VENETO – Berlato contro il Ceta: “Il Veneto proteggerà il made in Italy”
A larga maggioranza il Consiglio regionale del Veneto approva la mozione, che vede come primo firmatario il consigliere di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Sergio Berlato, con la quale si chiede alla Giunta regionale di intervenire presso il Presidente della Repubblica, il Governo e i Presidenti di Camera e Senato affinchè l’Italia esprima la sua contrarietà all’accordo economico e commerciale globale (denominato CETA). “Tale accordo, firmato dalla Commissione europea il 30 ottobre scorso nei confronti del Canada e approvato dal Parlamento europeo il 15 febbraio scorso, prevede l’introduzione dell’azzeramento di oltre il 90% delle barriere tariffarie ma anche, ed è questo il punto dolente, la semplificazione dei parametri che regolano il complesso standard nelle norme di produzione, protezione della qualità e dell’ambiente creando di fatto un mercato sempre più omologato a tutto vantaggio delle grandi catene produttive e delle multinazionali” – afferma il consigliere Berlato in un comunicato stampa. Un evidente danno per le piccole-medie aziende italiane improntate alla tipicità e alla produzione di alta qualità: “In modo particolare tale accordo andrebbe a penalizzare il nostro comparto agro-alimentare – sottolinea preoccupato Berlato – per questa ragione, facendoci portavoce anche delle associazioni di categoria, comprendendo la forte preoccupazione dei nostri agricoltori e allevatori, con questa mozione chiediamo che il Governo e il nostro Parlamento si oppongano e non venga votata la ratifica dell’accordo, in questo modo il trattato non avrà effetto e l’Europa sarà costretta a rivederlo completamente”. “Siamo ancora in tempo – prosegue Berlato – perché il nostro Paese, prendendo coscienza degli effetti deleteri per la nostra economia, si rifiuti di avallare un accordo internazionale che ci prospetta pochi vantaggi, molte incognite e una totale mancanza di tutela del “made in Italy”. Il CETA introdurrebbe un sostanziale meccanismo di deregolamentazione degli scambi e degli investimenti pregiudicando in modo sostanziale tutto il sistema dei controlli a garanzia della sicurezza alimentare, della salubrità dei prodotti favorendo le aziende estere che avrebbero campo libero nel mercato internazionale. Si calcola che, nell’eventuale entrata in vigore di questo scellerato provvedimento, non sarebbero più salvaguardati 250 marchi, tra Dop e Igp, su un totale di 291 che vanta attualmente il nostro Paese” – conclude Berlato.