15 Novembre 2023 - 17.21

Veneto: nel terzo trimestre ancora calo della produzione industriale

Nel secondo trimestre del 2023, la produzione industriale del Veneto segna una frenata su base tendenziale, che risente ancora del contro-rimbalzo sul 2022, mentre rispetto al secondo trimestre dell’anno l’attività manufatturiera registra una tenuta dell’indicatore. Secondo l’indagine VenetoCongiuntura la produzione industriale ha segnato una variazione congiunturale destagionalizzata del +0,4% (-6,2% la variazione non destagionalizzata). La dinamica su base tendenziale registra una diminuzione del -2,7%.

E’ la fotografia che emerge dai dati di VenetoCongiuntura, l’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera realizzata da Unioncamere del Veneto ed effettuata su un campione di oltre 2.000 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di oltre 93.000 addetti.

Anche nel terzo trimestre 2023 prosegue il rallentamento dell’industria manifatturiera veneta – commenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza. Siamo di fronte a un trimestre negativo sia per produzione e fatturato che per raccolta nuovi ordini. Anche se alcuni indicatori, come la tenuta sostanziale del portafoglio ordini e le previsioni per la chiusura d’anno più all’insegna dell’incertezza che del pessimismo, emerge un quadro ancora riconducibile ad uno scenario di “normalizzazione” del ciclo economico, dopo due anni concitati di ripartenza post-pandemia, di settori sostenuti da politiche fiscali espansive, di funzionamenti anomali delle catene del valore anche a causa degli eventi bellici e dei rincari energetici. Certamente questa “normalizzazione” risente di ulteriori fattori di perturbazione – vedi il conflitto fra Gaza e Israele – con effetti asimmetrici fra settori. Continuano a soffrire di più quelli legati ai beni di consumo (sui quali impatta l’inflazione) rispetto ai beni d’investimento che, nonostante il perdurare dei tassi d’interesse alti, si avvantaggiano anche di una maggiore apertura internazionale, e dunque di una maggiore diversificazione del rischio mercati. Nonostante tutto, il settore dei macchinari industriali presenta produzione e raccolta ordini in territorio positivo su base annua, sebbene non sfugga anch’esso a flessioni sul piano congiunturale, rispetto al trimestre precedente.

È una situazione che preoccupa e che non si registra soltanto in Italia, ma che ho potuto ascoltare ed averne testimonianza nelle conversazioni degli incontri istituzionali, in occasione delle mie missioni all’estero a Chicago e New York. L’invito che rivolgo alle imprese è di andare oltre il nostro mercato europeo, che ormai si delinea quale mercato domestico, e oltre a quelli già consolidati, come gli Stati Uniti, che pur offrono ancora tante opportunità e cercare altri mercati. Può essere, infatti, di rilevanza strategica commerciale, considerare Paesi come l’Australia,l’India, l’America Latina, la Cina. Sono mercati con acquirenti che possono spendere. Il Made in Italy, infatti, si rivolge ad un target di alta gamma, ed è proprio questo target da intercettare. Ogni mercato – evidenzia il Presidente Pozza- deve essere affrontato con assoluta preparazione e cognizione di causa per ridurre il rischio di impresa. Il Sistema camerale c’è con Venicepromex e con le Camere di Commercio Italiane all’estero per accompagnare il Made in Italy nel mondo.

Le previsioni per il quarto trimestre sono all’insegna dell’incertezza: le imprese non vedono “nero”, ma non hanno visibilità sul futuro, gli scenari geoeconomici sono molto complicati e ne risente la programmazione industriale. Anche per affrontare questi scenari avversi le imprese manifatturiere venete hanno continuano ad investire in alcune frontiere tecnologiche legate alla digitalizzazione. Sono infatti molto interessanti, i risultati emersi da una ricerca, co-progettata tra Centro Studi Unioncamere Veneto e Università Ca’ Foscari di Venezia, che periodicamente va a verificare lo stato di adozione delle tecnologie digitali nelle imprese venete. Se nel 2017 solo 1/3 delle imprese manifatturiere venete adottava tecnologie 4.0, oggi siamo passati a 2 imprese su 3. Non solo: cinque anni fa solo il 15% delle imprese optava per un mix complesso di tecnologie digitali, oggi siamo saliti a quasi il 50% che investono in automazione dei processi e business intelligence: strumenti che permettono di decidere nell’incertezza.

La distribuzione media dei giudizi della produzione rimane invariata rispetto al trimestre precedente: le imprese interessate da un aumento della produzione sono il 47% del campione mentre sono il 38% le imprese che dichiarano una diminuzione. Il 15% dichiara una sostanziale stabilità.

Per quanto riguarda la tipologia di beni prodotti la variazione tendenziale è positiva solo per i beni di investimento (+3,5%). Cala invece la produzione di beni di consumo (-4,4%) e intermedi (-3,8%).

livello settoriale le attività economiche in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 sono la carta e stampa (+6,4%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,4%) e le macchine e gli apparecchi meccanici (+3,3%). Registra una variazione della produzione positiva ma meno marcata il settore alimentari e bevande (+0,7%) mentre diminuisce la produzione per tutti gli altri settori. Le flessioni maggiori si registrano nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-9,9%), nell’industria dei prodotti in legno e dei mobili (-7,7%) e nella produzione delle macchine elettriche ed elettroniche (-7,6%).

Una conferma della frenata della produzione manifatturiera si ha dall’indicatore del grado di utilizzo degli impianti che da una media di 75% del 2022 passa a 73% nel primo semestre dell’anno e si ferma a 70% nel periodo luglio-settembre 2023. Rimane invece stabile a 55 il numero dei giorni di produzione assicurata dal portafoglio ordini.

Per quanto riguarda il livello delle giacenze dei prodotti finiti nel trimestre in esame il 56% delle imprese industriali lo ritiene adeguato, il 6% del campione valuta le giacenze scarse, ed il 9% le ritiene in esubero. Il 28% delle imprese non tiene giacenze in azienda.

Gli altri indicatori

Il fatturato totale delle imprese manifatturiere nel terzo trimestre del 2023 diminuisce del -2,2% su base annua. Le incertezze geopolitiche e la debolezza della domanda internazionale pesano anche sull’indicatore degli ordinativi: la diminuzione degli ordini riguarda sia quelli provenienti dal mercato estero (-3,9%) sia quelli interni (-3,4%).

Previsioni

Le attese degli imprenditori del comparto manifatturiero per l’ultimo trimestre dell’anno rimangono positive. Rispetto al secondo trimestre, cresce a 44% la quota di imprenditori intervistati che si attendono un aumento della produzione (era 37% nel secondo trimestre 2023) e scende a 26% (era 29%) la quota dei pessimisti che prevedono una diminuzione. Gli imprenditori che si attendono una situazione di stabilità sono il 30% (era 34%).

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