14 Gennaio 2016 - 16.27

VENETO – Donazzan: "Sì a creazione di Guantànamo italiana"

gitmo

Molti di noi la conoscono grazie all’ampia letteratura e i numerosi film dedicate alle sue vicende. Guantanamo è la famigerata prigione statunitense di massima sicurezza interna alla base navale di Guantánamo, sull’isola di Cuba. Favorevole alla creazione di una struttura analoga in Italia è l’assessore veneto di Forza Italia, Elena Donazzan, che interviene dopo l’espulsione del salafita macedone Ljimani Redjep dal Veneto.
“È l’ennesimo caso di persone che si rivelano a pieno titolo incompatibili con la nostra civiltà e che addirittura potrebbero rivelarsi pericolosi per la nostra sicurezza. C’è chi dice che non si può generalizzare, che i combattenti sono una minoranza tra i fedeli musulmani, che le prime vittime del fondamentalismo sono gli islamici moderati. Io dico invece che non dobbiamo abbassare la guardia e che, anzi, forse, dobbiamo cominciare realmente ad aprire gli occhi per focalizzare bene chi vive sui nostri territori, in modo apparentemente integrato, ma di fatto ripudia gli usi e costumi occidentali e vuole sopraffarci. Lo scontro di civiltà lo vuole l’islam. E questa mia affermazione non è una trovata politica, né tantomeno populista. È una semplice constatazione dei fatti. Il caso di Redjep lo dimostra”.

L’assessore veneto di Forza Italia, Elena Donazzan, commenta così la vicenda di Ljimani Redjep, cittadino macedone di 39 anni residente a San Zenone degli Ezzelini, nel trevigiano, fermato dai carabinieri del Ros ed espulso con decreto del ministro dell’Interno perché ritenuto un conoscitore del jihadismo e un rigoroso osservante dei rigidi dettami della dottrina salafita, con forti pulsioni di radicalizzazione.

“Come riporta la stampa, suo figlio – prosegue Donazzan – durante una lezione a scuola, nel novembre scorso, aveva manifestato approvazione per gli attentati terroristici di Parigi. Sua moglie è costretta ad uscire di casa con il velo. Lui non ha stretto la mano all’avvocato donna che lo difende verosimilmente perché ritenuta un essere inferiore. Che altro dire di fronte a tutto questo? Di sicuro non ci sono margini di giustificazionismo”.

“Sarei favorevole a una Guantanamo italiana – fa sapere poi Donazzan –. I cittadini che l’intelligence e le forze dell’ordine ritengono pericolosi in quanto jihadisti, o presunti tali, a parer mio dovrebbero essere arrestati e detenuti in centri ad hoc, senza passare per la normale giurisdizione. Mi rendo conto che la mia è un’idea forte ma in questa fase storica dobbiamo essere più realisti del re. Il disordine pubblico si controlla con l’ordine militare perché la vita è un rapporto tra forze. Se si usa il guanto di velluto, quando c’è bisogno della forza, distruggi la democrazia e lo stato di diritto, così, soccomberebbe”.
“Anche il socialista Hollande, dopo i tragici fatti di Parigi, ha preso in considerazione l’idea di creare in Francia appositi centri di detenzione per terroristi o presunti tali. In Italia dobbiamo forse attendere di essere colpiti nel cuore delle nostre città prima di agire con fermezza?”, conclude Donazzan.

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