Venezia in lockdown: ecco la mostra
Dalle finestre delle Procuratie Vecchie, accanto alla Torre dell’Orologio, si vede Piazza San Marco brulicante di persone, tante in coda per entrare in Basilica o salire sul Campanile.
Ben diverso lo scenario offerto, in una sala interna della mostra “Re-Emerging Venezia”, dalle foto realizzate a inizio marzo 2020, in piena pandemia da Covid, da Gaby Wagner.
Immagini di una città lagunare senza persone. Affascinanti eppure drammatiche nella loro assenza di una umanità che nel chiuso delle case aveva cercato rifugio contro un nemico “invisibile” che mieteva vittime.
Nel lungo periodo della crisi sanitaria le domande riguardavano il possibile dopo, gli eventuali cambiamenti nel modo di essere come individui e società, di pensare, di rapportarsi alla natura. Domande che emergono con forza dalla visione della mostra, parte di un progetto multidisciplinare, all’insegna della sostenibilità coinvolge più soggetti e che “che mira – spiega l’ideatrice Giovanna Poggi Marchesi – a esplorare le connessioni tra l’isolamento delle persone vissuto durante il lockdown e l’osservazione della natura, che appariva cambiata dopo il brusco calo della pressione antropica, cercando in tal modo di evidenziare gli aspetti di adattamenti e resilienza emersi da circostanze straordinarie”.
Se nelle fotografie di Gaby Wagner Venezia appare come un tripudio algido di colori, luci, forme di palazzi, riflessi d’acqua, negli scatti di Sophie Fauchier c’è la solitudine delle persone, del tenersi a distanza – come nei due che si parlano da due barche lontane in un Canal grande vuoto – mentre le opere di Val Masferrer-Oliveira seguono una dimensione senza confini riconoscibili, dove la realtà si mischia con il sogno, in una visione che vuole evidenziare la fragilità di una Venezia esposta ai cambiamenti climatici.
Oltre alla mostra, aperta fino a metà marzo, Il progetto prevede anche una ricerca socio-ambientale condotta da due ricercatrici dell’Universo di ca’ Foscari sulle sensazioni provate dalle persone durante la pandemia e una raccolta aperta al contributo di tutti di immagini fotografiche del periodo al fine di formare un archivio digitale, disponibile gratuitamente. ANSA