VENETO – Abbandono rifiuto speciali, denunciato imprenditore
Ancora un intervento sul territorio da parte dei finanzieri del Comando Provinciale di Rovigo che nei giorni scorsi hanno proceduto al sequestro di due aree ritenute inquinate.
La costante attività di osservazione ha infatti consentito di individuare un imprenditore del settore del commercio di auto operante nell’alto Polesine che su due aree di proprietà aveva, secondo gli investigatori, collocato in stato di abbandono diverso materiale edile, ferroso ovvero contenente amianto nonché autoveicoli e parti di essi non bonificati depositati sul terreno.
Anche i capannoni utilizzati dall’impresa risultavano, secondo gli inquirenti, ricoperti da materiale apparentemente costituito da eternit che risultava ammalorato e con parti mancanti. All’interno di questi edifici sono poi stati rinvenuti altri rifiuti ritenuti pericolosi in quanto costituiti da un gran numero di autovetture, motoveicoli e natanti in condizioni di scarsa sicurezza attesa l’assenza della prescritta certificazione di prevenzione degli incendi.
Gli autoveicoli, infatti, soprattutto se collocati su terreni, devono essere bonificati di tutti i materiali inquinanti (olio, carburante, acidi, etc) che, percolando, posso infiltrarsi nel suolo.
Ulteriori cautele devono essere adottate nel trattamento di materiale contente amianto che una volta recuperato richiede particolari modalità di stoccaggio e comunque a cura di imprese autorizzate.
All’interno di questo quadro di elementi è stato quindi richiesto l’intervento di personale dei Vigili del Fuoco e dell’Arpav di Rovigo per gli aspetti di competenza di questi.
In tale contesto, i finanzieri della Tenenza di Occhiobello coordinati dal Gruppo di Rovigo, verificata la pericolosità dei rifiuti, confermata in prima battuta dai tecnici intervenuti, e lo stato di abbandono degli stessi, hanno proceduto al sequestro penale delle due aree di circa 1.000 Mq, oltre che al sequestro di circa 400 Mq di materiale costituito da Eternit e 8 autoveicoli identificati come “rifiuti speciali”, ritenendo configurati – in ipotesi accusatoria – la violazione di cui all’art. 192 (divieto di abbandono) del D. Lgs. n. 152 del 03.04.2006 (Testo Unico delle Leggi Ambientali), punita, nel caso in trattazione, ai sensi dell’art. 256, comma 2 (che prevede l’applicazione delle pene ai titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui all’art. 192 del medesimo Decreto Legislativo), con l’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda da euro 2.600 ad euro 26.000.
In relazione alla presenza delle lastre in fibra di amianto e ai rifiuti “pericolosi” individuati, dopo aver eseguito ulteriori e necessari accertamenti per la esatta classificazione, la competente Agenzia Regionale Prevenzione e Protezione Ambientale per il Veneto procederà agli adempimenti di competenza emettendo apposite prescrizioni per la bonifica delle aree interessate.
Il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e il sequestro probatorio d’iniziativa (art. 354 c.p.p) eseguito dalla Guardia di Finanza è stato convalidato dalla Procura della Repubblica di Rovigo.