17 Agosto 2022 - 9.46

Vale più il cuore o la rappresentanza? La strana scelta del Pd vicentino

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Quando un politico vi racconta di aver fatto una scelta con il cuore, c’è sempre da diffidare. E’ una massima di esperienza che con gli anni si è sempre confermata e anche le più recenti vicende che riguardano il Partito Democratico a Vicenza non fanno eccezione.
Ha detto di aver seguito il cuore, Giacomo Possamai, quando ha rifiutato la proposta di Enrico Letta e di Claudio Martella che lo avrebbero voluto fra i giovani (che pure a livello nazionale ci sono) nominati come capolista alla Camera. Lui poteva avere quel ruolo in Veneto e a Vicenza e invece il cuore gli ha suggerito di rimanere a fare il capogruppo in Regione e, probabilmente fra qualche mese, il candidato sindaco di Vicenza.
Dice di aver fatto una scelta simile anche Achille Variati che si è similmente sfilato da una possibile candidatura a capogruppo per restare in umile attesa che si liberi un posto in Europa, un posto per il quale era stato votato da 50 mila veneti e che gli era sfuggito per una manciata di preferenze. Se ora il leader di Azione, che a Bruxelles ci era arrivato con i voti del Pd, dovesse lasciare libero quello scranno per fare politica attiva in Parlamento a Roma come sembra assai probabile, ecco che per Variati le porte dell’Europa si spalancherebbero e lui andrebbe a far compagnia alla nemica-amica Alessandra Moretti.
Si poteva e si doveva, a questo punto, cercare comunque un rappresentante del territorio da proporre all’elettorato vicentino e veneto e invece no, forse il tempo non c’è stato, forse due rifiuti sono stati davvero troppi e la soluzione è stata ufficializzata con la Direzione del partito nella serata-notte. Il capogruppo alla Camera per Veneto e Lombardia sarà nientemeno che Enrico Letta, il segretario nazionale. Certo, oggi questa scelta può essere venduta come la volontà di mettere un pezzo da novanta a contrastare i big della Lega e di Fratelli d’Italia, un segnale di attenzione verso il Nord-Est produttivo. Ma in realtà non ci crede nessuno: la verità è che questo territorio resterà senza un parlamentare di riferimento, senza la possibilità per i cittadini di avere un parlamentare eletto al quale rivolgersi per risolvere problemi e discutere dei temi importanti. Insomma, la si può mettere in tanti modi, ma alla fine Enrico Letta non avrà né il modo né il tempo di venire a Vicenza nel fine settimana, non ascolterà i veneti e nemmeno i vicentini e questo territorio avrà perso una ulteriore occasione per contare là dove è importante avere avere una voce, per quanto flebile.

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