VENETO – Terremoto Mose, 8 milioni di beni sequestrati
Ancora un terremoto in Veneto, legato alla vicenda Mose. Il Gip su richiesta del pool della Procura di Venezia, ha autorizzato il sequestro per quasi 8 milioni di euro (7,7 milioni) nei confronti di otto aziende che sarebbero coinvolte nel sistema di corruzione messo in atto dall’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati. Il pool (Stefano Ancillotto, Paola Tonini e Stefano Buccini) aveva chiesto il sequestro, che era stato calcolato sull’utile che sarebbe stato illecitamente ricavato dalle imprese nel sistema corruttivo messo in moto dai loro vertici coinvolti nell’inchiesta.
Le imprese coinvolte avrebbero omesso i controlli per evitare che i propri amministratori e dirigenti infedeli commettessero reati, le presunte dazioni, che hanno poi portato alle aziende un vantaggio nel gioco degli appalti. Il sequestro per il valore quantificato, riguarda azioni, quote societarie, terreni e fabbricati.
Le società interessate sono il Consorzio Venezia Nuova (concessionario unico per la realizzazione del Mose), e le società che ne facevano parte come la Mantovani (e la controllata Adria Infrastutture), la Grandi Lavori Fincosit e Condotte, la Cooperativa San Martino e la Nuova Coedmar di Chioggia e la Technostudio di Padova.
Il comando della Guardia di Finanza ha commentato: “I risultati raggiunti dalla Guardia di Finanza di Venezia sono assolutamente eccezionali, sia sul piano qualitativo che su quello quantitativo. Tutto ciò è dovuto al grande sforzo compiuto dal Comando Generale della Guardia di Finanza che ha saputo investire su questo territorio impiegando, ad ogni livello, a partire dagli Ufficiali, personale di elevato spessore professionale e morale oltreché potenziando, con un riforma appena varata, il Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia, proprio perché fortemente impegnato”.