VENETO – Record di piogge: ma non servirà contro la siccità

Nel mese di febbraio, in Veneto, è caduta una quantità d’acqua pari a quella solitamente utilizzata durante l’intera stagione irrigua, corrispondente a circa 3 miliardi di metri cubi d’acqua. Questo volume è approssimativamente ciò che serve dalle stagioni primaverili fino all’autunno, ma purtroppo non contribuirà a contrastare la siccità.

I dati emergono dal bollettino sulla risorsa idrica fornito dall’Associazione dei Consorzi di Bonifica (Anbi Veneto). La regione ha registrato 170 millimetri di pioggia nel corso di febbraio, con un picco nell’ultima settimana causato da una perturbazione di eccezionale intensità. Questa quantità rappresenta il 190% della media storica, che è di soli 58 millimetri.

Francesco Cazzaro, presidente di Anbi Veneto, spiega che nonostante l’abbondante pioggia, solo una minima parte di questa acqua rimane nel territorio, mentre il resto scorre direttamente verso il mare.

Ci auguriamo di non dover rimpiangere questo prezioso patrimonio di risorse durante la stagione irrigua, che inizierà ad aprile.

Febbraio 2024 sarà anche ricordato per le temperature elevate, con una media di +4,1 gradi rispetto al periodo, rendendolo il secondo febbraio più caldo dal 1991 (il record è del 1998), superando di poco il febbraio 2019. A causa delle temperature elevate, i depositi nevosi in quota contengono una grande quantità d’acqua e si prevede un rapido scioglimento.

Inoltre, si osserva una ripresa degli acquiferi ovunque, grazie alle intense piogge di fine mese: ad esempio, nella stazione di Dueville (Vicenza), si registra un aumento significativo del livello d’acqua di un metro. Anche nell’area Trevigiana si osserva un recupero dei livelli tra 5 e 20 centimetri. Nei territori veronesi, c’è una ripresa delle falde, anche se le dinamiche sono più lente rispetto al resto della regione, poiché l’acquifero è caratterizzato da una grande inerzia e richiede tempi più lunghi per riprendersi.