30 Maggio 2018 - 17.35

VICENZA – Dagli 11 ai 70 anni, tutti attori con Fabbricateatro

 

Cinquantadue tra bambini, giovani e adulti, dagli 11 ai 70 anni, si preparano a salire sul palco del Teatro Astra: sta infatti per essere presentata la restituzione scenica finale di “FABBRICATEATRO 17/18”, il laboratorio permanente giunto alla sua sesta edizione, diretto e condotto dalla regista, attrice e formatrice Ketti Grunchi con l’organizzazione de La Piccionaia in collaborazione con Polo Giovani B55. L’appuntamento è per domenica 3 giugno (ore 21) con “BIO/GRAFIE”: storie di volo, grandi imprese, mitiche o realmente realizzate, accomunate dalla conquista di un pezzetto di cielo, dalla tensione vesto l’altro, verso gli ideali, il cambiamento e la libertà. Cinque storie, per la precisione: Almerico Da Schio e il suo dirigibile Italia, la ciclista Alfonsina Strada che fu la prima e unica donna a gareggiare al Giro d’Italia, il funambolo Philippe Petit che sfidò la forza di gravità camminando tra le due Twin Towers, Icaro che volò fino al Sole e infine il piccolo Iqbal Masih, operario, sindacalista e attivista, diventato in tutto il mondo il simbolo della lotta contro il lavoro minorile. Lo spettacolo, scritto e diretto dalla stessa Grunchi, è il risultato di un percorso lungo 7 mesi che ha coinvolto gli allievi del laboratorio con modalità diverse, pensate in base alle età e alle caratteristiche dei partecipanti. Un percorso che ha avuto come filo conduttore la ricerca e la condivisione intorno a esistenze speciali, tanto speciali da diventare materiale drammaturgico.  Come quella di un illustre vicentino, Almerico Da Schio, che fu accademico, scienziato e pioniere dell’aviazione a livello internazionale e che, più forte dello scetticismo di cui era circondato e delle mille difficoltà incontrate, alle 5.40 del 17 giugno 1905 si alzò per la prima volta in volo da Schio con il suo dirigibile, l’Aeronave Italia. Una scelta, quella di raccontare questa grande impresa di tenacia e di coraggio, fortemente voluta anche per la presenza, tra gli allievi di Fabbricateatro e sul palcoscenico dell’Astra – di Francesco Da Schio, pronipote di Almerico e sensibile custode e tramandatore della sua storia. Si racconterà poi di Alfonsina Strada, pioniera della parificazione tra sport maschile e femminile: proveniente da una povera famiglia di braccianti emiliani, Alfonsina aveva già sfidato i colleghi maschi per due anni al Giro di Lombardia quando, nel 1924, tra mille polemiche, riuscì ad essere ammessa al Giro d’Italia, sfidando lo scherno e le critiche di un Paese ancora immerso nel maschilismo; non bastò a cambiare la storia – nessuna donna partecipò mai più al Giro d’italia – ma dopo 3.613 km lungo lo stivale, quando 60 ciclisti avevano già abbandonato la corsa, Alfonsina fu accolta in modo trionfale tra i 30 che tagliarono il traguardo. Da un sogno a un altro, quello del francese Philippe Petit, funambolo, mimo e giocoliere autodidatta che, all’alba del 6 agosto 1974, al termine di un’organizzazione notturna in completa clandestinità, compì la sua impresa più famosa e spettacolare, la traversata delle Twin Towers a New York: 42,5 metri di distanza uniti da cavo spesso 3 cm sospeso a 417,5 m da terra, che Philippe percorse per 8 volte – avanti e indietro – con il solo aiuto di un’asta per l’equilibrio e senza nessun sistema di sicurezza (dalla sua impresa sono stati tratti il documentario “Man on Wire” di James Marsh e il film “The walk” di Robert Zemeckis). I ragazzi porteranno poi in scena il mito di Icaro, prigioniero con il padre Dedalo dell’isola di Creta, con il quale riuscì a fuggire alzandosi in volo con un paio d’ali costruite con di penne d’uccello e incollate al corpo con della cera, per poi, fatalmente, precipitare in mare per essersi avvicinato troppo al sole. E infine la storia, tristemente vera, del piccolo pakistano Iqbal Masih, ucciso a soli 12 anni il 16 aprile 1995. Prima di quel tragico giorno, però, Iqbal, che da quando aveva 5 anni era stato schiavo in una fabbrica di tappeti, nel 1992 era riuscito a fuggire; in seguito, scappato dal villaggio con la famiglia, cominciò a studiare e a viaggiare per partecipare a conferenze internazionali, ricevendo importanti riconoscimenti per il suo impegno, sensibilizzando l’opinione pubblica sui diritti negati dei bambini e contribuendo al dibattito sulla schiavitù mondiale e sui diritti dell’infanzia, che portò alla chiusura di decine di fabbriche di tappeti in Pakistan, cosa che significò la salvezza dalla schiavitù per migliaia di bambini.

“Esistenze eroiche, – spiega Ketti Grunchi -, certo diverse ma tutte capaci di ricordarci quello che siamo e che possiamo fare. C’è bisogno di raccontare. Per ricordare, e non dover ricominciare sempre da capo. Ma più passa il tempo, più le cose da raccontare si accumulano, si accatastano. Così, il lavoro di memoria e di catalogazione si fa sempre più arduo. Abbiamo scelto di fare la nostra parte, raccontando biografie e storie di vita. Attraverso il teatro, incarnate in parole, suoni e gestualità. Con forza e con leggerezza”.

Saliranno sul palco: Pietro Baldini, Raul Garcia Balestena, Serena Bedin, Ilenia Bodurri, Anna Borghero, Slobodanka Bosio Olar, Lucia Campiello, Maria Elena Carlassare, Stefania Colognese, Brandon Contin, Emma Lisa Cortese, Carlo Cortiana, Andrea Costantini, Francesco Da Schio, Cristian Dal Bianco, Anna Dalla Costa, Filippo D’Este, Valentina Faietti, Maria Beatrice Farinello, Antonio Fontana, Bianca Franco, Roberto Frigo, Dario Gennaro, Viola Gigante, Anna Gramaticopolo, Nunzio Iotti, Marta Maistrello, Greta Marchetto, Anna Masenello, Michele Masin, Valeria Masin, Pietro Melpignano, Nicola Milani, Andrea Mocanu, Federica Mora, Michele Morales, Elisa Mucchietto, Giancarlo Munarini, Massimo Panaro, Delfina Pevere, Carmen Pietroluongo, Margherita Porro, Matilde Rossato, Sofia Rutigliano, Matteo Sausa, Silvia Sette, Carla Tessari, Luigi Vannucci, Viviana Vezzani, Giovanni Vio, Manuela Zaccaria, Beatrice Zamberlan, Patrizia Zanatto.

 

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