VICENZA – Il Giorno del Ricordo al Canova
Giorno del ricordo, Rucco “Ricordare si deve tradurre in azione, in strenua difesa dei valori e delle libertà che con tanta sofferenza sono state conquistate”
“A noi, e soprattutto a voi studenti, il compito di ricordare. Che non significa semplicemente ritrovarci una volta l’anno, deporre una corona in ricordo delle vittime, ascoltare una testimonianza. Ricordare non può e non deve avere un significato passivo, ma deve tradursi in azione, in strenua difesa dei valori e delle libertà che con tanta sofferenza sono state conquistate. Non diamo mai per scontata la nostra democrazia e il benessere in cui viviamo. Difendiamoli quotidianamente, con responsabilità e senso civico. Essere italiani significa anche questo, e nessuno, meglio degli esuli, ce l’ha dimostrato”.
Sono le parole di conclusione del discorso che ha tenuto questa mattina il sindaco Francesco Rucco all’istituto Canova in occasione della celebrazione per il “Giorno del Ricordo” organizzata da prefettura di Vicenza, Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza e Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), in memoria delle vittime delle Foibe, dell’esodo Giuliano-Dalmata e delle vicende del confine orientale.
“Si tratta di una storia che Vicenza conosce bene, per avere ospitato tante famiglie, donne uomini e bambini, in fuga da una terra che non li voleva più. Una terra “sacrificata”, che l’Italia cedette alla Jugoslavia. Quegli italiani, e sottolineo italiani, dovettero scegliere: rinunciare alla propria italianità o abbandonare la terra natìa. A tanti non fu data neppure l’opportunità di scegliere: furono infoibati, ammazzati, strappati per sempre alla loro terra e ai loro affetti. Altri si salvarono abbandonando le loro case e quella che fino ad allora era stata la loro Patria, per raggiungere un’Italia a cui stavano dimostrando un legame di amore, ma che non fu con loro altrettanto generosa”. (…)
“Gli esuli istriani, fiumani e dalmati non hanno avuto vita facile, ma hanno risposto alle difficoltà con il lavoro, l’intelligenza, la tenacia. E sono stati protagonisti della rinascita dell’Italia dopo le devastazioni delle due guerre. Un’Italia libera, democratica, di pace. Quella che hanno voluto gli italiani, quella che hanno scelto gli esuli che qui si sono ricostruiti una vita, mai dimenticando il dolore che è stato inferto loro, ma riuscendo a superarlo e a trasformarlo in qualcosa di più grande. Questa è la forza di noi italiani. Questo vuol dire essere italiani e guardare all’Europa lasciandosi alle spalle odi e rancori, per viverne le opportunità”.
Iniziative a Vicenza per il Giorno del ricordo
Oggi pomeriggio, venerdì 8 febbraio, alle 17.30, a Palazzo Cordellina l’Istrevi, in collaborazione con la Biblioteca Civica Bertoliana, proporrà l’incontro con Raoul Pupo, docente di Storia contemporanea all’Università di Trieste, che presenterà il suo libro “Fiume città di passione”. Dialogherà con l’autore Paolo Pozzato, direttore di Istrevi.
Alle 18.30, nel salone d’onore di Palazzo Chiericati sarà presentato il libro-fumetto “Foiba rossa. Norma Cossetto, storia di un’italiana” di Emanuele Merlino, disegni di Beniamino Delvecchio. Saranno presenti l’assessore all’istruzione, alla formazione, al lavoro e pari opportunità della Regione Veneto Elena Donazzan e l’assessore alle attività produttive del Comune di Vicenza Silvio Giovine.
Domenica 10 febbraio, alle 11, al cimitero maggiore di viale Trieste si terrà la deposizione della corona d’alloro e saranno resi gli onori ai Martiri. Seguiranno i saluti del sindaco Francesco Rucco, e del presidente del Comitato Provinciale di Vicenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Coriolano Fagarazzi. Sarà data lettura, infine, dell’invocazione per le vittime delle Foibe.
Giovedì 28 febbraio, alle 18, nella sala degli Stucchi di Palazzo Trissino il professore Stefano Zecchi presenterà il suo libro “L’amore nel fuoco della guerra”, ambientato a Zara, nel quale racconta una delle pagine più eroiche e terribili della nostra storia, per far conoscere una verità scomoda e difficile da accettare.