23 Gennaio 2025 - 17.30

Veneto – Processo tamponi rapidi: assolti Simionato e Rigoli. Zaia: “Trionfo della verità”

Rigoli e Simionato assolti nel caso dei tamponi rapidi: «Insussistenza del fatto»

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Il Tribunale ha assolto il microbiologo Roberto Rigoli e l’ex direttore amministrativo Patrizia Simionato dalle accuse di falsità ideologica e turbativa d’asta, dichiarando l’insussistenza del fatto. Le accuse riguardavano l’acquisto diretto di 480 mila tamponi rapidi per il Covid-19 da parte di Azienda Zero durante l’emergenza pandemica, sollevate da un esposto del senatore Andrea Crisanti.

Il Giudice ha ritenuto che non vi fosse alcun fondamento nell’accusa, senza necessità di completare il processo. Rigoli è stato descritto dal suo legale come un professionista che ha agito correttamente durante l’emergenza sanitaria, pur subendo una lunga e ingiustificata gogna mediatica.

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato l’assoluzione affermando: «Ristabilita la verità».

“Non appena appresa la sentenza, mi sono congratulato con la dottoressa Patrizia Simionato e il dottor Roberto Rigoli. È una notizia bellissima: si ripristina e si ristabilisce la verità, dopo anni di insinuazioni, accuse e le peggiori cose che abbiamo sentito dire. Ho sempre difeso questi due professionisti della sanità del Veneto, e penso che questa sentenza rappresenti anche una giusta riabilitazione sociale verso persone che hanno sofferto molto. Si tratta di professionisti che hanno subito pesanti conseguenze, anche sul fronte della salute, a causa di accuse impensabili e inimmaginabili”, dichiara Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, dopo la sentenza di assoluzione nei confronti dei due dirigenti pronunciata oggi dal Tribunale di Padova.

“Voglio pubblicamente ricordare – ed è il caso di farlo – che, dinnanzi a Rigoli, ci troviamo di fronte a un medico che ha fatto il giuramento di Ippocrate e ha sempre dedicato il proprio impegno prioritario alla cura dei cittadini. Rigoli è stato una figura fondamentale nel delicato periodo del COVID, una persona che, in un momento pandemico di grandissima incertezza, ci ha permesso di andare oltre le difficoltà e gli ostacoli. È stato, ed è tuttora, una persona che ha messo a disposizione tutta la sua conoscenza a beneficio della comunità. Ricordo, inoltre, che il dottor Rigoli, allora primario della Microbiologia di Treviso, ha rinunciato completamente alla libera professione durante il Covid, dedicandosi anima e corpo ai pazienti. Il mio pensiero va anche alla dottoressa Simionato, una validissima manager che ho scelto di riconfermare come direttore generale a Vicenza. La dottoressa Simionato, in modo integerrimo e con grande determinazione, ha gestito Azienda Zero durante il Covid, affrontando ingenti volumi di lavoro relativi all’acquisto di materiali, appalti e tamponi, il tutto con assoluta trasparenza e professionalità.”, aggiunge il Presidente Zaia.

“Con questa sentenza trionfano la giustizia e la democrazia, e si rinnova la piena fiducia nella magistratura. Resta tuttavia l’amaro in bocca per la gogna pubblica e mediatica subita da questi due dirigenti, che sono stati letteralmente maltrattati dopo essersi impegnati in prima fila per la collettività. Auspico che i mass media, e tutti coloro che, spesso con troppa fretta, hanno puntato il dito contro questi due professionisti, riportando fatti e circostanze poi smentiti dalla sentenza, diano oggi il loro contributo per restituire pienamente l’onore alla dottoressa Simionato e al dottor Rigoli. Ripeto: sono due figure di assoluto spicco e moralità. È evidente che qualcuno ha voluto strumentalizzare l’inchiesta per ledere l’onorabilità di questi dirigenti e della Regione, ipotizzando presunti fatti illeciti o, peggio ancora, che fosse stata messa a rischio la salute dei cittadini. Tutto ciò è inaccettabile”, prosegue il Presidente.

Che conclude dicendo: “Resta un’ultima considerazione. Le carte processuali erano chiare e tutte le argomentazioni e spiegazioni sul caso erano state presentate fin dall’inizio di questo iter giudiziario. Mi chiedo quale fosse lo scopo di impiegare risorse, tempo e personale della pubblica amministrazione, esponendo questi professionisti e la nostra sanità a polemiche, accuse e attacchi politici, per poi arrivare a un’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Sentenza che inoltre è arrivata a processo ancora in corso, una formula permessa dalla legge quando dinnanzi ai giudici è evidente l’innocenza dell’imputato. Non penso serva aggiungere altro.”

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