VICENZA – 23enne a caccia di profughi con l’accetta, Cicero: “Emerge esasperazione”
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In preda ai fumi dell’alcol, ha impugnato un’accetta ed è sceso in strada, inveendo contro i profughi. Protagonista del movimentato’episodio, che, nella tarda serata di ieri, ha seminato il panico nella zona di via Medici, un vicentino di 23 anni. A dare l’allarme, diversi residenti e passanti, che hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine dopo aver notato il giovane che si aggirava nei pressi dell’hotel Adele con in mano un’arma. Il 23enne, in evidente stato di ebbrezza alcolica, si è rivolto con fare aggressivo ad alcuni profughi, che si trovavano seduti al tavolino di un bar. Quando, però, si è reso conto che qualcuno stava contattando il 113, si è dato precipitosamente alla fuga. E’ stato rintracciato nella sua abitazione, in via Busa della Contessa: l’effetto della sbornia non era ancora passato, tanto che ha preso a male parole anche gli agenti che si sono presentati all’uscio. L’accetta, brandita nel suo girovagare, è stata rinvenuta in una stanza e sequestrata. Il 23enne è stato denunciato. Sulla vicenda interviene il consigliere comunale Claudio Cicero: “Ovvio che bisogna controllare gli effetti negativi dei fumi dell’alcol – rileva l’esponente di Vicenza a 360° -, ma questo episodio è sintomo del forte malumore che sta serpeggiando tra la gente”. “L’alcol toglie i freni inibitori – prosegue Cicero – e fa emergere l’esasperazione per una situazione che – sottolinea il consigliere – è favorita anche dall’atteggiamento di alcune forze politiche”. “Cito solo – spiega Cicero – il falso pudore del consiglio comunale di Vicenza, che ha voluto un minuto di silenzio per il nigeriano ucciso a Fermo, quando in realtà, ora, si scopre versione dei fatti molto diversa da quanto inizialmente ipotizzato”. “Certi atteggiamenti – conclude il consigliere – alimentano il razzismo” .
“Evidentemente si tratta di uno squilibrato, ma quanto accaduto non va sottovalutato”. Così Francesco Rucco commenta l’episodio accaduto in via Medici. “Non c’è peggior cosa degli atti di emulazione che possono degenerare in fatti di sangue” rileva il capogruppo di Idea Vicenza in consiglio comunale. “Credo che la situazione sia già sfuggita di mano; sindaco e prefetto devono agire a tutela di tutti”.
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