VENETO – Comprano appartamento di pregio con i soldi della prostituzione: sequestro della Finanza
Recentemente, il personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza e della Questura di Padova ha dato esecuzione a un decreto di confisca, sebbene non definitivo, emesso dalla Sezione Distrettuale delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia.
Nel luglio 2023, l’appartamento in questione era stato sottoposto a sequestro mediante un provvedimento del Tribunale di Venezia. Questo intervento è stato effettuato a seguito di accertamenti patrimoniali che hanno rivelato, nei confronti di due soggetti di origine cinese, la disponibilità di beni il cui valore era notevolmente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
L’immobile di pregio, di circa 160 mq, è stato successivamente affidato a un amministratore giudiziario nominato dall’autorità giudiziaria. Le indagini patrimoniali sono state condotte dalla Divisione di Polizia Anticrimine – Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Padova e dalla Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. Queste indagini hanno coinvolto due coniugi, con precedenti penali e di polizia legati a reati come lo sfruttamento della prostituzione e reati legati agli stupefacenti.
I coniugi sono stati considerati socialmente pericolosi in base alle disposizioni del cosiddetto “Codice antimafia”, poiché hanno mostrato una palese discrepanza tra il valore del loro patrimonio e i redditi dichiarati nel corso degli ultimi dieci anni.
Durante le indagini è emerso che l’immobile sequestrato fungeva da residenza familiare per la coppia e anche per la sorella del marito, che era cointestataria dello stesso. È stato inoltre scoperto che il mutuo ottenuto, pari all’80% del valore dell’immobile, è stato concesso sulla base di dichiarazioni non veritiere. Questo acquisto è avvenuto nello stesso periodo del procedimento penale relativo allo sfruttamento della prostituzione.
In particolare, è stato scoperto che i fondi utilizzati per pagare le rate del mutuo, strumentalmente richiesto per mascherare l’origine del denaro, provenivano da bonifici bancari provenienti da carte prepagate e da versamenti di denaro contante, considerato provento dei reati menzionati.
Dopo un esame dettagliato della situazione, la Sezione Distrettuale delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia ha deciso di confermare il sequestro precedentemente eseguito e ha ordinato la confisca dell’immobile.
Questa operazione congiunta della Guardia di Finanza e della Questura di Padova fa parte di una più ampia strategia volta a contrastare le ricchezze di origine illecita utilizzando gli strumenti forniti dalla normativa antimafia. Inoltre, ha un significativo valore sociale poiché consente di restituire alla collettività patrimoni accumulati nel tempo dalla criminalità.