24 Giugno 2023 - 17.14

VENETO – Mamme Arcobaleno davanti al Tribunale di Padova

Si è svolta davanti al Palazzo di Giustizia di Padova la manifestazione organizzata dalle “mamme arcobaleno” contro la decisione della locale Procura di impugnare gli atti di nascita recanti l’indicazione di due genitori dello stesso sesso.

L’iniziativa della Procura ha infuocato un dibattito già da tempo acceso sul riconoscimento dei figli di coppie omoaffettive.

Senza entrare nel merito del dibattito politico” ci dice l’avv. Beatrice Pillan, esperta di diritto di famiglia e minorile, “quello che si pone è un problema di tutela del diritto dei minori alla stabilità delle loro relazioni familiari.

E’ vero che la Corte di Cassazione ha sempre tendenzialmente negato nel caso di coppie same sex il riconoscimento del rapporto di filiazione rispetto al c.d. genitore intenzionale, vale a dire non legato biologicamente al bambino. Allo stesso tempo però, non ha mancato di chiedere un intervento del legislatore, volto a colmare un vulnus di tutela per i figli nati nelle famiglie omogenitoriali. Ed è proprio in virtù di questo vuoto normativo che alcuni Comuni, tra cui appunto quello di Padova, tendevano in ogni caso ad ammettere il riconoscimento di entrambe le madri.

Il problema è che Iniziative come quella della Procura patavina mettono oggi in discussione rapporti riconosciuti di filiazione anche di lunga durata, e con essi la posizione e i diritti da tempo acquisiti dai bambini all’interno della famiglia di cui fanno parte.

In generale, in ogni caso, la fragilità della posizione dei figli di coppie omosessuali è sotto gli occhi di tutti. Nei casi in cui non è possibile il riconoscimento da parte del genitore non biologico l’unico strumento di tutela del rapporto di questo con il figlio ad oggi offerto dall’ordinamento è quello dell’adozione in casi particolari. Attenzione però, perchè si tratta di un istituto che presenta una serie di limiti; primo fra tutti l’essere soggetto all’assenso da parte del genitore biologico che potrebbe venir meno in caso di rottura della relazione sentimentale. A farne le spese in questo caso sarebbe evidentemente il bambino, di fatto privato del suo diritto alla bigenitorialità”.

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