VENETO – Chiude dopo 50 anni “23 Dischi”, il negozio-istituzione per appassionati dei musica
Cinquant’anni di novità musicali, dischi introvabili, provenienti dagli Usa e dal resto del mondo, un passaggio irrinuciabile anche per gli artisti che si sono trovati a transitare a Padova.
“Il 23 Dischi”, un’istituzione nel campo della produzione musicale, si appresta ad abbassare le serrande, dopo mezzo secolo da protagonista.
Passando indenne tutte le mode, dal viniile, alle audiocassette, ai cd, ai supporti video – nonostante la concorrenza del web – ritornando all’origine, il vinile, che si è imposto nuovamente.
Le 6 vetrine di Via Barbarigo (zona Duomo), sormonatate dall’iconica scritta al neon ‘Il Ventitrè’ – numero civico originario dell’immobile – sono state la calamita per generazioni di clienti. Oggi vi entrano i nipoti di chi negli anni ’70-’80 cercava qui i famosi ‘bucati’ americani, i dischi d’importazione Usa che nessun’altro aveva.
Maurizio Boldrin, 75 anni, titolare del “il 23”, un passato da batterista di livello, con artisti come Pino Donaggio, Milva e molti altri, spiega che l’esercizio chiuderà perchè non c’era alternativa. L’età di chi lo ha gestito per tanto tempo, 7 giorni su 7, e l’impossibilità di lasciarne le redini ad altri.
La bottega abbasserà le serrande entro la fine di luglio. Le foto appese nel negozio con le icone di blues, rock e del jazz entrate qui, testimoniano che “il 23” per mezzo secolo è stato pasaggio obbligato per gli amanti della buona musica, e degli artisti che cercavano nei contenitori, come semplici clienti, rarità e long playing difficili da reperire altrove.
Solo per citarne alcuni in epoca recente, Roger Daltrey (la voce degli Who), Daiana Krall, e anche Toni Servillo – ricorda Boldrin – fresco di Oscar, in tournee a Padova non resistette al richiamo delle copertine – con le scritte a mano “da non perdere”, “fantastico”, “rarità” – esposte nelle vetrine del ’23’.
(ANSA).