VENETO – Caporalato, evasione e riciclaggio: denunciate 29 persone
Le Fiamme Gialle del Gruppo Villafranca di Verona, al termine di un’indagine coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica, Dott.ssa Maria Diletta Schiaffino e Dott.ssa Claudia Bisso, hanno denunciato tre persone per i reati di caporalato, evasione fiscale, autoriciclaggio e truffa ai danni della pubblica amministrazione, oltre a ulteriori 26 individui per indebita percezione del reddito di cittadinanza e dell’indennità di disoccupazione.
È stato scoperto un sodalizio criminale che gestiva una società operante nel settore della vigilanza privata, con sede nel villafranchese, coinvolta in gravi attività illecite.
Le indagini sono iniziate con un’ispezione fiscale presso la sede dell’azienda, dove sono stati acquisiti documenti e i contenuti dei pc aziendali. Riscontrate le prime irregolarità, sono stati avviati controlli con i fornitori e i clienti della società e sono stati ascoltati i dipendenti. Le testimonianze hanno rivelato condizioni di sfruttamento: turni di lavoro estenuanti, minacce di ritorsioni per la richiesta di permessi o riposi, assenza di riposi settimanali e ferie, obbligo di lavorare anche durante infortuni documentati, mancata corresponsione di indennità per lavoro notturno, straordinario e festivo, lavoro senza le necessarie abilitazioni, retribuzioni non conformi ai contratti collettivi nazionali, e obbligo di firmare fogli di dimissioni in bianco per chi non accettava le condizioni imposte. Inoltre, è stato accertato che la società ha impiegato, in più anni d’imposta, 90 lavoratori in nero e circa 180 lavoratori irregolari.
Gli amministratori della società, per ridurre il versamento delle ritenute previdenziali, elargivano parte dello stipendio mediante fittizi rimborsi chilometrici, configurando così il reato di truffa ai danni di un ente pubblico.
La società ha inoltre evaso circa 3,5 milioni di euro in imposte dirette e non ha versato circa 630 mila euro di IVA, motivo per cui gli amministratori sono stati denunciati per omessa dichiarazione. Parte dei proventi del reato tributario sono stati riciclati pagando in contanti gli stipendi di alcuni dipendenti in nero, per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro.
Questi comportamenti hanno consentito a 26 dipendenti di ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza per un totale di 74 mila euro e l’indennità di disoccupazione per un totale di 75 mila euro. I dipendenti non hanno dichiarato la parte di stipendio percepita in nero nelle relative istanze, ottenendo così prestazioni sociali non dovute.
La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo al termine del giudizio con sentenza irrevocabile, in base alla presunzione di innocenza prevista dall’art. 27 della Costituzione.
Questa attività di servizio testimonia l’impegno costante delle Fiamme Gialle nel presidiare la sicurezza economico-finanziaria del territorio scaligero, garantendo il corretto utilizzo delle forme di assistenza sociale previste dal nostro ordinamento e tutelando i diritti dei lavoratori e degli imprenditori onesti.