge con un sussurro alla madre dicendole “Mamma ho un prurito proprio lì”.
Al che la mamma, con l’espressione sorniona di chi di “pruriti lì” la sa lunga, la rassicura che spalmando la parte interessata con una apposita pomata il disturbo è destinato a sparire.
Inutile dire che allo spettatore, di fronte a tale scenetta, viene spontaneo esclamare “ma perchè non se la gratta!”.
O quello in cui un sano rapporto sessuale, chiamato però pudicamente “momento intimo” viene disturbato dalla “secchezza vaginale”, ovviamente superabile con una crema apposita, dopo aver spalmato la quale la signora esclama soddisfatta “primo lo evitavo, adesso lo cerco”.
Inutile dire che problemi fisici, anche legati alla sfera intima, ce li abbiamo anche noi maschietti, ma se osservate bene è sul corpo femminile che i pubblicitari si accaniscono.
Facendo una breve carrellata, partendo dall’alto, il primo problema per le donne di una certa età sono i denti, meglio la dentiera, risolvibile grazie a super adesivi che consentono alla signora di addentare una bella mela senza lasciarvi attaccati i denti posticci.
Sempre rimanendo al viso non si può non parlare della marea di prodotti che promettono il miracolo di togliere le rughe e le borse sotto gli occhi, relativamente alle quali la parola magica della pubblicità è “idratazione”.
E allora via con formule pseudo scientifiche di creme, che servono solo a illudere chi le utilizza che si possa fermare l’avanzare del tempo, i cui effetti dovrebbero invece essere affrontati con serenità, accettandoli.
Anche in questo caso miracoli non ne fa nessuno, tanto è vero che molte donne alla fine ricorrono alla chirurgia estetica, col risultato di assomigliare tutte a degli Avatar, in una sorta di effetto “fotocopia”.
C’è poi il problema del peso, anch’esso superabile usando le compresse brucia grassi, che, assunte anche dopo pasti abbondanti, bruciano le calorie in eccesso.
Arriviamo quindi alle ascelle, che per evitare che diano luogo ad effluvi tipici di uno scaricatore di porto, devono essere sempre depilate e profumate.
Qui la scelta è addirittura infinita; spray, gel, stick, roll-on … tutto per rendere la donna più desiderabile, e permetterle di schiaffare in faccia al partner l’ascella senza farlo svenire.
Andando un po’ più giù si arriva alle tette, che si sa con il passare degli anni, e magari con qualche gravidanza di mezzo, diventano come le stelle di agosto, un po’ “cadenti”.
Un vero cruccio per tutte le donne!
Anche qui i consigli dei pubblicitari si sprecano, e quindi via con ogni tipo di creme rassodanti che a loro dire, dopo qualche applicazione, fanno apparire il seno di una donna in età come quello di un’adolescente.
Sulle cause di questa aumentata “gravità” le spiegazioni si sprecano; e vanno dalla vita sedentaria al fumo, dalla poca ginnastica alla postura scorretta.
Nessuno che dica la verità, che spieghi cioè che sono gli anni che passano la vera causa della caduta delle tette, e che l’unico modo per farle sembrare più toniche è indossare un reggiseno tosto, e non quelli velati che si possono permettere solo le ragazze.
Ma anche la “cellulite” è un problema che i pubblicitari sanno essere molto sentito dalle donne in generale, anche da quelle giovani.
Qui le parole chiave usate da questi “pifferai” sono “drenante”, “antiossidante”, “antinfiammatorio”.
Assieme agli assorbenti il tema più trattato è poi quello dei “gonfiori della pancia”.
A stare alla pubblicità le donne che godono di un’evacuazione normale si dovrebbero contare sulla punta delle dita.
Qui le signore che non riescono a chiudere la gonna o i jeans per il gonfiore addominale hanno a disposizione una vera e propria farmacia, che promette un intestino meno pigro, e garantisce inoltre di risolvere anche problemi di meteorismo ed aerofagia.
Inutile addentrarci nei rimedi proposti per favorire lo svuotamento addominale, dagli yogurth alle tisane, ai cereali ricchi di fibre.
Mi attizza sempre il consiglio di assumere certe marche di acqua, che oltre a far fare “tanta plin plin”, promettono di trasformare l’intestino in un vulcano in eruzione.
Se però, ma sembrano casi più rari, il problema è la diarrea, i rimedi suggeriti per evitare che la signora se la “faccia addosso” non mancano, unitamente ovviamente a quelli per contrastare emorroidi, ragadi e pruriti anali.
Ho cercato di descrivere in modo leggero, e forse scanzonato, il fatto che i programmi televisivi sono interrotti sempre più frequentemente, ad ogni ora del giorno, anche le meno opportune, da spot pubblicitari inguardabili quanto ai messaggi contenuti, ma imperdibili per la loro unicità e sfacciataggine.
Spot che, a parte i prodotti “prostatici” molto gettonati, hanno per protagoniste quasi esclusivamente donne, i cui disturbi sono spesso dipinti in maniera grottesca, ridicola, e talvolta umiliante, con signore sgocciolanti urine e perdite vaginali, oltre che perpetuamente afflitte da problemi di meteorismo e blocco intestinale.
Pensate come prenderebbero questi spot i poeti del dolce stil novo, quelli che hanno cantato la “donna angelicata”, quasi eterea e al di sopra delle bassezze del corpo materiale.
Fossi una donna mi ribellerei a questa narrazione, e l’unica cosa da fare è quella di credere meno alle promesse di una pubblicità che decisamente sta superando i limiti del buon gusto.
E di conseguenza non comprare i prodotti reclamizzati, che rappresentano per chi li produce un business colossale.
Umberto Baldo

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