8 Settembre 2015 - 9.52

Venezia72: la Marcia della cultura per i rifugiati

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Saviano, Bellocchio, Servillo, Annunziata, Mastrandrea, Paolini e molti altri.
Il Festival del Cinema di Venezia diventa occasione di incontro per i nomi illustri della cultura italiana di oggi per incontrarsi e manifestare sul tema dei diritti di rifugiati e migranti.
Così venerdì 11 settembre, mentre al Lido si penserà ai vincitori del giorno successivo e sarà il giorno di Vasco Rossi e del suo documentario, è in programma la lunga camminata a piedi nudi fino al Palazzo del Cinema: ideatore dell’evento il regista veneziano Andrea Segre, già intervistato dalla nostra redazione due anni fa, attivo dal punto di vista sociale già dai tempi di documentari come “Mare Chiuso” e precedentemente con “L’Albania è Donna” e “Dio era un musicista”.
Segre ha coinvolto alcuni nomi illustri della cinematografia italiana, e non solo, per un evento parallelo alla mostra cinematografica che partirà dall’approdo dei vaporetti in Gran Viale Santa Maria Elisabetta per arrivare davanti al red carpet, giusto la sera prima del gran finale.
Un segnale importante e una presa di posizione netta sul tema dell’emergenza rifugiati, più che mai attuale in questi ultimi mesi.
Tra i nomi di chi ha già aderito ci sono: Lucia Annunziata, Don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, Don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon,l Valerio Mastrandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari e Don Armando Zappolini.

Ecco l’appello di Segre, tratto dal suo blog:
LA MARCIA DELLE DONNE E DEGLI UOMINI SCALZI

E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare.
E’ vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa.
Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte.
Noi stiamo dalla parte degli uomini scalzi.
Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere.
E’ difficile poterlo capire se non hai mai dovuto viverlo.
Ma la migrazione assoluta richiede esattamente questo: spogliarsi completamente della propria identità per poter sperare di trovarne un’altra. Abbandonare tutto, mettere il proprio corpo e quello dei tuoi figli dentro ad una barca, ad un tir, ad un tunnel e sperare che arrivi integro al di là, in un ignoto che ti respinge, ma di cui tu hai bisogno.
Sono questi gli uomini scalzi del 21°secolo e noi stiamo con loro.
Le loro ragioni possono essere coperte da decine di infamie, paure, minacce, ma è incivile e disumano non ascoltarle.
La Marcia degli Uomini Scalzi parte da queste ragioni e inizia un lungo cammino di civiltà.
E’ l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie.
Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.
Venerdì 11 settembre lanciamo da Venezia la Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi.
In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica.
Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.
Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:
1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
4. Creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

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