Vale più il cuore o la rappresentanza? La strana scelta del Pd vicentino
Quando un politico vi racconta di aver fatto una scelta con il cuore, c’è sempre da diffidare. E’ una massima di esperienza che con gli anni si è sempre confermata e anche le più recenti vicende che riguardano il Partito Democratico a Vicenza non fanno eccezione.
Ha detto di aver seguito il cuore, Giacomo Possamai, quando ha rifiutato la proposta di Enrico Letta e di Claudio Martella che lo avrebbero voluto fra i giovani (che pure a livello nazionale ci sono) nominati come capolista alla Camera. Lui poteva avere quel ruolo in Veneto e a Vicenza e invece il cuore gli ha suggerito di rimanere a fare il capogruppo in Regione e, probabilmente fra qualche mese, il candidato sindaco di Vicenza.
Dice di aver fatto una scelta simile anche Achille Variati che si è similmente sfilato da una possibile candidatura a capogruppo per restare in umile attesa che si liberi un posto in Europa, un posto per il quale era stato votato da 50 mila veneti e che gli era sfuggito per una manciata di preferenze. Se ora il leader di Azione, che a Bruxelles ci era arrivato con i voti del Pd, dovesse lasciare libero quello scranno per fare politica attiva in Parlamento a Roma come sembra assai probabile, ecco che per Variati le porte dell’Europa si spalancherebbero e lui andrebbe a far compagnia alla nemica-amica Alessandra Moretti.
Si poteva e si doveva, a questo punto, cercare comunque un rappresentante del territorio da proporre all’elettorato vicentino e veneto e invece no, forse il tempo non c’è stato, forse due rifiuti sono stati davvero troppi e la soluzione è stata ufficializzata con la Direzione del partito nella serata-notte. Il capogruppo alla Camera per Veneto e Lombardia sarà nientemeno che Enrico Letta, il segretario nazionale. Certo, oggi questa scelta può essere venduta come la volontà di mettere un pezzo da novanta a contrastare i big della Lega e di Fratelli d’Italia, un segnale di attenzione verso il Nord-Est produttivo. Ma in realtà non ci crede nessuno: la verità è che questo territorio resterà senza un parlamentare di riferimento, senza la possibilità per i cittadini di avere un parlamentare eletto al quale rivolgersi per risolvere problemi e discutere dei temi importanti. Insomma, la si può mettere in tanti modi, ma alla fine Enrico Letta non avrà né il modo né il tempo di venire a Vicenza nel fine settimana, non ascolterà i veneti e nemmeno i vicentini e questo territorio avrà perso una ulteriore occasione per contare là dove è importante avere avere una voce, per quanto flebile.