9 Ottobre 2019 - 9.55

Viaggio della Legalità, 120 studenti da Vicenza alla Puglia

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L’ultimo in ordine di tempo è stato un italiano di 55 anni morto a Varcaturo, nel Napoletano, a fine agosto, per il caldo killer e i turni massacranti. Lavorava in nero. Il titolare dell’azienda agricola è stato denunciato. E’ una strage silenziosa quella che si consuma nelle campagne italiane nell’indifferenza generale. Proprio sul tema dello sfruttamento dei lavoratori e del caporalato, l’istituto “B. Montagna” di Vicenza ha avviato nello scorso anno scolastico, partendo dall’indirizzo socio-sanitario, ma poi allargandolo a tutte le classi quarte, un percorso interdisciplinare di sensibilizzazione fatto di incontri, letture, visione di film e documentari, che si è concluso a fine settembre con il viaggio della legalità con meta la Puglia. “Negli ultimi sei anni, almeno 1.500 lavoratori sono deceduti nei campi – spiega la professoressa Lucia Ruggiero, referente del progetto – è un fenomeno trasversale a italiani e immigrati, al Nord e al Sud, a donne e uomini, quindi abbiamo pensato che si tratti di una tematica importante su cui far riflettere i ragazzi, facendo fare loro un percorso formativo che si conclude con il viaggio d’istruzione alternativo”.

Il gruppo, composto da 120 studenti, ha visitato Bari, Alberobello, Lecce ed ha fatto una puntatina a Matera, città della cultura 2019. Presso l’auditorium leccese l’incontro clou del viaggio con la Segretaria Generale Flai (Federazione provinciale lavoratori agroindustrie), Monica Accogli, e l’avvocatessa Katia Botrugno, immigrazionista. “Si è trattato di un momento molto importante per far crescere la consapevolezza dei ragazzi sullo sfruttamento dei lavoratori e sulle ragioni per le quale tanti giovani africani rischiano la vita per giungere in Europa – ha detto la professoressa Francesca Nisticò, altra referente del progetto –  spiegando loro che parlare di immigrazione clandestina senza capire le motivazioni di fondo che costringono milioni di uomini e donne ad attraversare un deserto di sabbia, le carceri libiche e il Mediterraneo in un barcone, con il rischio concreto di morire, non aiuterà nessun popolo a crescere”.

Ma il caporalato non riguarda solo i migranti, ma anche molti italiani, specie donne, contravvenendo i principi costituzionali: “Tutti i lavoratori hanno diritto a vivere nella libertà e nella dignità il proprio lavoro – ha detto la Nisticò – proprio come è stabilito negli articoli 36 e 41 della Costituzione – ma di fatto è ancora un lusso per alcuni lavoratori”.

L’incontro presso l’Auditorium si è concluso con la visione di un cortometraggio intitolato “La giornata”, dedicato a Paola Clemente, la bracciante morta di fatica nei campi di Andria a 49 anni, il film simbolo della Puglia che si è ribellata al caporalato.


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