14 Novembre 2024 - 16.08

Veneto – Albergatore avrebbe rifiutato turisti israeliani: “Siete responsabili di genocidio”. Zaia: “Turbato e allibito, il Veneto non è questo”

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

CLICCA QUI

Un hotel di Selva di Cadore (Belluno) avrebbe annullato la prenotazione di una coppia di turisti israeliani, inviando un messaggio in cui affermava che “gli israeliani, in quanto responsabili di genocidio, non sono ospiti graditi” e offrendo la cancellazione gratuita della prenotazione. La vicenda è emersa grazie alla denuncia del presidente della comunità ebraica di Venezia, Dario Calimani, e ha sollevato un’ondata di reazioni. Politici locali e rappresentanti del settore alberghiero, tra cui Stefano Casali di Fratelli d’Italia, l’ex sindaco di Selva di Cadore, Silvia Cestaro, hanno espresso profonda condanna, denunciando l’episodio come discriminatorio e preoccupante. Il presidente di Federalberghi Belluno-Dolomiti ha promesso una dichiarazione ufficiale sul caso. Il gestore dell’Hotel Garni Ongaro di Selva di Cadore, in provincia di Belluno, avrebbe rifiutato di ospitare un gruppo di turisti israeliani, affermando che non sarebbero stati ben accetti “in quanto responsabili di genocidio.”

Avrebbe anche offerto loro la possibilità di cancellare la prenotazione gratuitamente. La vicenda è stata resa pubblica anche dal sito della comunità ebraica di Milano, “Bet Magazine Mosaico.” Nonostante i tentativi di contatto da parte dell’ANSA, il gestore non ha rilasciato dichiarazioni. Sui social, Patrick Ongaro, responsabile della struttura, avrebbe confermato la sua decisione, sebbene il suo profilo sia impostato come privato.

Le dichiarazioni di Zaia

“In attesa di conoscere qualcosa di più su una notizia che, se sarà confermata, è di estrema gravità, mi sento profondamente turbato e resto allibito per quanto è accaduto. Il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti. Continuo a sperare che quanto riportato non sia vero, poiché l’ospitalità veneta non è questa. Credo fermamente che la nostra offerta turistica debba essere inclusiva, apolitica e rispettosa di tutti. L’ho sottolineato più volte e ribadisco che episodi del genere sono inaccettabili: il Veneto non è questo. Da secoli, siamo un popolo aperto al mondo e rispettoso delle identità altrui. La Repubblica Veneta è stata un esempio di integrazione, ospitando comunità come quella ebraica e favorendo una contaminazione culturale anche con il Medioriente e il mondo arabo che ha arricchito non solo il Veneto, ma l’intero Paese”.

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime desolazione dopo la notizia che un gruppo di turisti israeliani non sarebbe stato considerato ben accetto da una struttura alberghiera di Selva di Cadore (Belluno) con l’accusa di essere “responsabili di genocidio”.

“Nostro compito non è chiudere le porte ma è aprirle – aggiunge il Governatore -. Sarebbe un onore se il Veneto potesse accogliere le due comunità in conflitto, israeliani e palestinesi, offrendo loro uno spazio per incontrarsi e dialogare, con l’obiettivo di promuovere la pace proprio nella nostra Terra. Qui entrano in gioco tre aspetti fondamentali. Primo, il valore dell’ospitalità: l’etimologia stessa ci ricorda che ospitare significa offrire accoglienza e rispetto reciproco tra chi ospita e chi è ospitato. Secondo, il legame con la comunità locale, che vive dell’accoglienza turistica, il cui valore deve restare immutato, come esempio di inclusività e pacifica convivenza. E infine, penso ai nostri giovani, a cui è sempre più difficile trasmettere messaggi di pace, di inclusione e di rispetto reciproco. Per questo, è un nostro dovere non solo essere un punto di riferimento, ma anche comunicare chiaramente questi valori”.

“Abbiamo una responsabilità educativa non solo come veneti, ma anche come regione turisticamente rilevante, con oltre 73 milioni di presenze l’anno, di cui il 66% rappresentato da turisti stranieri – conclude Zaia -. Custodiamo il privilegio di ospitare la città più bella del mondo, Venezia, ed è nostro dovere tracciare la via dell’accoglienza. Che sia israeliano, palestinese o di qualsiasi altra nazionalità, ogni turista deve sentirsi accolto e rispettato, perché questo è il vero senso dell’ospitalità. L’ospite è sovrano: non c’è posto per discriminazioni legate a convinzioni personali, politiche, colore della pelle, religione, orientamenti sentimentali o di genere”.

MOSTRA BASSANO
Whatsapp Tviweb
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

MOSTRA BASSANO
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA