5 Marzo 2024 - 15.22

Veneto top in Italia per le cure palliative

Il Veneto è la prima Regione d’Italia per qualità e diffusione delle cure palliative rivolte ai malati terminali di tumore. Lo testimonia il Nuovo Sistema di Garanzia nazionale, che consente di verificare che i cittadini italiani ricevano le cure e le prestazioni che rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza.Nelle valutazioni di NSG, il Veneto raggiunge il punteggio più alto, pari a 100, come valutazione riferita agli anni dal 2017 al 2021 – in via informale il Veneto conosce già la conferma al primo posto per il 2022 – Seguono l’Emilia Romagna con 85,58, la Lombardia con 78,97, la Toscana col 72,01.I punteggi sono stati assegnati sulla base del numero dei deceduti per causa di tumore assistiti dalla Rete delle Cure Palliative a domicilio o in hospice.“Questo risultato sulle cure palliative – sottolinea il Presidente della Regione Luca Zaia – va letto come certificazione di uno sforzo importante nel segno dell’alta qualità dei servizi erogati, che in questo particolare settore della medicina non possono prescindere anche da un approccio umano e da una grande sensibilità nei confronti dei nostri pazienti. E’ un importante segnale di attenzione per le persone che soffrono, non è un punto di arrivo, ma uno spunto per migliorare ulteriormente il servizio ai cittadini che affrontano momenti delicatissimi della loro vita: lavoriamo, con serietà e rigore, perchè le cure palliative possano essere erogate con sempre maggiore efficacia non solo negli ospedali ma anche nelle case e presso le famiglie dei malati”. “Il Nuovo Sistema di Garanzia nazionale – sottolinea l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin verifica prima di tutto le dimensioni dell’equità, dell’efficacia, e della appropriatezza. Sono le tre principali caratteristiche che contraddistinguono la qualità o meno di un sistema sanitario che, al fianco delle cure e dei macchinari più moderni, deve sapersi distinguere laddove la medicina ha esaurito le sue armi e deve subentrare un tipo di assistenza delicatissima, con risvolti umani e sociali che coinvolgono sì il paziente, ma anche la sua famiglia e tutte le persone a lui care. Essere giudicati i migliori da un giudice terzo come l’NSG è motivo di orgoglio, perché significa che sappiamo accompagnare i nostri malati fino all’ultimo minuto della loro vita, con umanità e sapere scientifico”.
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