VICENZA/ASIAGO – Festa degli Alberi sottotono per il territorio
Strage di alberi, ma anche strage per l’ambiente, il turismo e le malghe. Ciò che è accaduto ai primi di novembre continua a segnare il territorio vicentino e l’Altopiano di Asiago, che è stato gravemente ferito da violentissime raffiche di vento. “Con questa situazione non siamo dello spirito adatto per celebrare la festa degli alberi, quest’anno pesantemente colpiti nel nostro territorio, dove oltre un milione di metri cubi di legname è stato danneggiato, ma siamo orgogliosi del fatto che alcune amministrazioni si siano mosse con lodevoli iniziative per sensibilizzare i cittadini. Grande interesse è stato manifestato anche per il nostro progetto “Salviamo un albero per salvare la montagna”, con il quale intendiamo essere in prima linea in un processo di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali, che porti ad effetti concreti, anche attraverso le scuole”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù intervengono proprio in occasione della Giornata dell’albero, che ricorre oggi.
La mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge, senza dimenticare gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sulla popolazione di mammiferi, uccelli e rettili che popolano i boschi. Al danno ambientale si aggiunge quello economico, con importanti ripercussioni sull’intera filiera del legno e sul turismo con le attività legate alla raccolta dei frutti del bosco, in aree spesso a rischio spopolamento. “Una situazione drammatica sulla quale – sottolineano Cerantola e Palù – occorre subito intervenire risarcendo gli operatori colpiti e promuovendo, attraverso opportuni incentivi, il reimpiego degli alberi caduti od abbattuti. In questa fase le proposte che incentivano la ripresa tanto delle attività forestali quanto di quelle che promuovono l’acquisto e l’utilizzazione del materiale caduto o abbattuto vanno sostenute. Occorre intervenire, però, anche sulla prevenzione, favorendo la gestione dei terreni cosiddetti silenti, per i quali è difficile risalire ai proprietari o farli impegnare in una corretta gestione dei suoli”.
I boschi italiani, se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna.
Cerantola e Palù concludono: “intendiamo essere in prima linea in un processo di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali, che porti ad effetti concreti, anche attraverso le scuole. Ad ogni ragazzino, infatti, potrebbe essere data la possibilità di piantare un albero con il proprio nome. Il bosco rinascerà e crescerà, quindi, assieme ai piccoli di oggi, che saranno giovani ed adulti e potranno continuare ad osservare un territorio in buono stato e ricco di potenzialità. Ci faremo parte attiva anche nell’incentivare la nascita di Consorzi ad hoc per la gestione del legno”.