VICENZA/ALTISSIMO – Doppi incarichi dei presidi, Mariapia Veladiano fa ricorso
Preside a Vicenza città e preside in Alta ValChiampo, a quasi 50 chilometri di distanza. Mariapia Veladiano denuncia e fa ricorso contro l’assegnazione delle reggenze, i “famosi” doppi incarichi che costringono i presidi a dirigere due istituti a scavalco. Veladiano è preside a Vicenza dell’istituto tecnico e artistico Boscardin. Scrittrice di successo con alle spalle un premio Calvino e uno Strega, la Veladiano, si è ritrovata ai primi di settembre con un incarico aggiuntivo presso l’Istituto Comprensivo “Ungaretti” di Altissimo, in Alta Valle del Chiampo, distante quasi 40 chilometri dalla città. Veladiano ha quindi deciso di protestare ribellandosi alla “piaga” delle reggenze che in Veneto si è allargata a dismisura al punto che quest’anno 520 scuole su 600 dovranno contendersi il preside, emergenza condivisa anche da Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli.
Secondo la Veladiano l’Ufficio scolastico regionale (Usr) di Venezia ha assegnato le reggenze con criteri poco comprensibili dal momento che diversi capi d’istituto si sono ritrovati con sedi distanti decine di chilometri oppure con scuole di ordine diverso. Di fronte all’emergenza, dice la preside e scrittrice: “La strada da percorrere era quella del dialogo, tenendo presente insieme il bene dei ragazzi e alcune condizioni oggettive che possono facilitare gli incarichi di reggenza. Per esempio assegnare scuole vicine e dello stesso ordine. Mi spiego: a dirigenti che hanno sempre avuto i comprensivi, dare un altro comprensivo. Cercare di lasciare lo stesso dirigente in reggenza per un po’ di anni. Oppure dare una scuola piccola in reggenza a chi ha un istituto grande. Invece si è seguita una strada diversa”. La Veladiano, tramite le pagine di Repubblica, spiega di essere preside in una scuola con più di 1.300 studenti: “Se si raddoppiano gli incarichi si fa peggio tutto. Le nostre responsabilità sono immense: sicurezza, privacy, trasparenza, rendicontazioni del tutto simili a quelli previsti dalle aziende. Se si sbaglia c’è il rischio di procedimenti penali. Quello che dirigo è già un istituto “doppio”, un liceo artistico con cinque indirizzi e un tecnico tecnologico sanitario e ambientale. Ci sono 29 laboratori impegnativi (chimica, microbiologia, multimediale, discipline artistiche). Lo scorso anno abbiamo organizzato più di 68 mila ore di alternanza scuola-lavoro. La scuola ha bisogno di tempo, cura, ascolto delle persone e dei ragazzi”.
La reggenza ad Altissimo significherebbe per la scrittrice vicentina più di due ore di viaggio tra andata e ritorno, più di tre partendo da casa: “Avrei otto plessi da gestire, di montagna e contrada, un mondo da coltivare. Con tutta la diligenza e l’energia davvero ritengo impossibile seguire con sufficiente cura entrambe le scuole. E del resto la normativa prevede un dirigente per ogni scuola e prevede che le scuole abbiano fra i 500 e i 900 studenti”, continua la Veladiano, che ha deciso di presenare ricorso contro l’Amministrazione: “Spero venga accolto. Se perdo? Ci sono altri gradi di giudizio. E se dovessi perdere anche quelli, mi fa impressione dirlo e francamente a dirlo mi commuovo, ma in effetti mi licenzierei. La scuola è il mio mondo, ma non potrei vivere con questa immensa tensione di non riuscire a dedicare ai ragazzi la cura e l’attenzione cui hanno diritto”.