VENETO – Allevatori in piazza e… in acqua
Contro la chiusura delle stalle gli allevatori veneti scendono in piazza e… in acqua. Grande successo della manifestazione “Un giorno da allevatore”, organizzata da Coldiretti ed Arav, Associazione regionale allevatori del Veneto, svoltasi questa mattina nei pressi di piazza San Marco a Venezia, alla presenza di numerosi politici e dei due candidati a governatore del Veneto, Alessandra Moretti e Luca Zaia. “È stata una giornata proficua – spiega il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola – perché siamo riusciti ad interessare il mondo politico ed istituzionale ed anche i cittadini consumatori, a cui abbiamo cercato di spiegare ciò che accade nella filiera produttiva, distributiva e commerciale dietro al latte che quotidianamente consumano”. Il 75 per cento del latte commercializzato, infatti, è straniero, stando al recente dossier “L’attacco alle stalle italiane” presentato da Coldiretti in occasione della più grande operazione di mungitura pubblica mai realizzata in Italia e nel mondo con Ministri del Governo, governatori delle Regioni, sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale nelle stalle allestite nelle principali città italiane per mungere, dare da mangiare e custodire gli animali. Ad essere spacciato come italiano è il latte proveniente soprattutto da Germania, Francia, Austria, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia ed Olanda. Non meno preoccupante la diffusione di cagliate da impiegare nella produzione di mozzarelle, che arrivano dai Paesi dell’Est per un quantitativo che ha raggiunto il milione di quintali l’anno. Un’attività che mette duramente a rischio la vita delle stalle vicentine ed italiane in genere. “L’effetto della diffusione nei mercati di questi prodotti stranieri – aggiunge il presidente Martino Cerantola – è deleterio e sta già determinando la chiusura delle stalle anche nel nostro territorio vicentino. Ed a questo si aggiunge il ridotto prezzo del latte, pagato agli allevatori in media 0,35 euro al litro, mentre nella catena distributiva viene venduto ad oltre quattro volte tale importo”. A rischio l’agroalimentare italiano, con 36mila allevamenti che producono 11 milioni di tonnellate di latte bovino di produzione complessiva e generano nella filiera un valore di 28 miliardi di euro con quasi 180 mila gli occupati della filiera. “Oltre al rischio di perdere le nostre tipicità, con la chiusura di molte aziende e la perdita di altrettanti posti di lavoro – conclude il presidente Martino Cerantola – è evidente che sarà altrettanto significativo l’impatto sul turismo e l’indotto che l’agroalimentare genera”.