28 Agosto 2023 - 10.19

Vandalismi a Recoaro: 5 mila euro di danni, il Comune denuncia

Il Comune non ci sta e deposita la denuncia: a pagare è l’intera comunità. Alzata di scudi sia dal Soccorso Alpino che dal mondo venatorio.

Nuovo episodio di vandalismo nell’area delle Montagnole, tra Recoaro Mille e località Gazza dove nei giorni scorsi sono letteralmente scomparse due grandi bacheche in legno insieme ad un segnavia. I fatti si aggiungono agli episodi già registrati solo pochi mesi fa lungo la nuova pista di downhill di Montefalcone. Il nuovo “colpo” operato da ignoti ha causato danni stimati in circa 5.000 euro. E se il Comune ha già disposto la realizzazione della cartellonistica sostitutiva ha anche provveduto a presentare opportuna denuncia per furto ai Carabinieri.

“Le bacheche scomparse erano state realizzate e posate dall’allora Comunità Montana Agno-Chiampo nel 2010 – ha spiegato il Sindaco Armando Cunegato – e rappresentano un prezioso accompagnamento nella visita di uno dei tracciati più noti della montagna recoarese: il Sentiero dei Grandi Alberi. Quanto accaduto è a dir poco vergognoso poiché ancora una volta a farne le spese è l’intera comunità recoarese. Per un territorio che sta cercando con non poche difficoltà di offrire una degna accoglienza a visitatori e turisti queste azioni di disturbo sono solo un danno. Quello che ci delude ancora di più è che con buona probabilità gli autori sono persone del posto. Contiamo sugli approfondimenti che potranno fare le Forze dell’Ordine dopo la nostra denuncia. Voglio però sperare anche in un seppur tardivo ripensamento da parte di questi vandali e chiedo che le bacheche possano essere restituite.”

L’accaduto ha suscitato lo sdegno anche della locale stazione del Soccorso Alpino che ha ricordato come la rimozione di segnaletica in area montana può rappresenta un serio pericolo per chi non ha conoscenza di queste zone. Senza segnavia e cartelloni informativi posizionati in posizioni strategiche il visitatore meno esperto corre il rischio di perdersi e di finire su tracciati meno adatti, per non parlare di chi potrebbe trovarsi in tali difficoltà da vedersi costretto anche ad attivare i soccorsi.

Ad alzare gli scudi a condanna del furto sono stati anche i referenti delle sezioni CAI di Recoaro Terme e Valdagno che hanno spiegato come anche loro siano in diverse occasioni alle prese con chi non sa nemmeno cosa sia l’amore per la montagna. “La manomissione o l’asportazione della segnaletica in montagna – fanno sapere i due Presidenti, Rosetta Zarantonello e Guido Cariolato – è un atto gravissimo che può arrivare anche a mettere a repentaglio la vita di un escursionista meno esperto il quale, non trovando i segnavia corretti potrebbe perdersi o finire su percorsi pericolosi”.

Netta presa di posizione, infine, anche dal mondo venatorio, da sempre impegnato a garantire il presidio del territorio non solo nei periodi di caccia, ma anche con specifiche azioni di manutenzione, pulizia e sensibilizzazione attraverso i propri praticanti. Alberto Bosa, referente per il Comprensorio Alpino 1 Recoaro Terme, spiega che: “simili vicende rendono sempre più urgente una regolamentazione nella fruizione della montagna, a partire dal sistema di parcheggi. Chi danneggia in qualunque modo la montagna disprezza l’azione di tutela e prevenzione che svolgono quotidianamente decine di persone che, al contrario di questi soggetti, hanno davvero a cuore Recoaro Terme e le sue bellezze naturali.

“Il timore che si tratti di persone del posto – ha concluso il consigliere delegato Paolo Asnicar, tra i primi ad essere informati del danneggiamento – impone che anche il visitatore vada sensibilizzato al rispetto del territorio e delle proprietà private, aspetto questo che crea spesso attriti tra i proprietari di case e baite e i turisti. Siamo convinti che le proprietà private vadano tutelate, ciò non significa che singoli proprietari possano arrogarsi il diritto di stabilire regole sul territorio senza averne alcun titolo, pensando magari che il danneggiamento e la rimozione della segnaletica sia un modo per far capire le proprie ragioni. L’unico risultato è quello di creare condizioni potenzialmente pericolose per il frequentatore che non conosce eventuali percorsi alternativi, come hanno ben ricordato anche il Soccorso Alpino e le locali sezioni CAI”.

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