Care donne, il vicentino è un maschio DOP, tenetevelo stretto!
di Lara Lago
Cara donna vicentina,
chi ti scrive è una donna vicentina trapiantata all’estero, di quelle che finché sono a Monte Berico dicono ‘pensa che bello se davanti ci fosse lo skyline di New York’ e poi quando sono di fronte allo skyline di New York rimpiangono Monteberico.
Ti scrivo da Amsterdam che è una bellissima città se si tralascia il freddo-becco che c’è d’inverno. Peccato che l’inverno duri da settembre al settembre dell’anno dopo. Qui freddo becco non lo posso dire perché non capirebbero: si parla l’olandese ma anche tanto inglese e capisci bene che se dicessi che sento un cold-beak mi prenderebbero per una pazza. Se poi mi chiedessero che cosa significa, non potrei fare a meno di spiegare che ‘becco’ dalle nostre parti vuol dire anche un’altra cosa, e andrebbe a finire che mi impantanerei come in Campo Marzio dopo il temporale.
Ti scrivo per parlarti dei nostri uomini vicentini, che quando ci stai assieme sogni un bel vichingo dell’Europa del nord e poi quando vedi quelli dell’Europa del nord torni a casetta al grido di battaglia di un ‘Par Carità’.
Lascia che ti racconti questa: nel centro di Amsterdam c’è una bellissima ragazza mulatta sui 30 anni che cammina con una gonna lunga nera di velo. É quasi trasparente ed è impossibile non mettersi a guardarla. Ma chi la guarda sono solo ed esclusivamente donne. Gli uomini intorno sono occupati: nel guardare il telefono, nel camminare a passo veloce, nell’inciampare sulle rotaie del tram, nel non far cadere il caffè take away.
Se quella stessa ragazza camminasse in Piazza dei Signori l’uomo col cellulare in mano lo farebbe cadere per terra, quello che cammina veloce rallenterebbe, quello che inciampa se di una certa età se ne uscirebbe con un ‘Putea, me iutito?’ e quello che trasporta il caffè glielo offrirebbe. Essendo mulatta qualche altro uomo direbbe forse una frase salviniana ma Vicenza è bella perché è varia. E anche se il detto diceva ‘Il Mondo è bello perché è vario’ , solo quando sei in giro per il Mondo ti accorgi che il tuo mondo in realtà è casa.
E quindi eccole le 4 differenze tra i vichinghi olandesi e i polentoni vicentini, pieni di luci e ombre, e quando parlo di ombre non intendo certo quelle che mostrano i lati oscuri.
1. Un vero vicentino non porterebbe mai e poi mai una donna a cena in un posto etnico: niente messicano, cinese, thailandese, etiope. Andare fuori a cena significa coccolarsi e iniziare ad innamorarsi anche un po’. Un amore che passa tramite il cibo. Quindi servono: un tavolo per due, una tovaglia, del buon vino e tante ciaccole.
Un vero olandese ti porta a cena in un bruin café, una specie di pub, dove la birra viene sbattuta sul tavolo in legno scuro rigorosamente senza tovaglia. Per cena vai con l’hamburger e non è raro sedersi in tavoloni condivisi. Per il vicentino il tavolo condiviso è una bestemmia, e in materia il vicentino si dice esperto.
2. Un vero vicentino non porta fiori alla sua donna a meno che non sia Natale-Pasqua-Compleanno. I vichinghi invece amano sventolare bouquet di tulipani colorati, un bel segno di eleganza ma vuoi mettere un uomo che ti regala l’equivalente in giri di spritz? Perché lui sarà pure il vero vicentino ma per arrivare al secondo appuntamento anche tu devi dimostrare di essere una veneta doc.
3. Se i vichinghi fossero duri fuori e teneri dentro non ci sarebbe nulla di male. Ma gli olandesi sono duri fuori e molli dentro. Quando ti incontrano parlano del tempo atmosferico e se ti vogliono abbracciare con mezzo braccio ci mettono delle mezze ore. Ore 21: movimento braccio da lungo il loro fianco al bracciolo della sedia. Ore 21.10 dal bracciolo della loro sedia al bracciolo della tua sedia. Ore 21.20 Il braccio sventola a mezz’asta e non sa bene dove posarsi. Ore 21.30 accendete un cero in Basilica: ce l’hanno fatta e il loro impavido braccio è sulla vostra spalla.
Un vicentino alle 21 ti prende la mano, alle 21 e 5 te la mette sul fianco, alle 21.10 lo devi fermare a suono di ‘pian pian’ sennò al terzo appuntamento ‘te compri’ e non parlo di shopping in Corso Palladio.
4. Alle donne vicentine l’uomo ‘foresto’ non fa più effetto. Hanno conosciuto gli americani della caserma Ederle, gli armadi alti due metri con muscoli larghi quattro, hanno ballato strusciandosi almeno una volta (abbiate il coraggio di ammetterlo) al Palladium, al Crazy Bull di Torri Di Quartesolangeles, le più giovani al Nu Club. Quindi il vichingo stile Thor che si palesa davanti con uno sguardo da ‘guardami’ non attacca più.
Il vicentino medio curato però ancor ci affascina. Ci piace la sua curata pancetta da birra, i suoi curati peli che ‘a ceretta xe pa e femane’, il suo curato saper divertirsi, i suoi curati sorrisi e complimenti, che a volte ce lo faranno sembrare anche un po’ goffo ma che, quando saremo sperdute all’estero, ci mancheranno tanto.
‘Di dove sei?’
Chi me lo chiede è un giovane ragazzo polacco, età da toy boy – pratica che sta spopolando anche nel vicentino (abbiate il coraggio di ammetterlo part two).
‘Italy’, rispondo.
‘Che parte di Italy? ‘ prosegue.
‘Nord, vicino Venezia’. Se la geografia italiana è un mistero anche per gli italiani non vedo perché i polacchi dovrebbero saperla. E invece questo mi dice: ‘Sei di Vicenza?’
Rido, ‘sì’.
‘Allora mangi i gatti!’
A volte, care donne vicentine, fama, stereotipi e credenze popolari ci precedono anche in giro per il mondo. Succede anche con i nostri uomini, che se dovessero venire in terra olandese verrebbero spolpati da una biondona. Ma di questo parleremo nella prossima puntata.
Intanto cerchiamo di tenerceli stretti.
Il Vicentino DOP è un maschio purissimo e di origine protetta. Noi non lo esportiamo, la globalizzazione fatela pure voi.