6 Marzo 2018 - 12.16

VENETO – Consumo del suolo, Assessore regionale: “Nessuna cementificazione”

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La nuova legge sul contenimento del consumo del suolo prevede l’obiettivo europeo del consumo “0” al 2050. La Regione Veneto non solo rispetterà pienamente tale obiettivo, ma con il provvedimento della Giunta, per di più, pone le condizioni per rimanere ben al di sotto delle superfici di suolo libero edificabili oggi presenti nelle pianificazioni dei Comuni, avendole tagliate di oltre il 40% . Non ci sarà quindi nessuna cementificazione ma semmai, il contrario. Risponde così l’assessore regionale al territorio e all’urbanistica alle accuse del Partito Democratico sui contenuti del provvedimento della Giunta veneta sulla ripartizione della quantità massima di consumo di suolo ammesso, all’esame della Seconda Commissione Consiliare di Palazzo Ferro Fini. “È un provvedimento – sottolinea l’assessore – che, in ottemperanza alla legge, ha impegnato le nostre strutture in una complessa e articolata attività, prima di ‘ricognizione’, con la richiesta ai 575 Comuni veneti di conoscere la loro capacità edificatoria e poi elaborando i dati pervenuti dalle 541 amministrazioni comunali che hanno risposto con grande senso di responsabilità, per definire la quantità massima di consumo di suolo ammessa nel territorio regionale fino al 2050”. “Che quella del Pd sia una polemica pretestuosa – puntualizza l’assessore – è dimostrato da quanto è accaduto durante le audizioni della Commissione su questo provvedimento: i rappresentanti dell’Anci, infatti, hanno manifestato la loro preoccupazione non certo per il rischio di cementificazione del territorio, paventato artatamente dai consiglieri del Pd, ma piuttosto sulla scarsità di superficie di suolo disponibile in talune realtà territoriali”. “È del tutto fantasiosa – prosegue l’assessore – anche l’accusa di aver operato dei tagli lineari tra i Comuni: la Giunta, nelle valutazioni effettuate, ha tenuto in debita considerazione aspetti importanti quali le specificità dei territori (montagna, collina, pianura e costiero), le caratteristiche qualitative, idrauliche e geologiche dei suoli, lo stato della pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistica, le vocazioni agricole dei terreni, le situazioni di tensione abitativa. Come pure non è corretto effettuare un semplice confronto numerico tra la quota assegnata ai Comuni e il numero di abitanti, senza considerare la destinazione d’uso delle superfici. Emblematico, in tal senso, è il caso del Comune di Canda, in provincia di Rovigo, per il quale in modo fuorviante e semplicistico è stata messa in rapporto la superficie assegnata con il numero degli abitanti, senza tener conto dell’effettiva destinazione d’uso delle superfici edificabili: la superficie complessiva di oltre 165 ettari indicata, infatti, comprende un’area produttiva di 154 ettari, mentre quella residenziale risulta di soli 10,50 ettari, che, rapportata agli abitanti insediati, porta a un valore di 113,7 mq/abitante, decisamente inferiore a quanto sbandierato da qualche consigliere”. “Noi stiamo rispettando non solo i tempi previsti dalla legge – conclude l’assessore – ma anche i criteri fissati dalla stessa per la definizione della quantità massima di consumo di suolo. Questa è solo la prima fase di applicazione della legge ma, come abbiamo sempre sostenuto, stiamo già lavorando per dare corso ad ogni azione possibile per promuovere processi di riqualificazione urbana, riqualificazione edilizia e ambientale e rigenerazione urbana sostenibile. Il che rappresenta il vero cuore delle politiche attive della Regione e la vera sfida per il futuro sviluppo urbanistico del Veneto”.

 

 

 

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