VENETO – Ragazza aggredita e picchiata da due bulle
Episodio di violenza giovanile a Padova, dove una ragazza di 17 anni è stata violentemente aggredita da due donne in prossimità di piazza delle Erbe. L’episodio è avvenuto quindi in pieno centro, fra via san Canziano (dove la 17enne aveva lasciato la propria bici) e la piazza. Secondo quanto riportano i quotidiani locali la ragazza si trovava assieme a due amiche quando due giovani alle loro spalle hanno iniziato a minacciarle ed insultarle. Due delle ragazze sono riuscite a fuggire, ma non la 17enne, presa a calci e pugni. Le due amiche, vedendo cosa stava accadendo, sono tornate indietro ed hanno messo in fuga le bulle. La vittima è stata curata al pronto soccorso e sull’episodio stanno indagando i carabinieri.
In seguito a quanto accaduto, il governatore Zaia è intervenuto con un post sui social. Scrive:
La preoccupazione cresce tra i cittadini, e le cronache quotidiane non aiutano: il fenomeno delle baby gang si sta diffondendo ed è diventato oramai allarme sociale. Vanno individuate e attuate iniziative forti, aldilà della lodevole abnegazione di inquirenti e Forze dell’Ordine.
Questi fatti di cronaca nera con protagonisti gruppi di giovanissimi si ripetono troppo spesso. Gli ultimi due episodi di una serie troppo lunga risalgono a ieri, a Padova, dove due ‘bulle’ hanno picchiato una ragazza in pieno centro, e a Treviso, dove è stata presa dalle Forze dell’Ordine una baby gang che aveva picchiato un venditore di fiori e dove stanno emergendo altri atti a carico di costoro.
Disagio Sociale? Perdita del rispetto per il prossimo? Carenze educative in famiglia o a scuola? Effetti deleteri del post Covid? Le letture sulle cause sono molteplici; quelle che ora sembrano mancare sono le risposte che abbiano efficacia. È necessario incentivare l’attenzione delle famiglie, sia sul piano educativo, sia su quello delle sanzioni, magari ponendo in capo al nucleo familiare il risarcimento dei danni. Occorre avere da parte di tutti il coraggio della denuncia quando si viene a conoscenza di situazioni simili, occorre il coraggio della stragrande maggioranza dei ragazzi per bene di vigilare sui comportamenti dei loro coetanei e parlarne con le famiglie e gli insegnanti. Occorre, non nascondiamocelo, anche un po’ di severità in più.
Non va sottaciuto anche il rischio che queste aggregazioni possano essere coinvolte e sfruttate dal mondo dello spaccio che, in alcuni casi si è già visto, utilizza le baby gang come una sorta di ‘brodo di coltura’ dove creare nuovi gangli della rete di distribuzione degli stupefacenti. Contrastare questo circolo perverso è difficile ma dobbiamo provarci tutti assieme: Istituzioni, Inquirenti, Forze dell’Ordine, famiglie, scuole. In poche parole, tutta la società per bene.