Verona, il suicidio assistito di Fede
Il primo rintocco della campana a morto del centrodestra veronese arriva allo scrutinio, sarà ballottaggio fra Sboarina e Tommasi, esito prevedibile, ma l’ex calciatore è al 40% mentre il sindaco uscente è al 33%. E Tosi insegue con il 24%. Segnale negativo che non rasserena i big del centrodestra che si affrettano ad inviare gli sherpa alla corte di Flavio Tosi. Ma Fede manda segnali di fumo poco incoraggianti per l’apparentamento, iniziando a dire che lui, gli accordi, non li fa con Tosi, ma solo con Forza Italia. Passano poche ore e le agenzie inviano una foto in cui Tajani e Tosi mostrano la tessera dell’ex sindaco di Verona, arruolato subito tra i berluscones per togliere vie di fuga a Sboarina.
La risposta arriva, eccome se arriva, con un comunicato stampa in stile Msi anni Settanta grondante valori, coerenza e identità, ma con un sottotitolo non dichiarato, e per questo esplicito, ”io ballo da solo”, rinviando ai mittenti gli inviti al tango mortale con Tosi.
La spiegazione più ovvia è quasi sempre la più vera, e il rasoio di Occam scaligero si traduce con l’impossibilità di comporre le faide di questi anni avvenute all’ombra dell’Arena, dentro il centrodestra e dentro la Lega. Sboarina preferisce consegnare la città al centrosinistra rassicurante di Tommasi, piuttosto che portarsi Tosi in maggioranza e condannarsi ad un consiglio balcanizzato e costantemente sotto scacco.
Questa la spiegazione più semplice.
A cui pero è corretto aggiungere quella del Mattino di Padova di oggi che sta intasando i cellulari di tutta la nomenclatura leghista del Veneto e, probabilmente anche della vicina Lombardia. In breve sembra che ci sia un collegamento tra il niet di Sboarina e la telefonata greca di Zaia. Il Presidente avrebbe infatti chiamato il sindaco di Verona dalla villeggia in Grecia per incoraggiarlo a tenere duro sulla linea del non apparentarsi con Tosi. E qui entriamo nelle faide, appunto del Carroccio, dove il duello fra il Presidente più votato d’Italia e Tosi l’eretico di Verona dura da sempre e atterra oggi sullo scenario del ballottaggio. Un rientro sulla scena politica di Tosi dall’ingresso principale può inquietare una Lega che, all’indomani della sconfitta pesante di Padova e degli squilli di rivolta che arrivano nei confronti di Salvini, può essere un ulteriore detonatore di conflitti. Ci sta che Zaia stia osservando con attenzione la piazza veronese perchè Tosi ha sempre dimostrato di essere uno dei pochi leader in grado di mettere in discussione il potere dei trevigiani guidati da Zaia.
Restano poche ore per perfezionare un apparentamento che quasi certamente non avverrà, e sembra sempre più probabile che da qui a domenica prossima assisteremo alla versione politica del suicidio assistito, quello di Federico Sboarina e del Centrodestra veronese, assistito da Treviso.