Viaggio da incubo fra i post no-vax: da ‘mio figlio ha perso sangue dal naso dopo aver abbracciato un vaccinato’ a ‘noncelodiconoh”

Alessandro Cammarano

Il green pass entra in vigore, dal prossimo 6 agosto e già legioni, o meglio legioncine, di “paladini della libertà” scendono in piazza a manifestare contro la norma – per altro già in vigore da mesi in molti paesi UE primo tra tutti l’Austria – che questi novelli Giordano Bruno considerano alla stregua delle leggi razziali.

Così, tra follia e analfabetismo funzionale dilagante, gruppi di urlatori senza mascherina – e dunque ad alto rischio di contagio per loro stessi e soprattutto per gli altri – vanno ad ingrossare la fila, per altro non lunghissima a leggere bene sondaggi e statistiche, di coloro che adducono oramai non solo pretesti ma si abbandonano anche minacce neppure tanto velate nei confronti dei vaccinati e di chi immunizzarsi intende.

Peggio dei no-vax sono i ni-vax, quelli che “lo farei ma mi voglio informare meglio” o “Vorrei sapere chi c’è dietro”.

Scuse patetiche e tutte italiane – siamo un Paese che nei secoli ha dimostrato di essere campione di pusillanimità; se non ci credete date una scorsa agli scritti di Dante e di Petrarca senza tralasciare Leopardi – che sono un misto di commedia e tragedia.

La Repubblica di ieri pubblicava un articolo di Conchita De Gregorio che riferendosi proprio ai ni-vax scrive tra l’altro «[…] Chiamano al boicottaggio delle trasmissioni Tv in cui oggi Ricciardi, domani Locatelli invocano i renitenti. Creano gruppi Facebook e chat su WhatsApp in cui si scambiano i video del Nobel Luc Montagnier e di meno premiati esponenti della sinistra francese. Dibattono di dittatura e di libertà con rimandi letterari, storici, usano appropriatamente il congiuntivo. I ni-vax sono l’insegnate di filosofia di tuo figlio, la migliore amica di tua madre, il tuo scrittore preferito il presidente dell’associazione sportiva che ti ferma per strada e, con garbo, dice “rispetto le sue posizioni, ma lei provi a rispettare le mie”. Alcuni sono medici. Sono, in ogni caso, la grande maggioranza di chi non si è ancora vaccinato […]». È esattamente così, purtroppo.

Ovviamente i social media sono zeppi di post deliranti, e qui invece i congiuntivi e la consecutio temporum tendono a diventare merce rara. All’improvviso i no e i ni- vax si scoprono – sarebbe meglio dire si improvvisano – costituzionalisti allo stesso modo in cui nei mesi della pandemia sono stati virologi, immunologhi, esperti di filosofia morale, allenatori di calcio, domatori di formiche e teologi.

A farsi un giro tra Twitter e Fabebook ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

Molti sono i tweet come quelli di Ilaria che scrive: Boicottare tutte le attività e i locali che richiedono il green pass. Iniziamo da subito.”; peccato che Ilaria non abbia ben chiaro che per lei non vaccinata l’ingresso è vietato a prescindere e che lei Pulzella d’Orléans dei povery in quel bar o in quell’altro ristorante non può entrare a prescindere.

Le fa eco Davide, vero leonazzo da tastiera che se la piglia con l’esercente sotto casa al quale dedica questo pensiero scritto in un italiano degno di Totò e Peppino: “Amico mio barista, ristoratore, ecc. ecc., che ci conosciamo da oltre 30 anni… mi spiace ma se segui le direttive del governo ti farò guerra in tribunale: Avvocato “Signor Giudice, il mio cliente si è reso conto di essere un perfetto idiota, pensava che un DPCM gli conferiva il potere di poter discriminare, violare i diritti fondamentali…” Giudice: “LA LEGGE NON AMMETTE IGNORANZA». Booooom! A questo John Brown delle spelonche risponde subito Denny con un perentorio «Li faremo fallire tutti, lo prometto a tutti i ristoratori e baristi».

I suddetti ristoratori e baristi faranno ben volentieri a meno di loro, che tra l’altro hanno l’aria di quelli che ordinano un caffè, scroccano il quotidiano per un’ora e si fregano pure una decina di bustine di zucchero; sempre in nome della libertà, intendiamoci.

Il gruppo STOP GREEN PASS non fa sconti a nessuno e argomenta come nemmeno Marsilio Ficino sarebbe stato in grado di fare. Alla certificazione verde oppongono il diritto alla privacy con i seguenti argomenti: «Se mi chiedete il Green pass, io vi chiederò se avete le emorroidi, la vaginite, il colon irritabile, il meteorismo, l’infiammazione alla prostata e il reflusso gastrico! Non mi rispondete? Neppure io! La privacy è privacy!», Da ciò si deduce che per questi campioni della riservatezza il Covid e le flatulenze sono egualmente non contagiosi. A loro dedichiamo un sonorissimo pernacchio.

Fantastici i complottisti tout-court, quelli che per intenderci credono che i Rettiliani guidino il mondo e che “Bigpharma ci vuole morti”, “Noncelodiconoh” e “Sveglia!!!”.

Qui si entra davvero nella psicopatologia. Matteo posta un allarmato «Seconda volta!!! Perdita di sangue dal naso dopo aver abbracciato un vaccinato, non io, un bimbo!!! Cosa cazzo fa quella spike di merda?». Il povero Matteo confonde virus e vaccino, ma si sa che “i fligli so’ piezze ‘e core”.

Un anonimo twitta «Ho avuto il covid ma purtoppo non sono morto come la mettiamo Draghi?», stendendo un velo pietoso sul lessico – “purtoppo” è fantastico. Forse voleva dipartire? – a rimettere le cose a posto ci pensa Roberto Burioni che gli risponde con un asciutto: «Non è morto ma il danno cerebrale c’è stato.». Novantasei minuti di applausi.

Chiudiamo con un post di Katiuscia la quale tiene a far saper al mondo che «I vaccinati non sono più considerati umani ma bensì beni brevettati? Una categoria che non gode di alcun diritto.». In questo caso si potrebbe dire che il mancato arrivo del Kraken abbia causato un certo nervosismo nei complottisti.

Fiero di essere un “Bene brevettato” invito tutti a leggere l’Articolo 16 della nostra Costituzione.